Trieste, Magazzino delle Idee – Corso Cavour 2, dal 20 maggio al 31 luglio 2016
Con questa bellissima mostra la Provincia di Trieste si congeda da un luogo che, da vecchio magazzino situato nei pressi del Porto Vecchio, assieme all’Autorità Portuale che ne è proprietaria e cui si deve la cura della ristrutturazione, aveva convertito in polo culturale. Il Magazzino delle Idee era stato inaugurato nel settembre 2012 con una mostra che rendeva omaggio allo scrittore triestino Scipio Slata nel centenario dalla pubblicazione de “Il mio Carso”, opera tutt’ora disponibile. Dopo tanti allestimenti, tutti ad ingresso libero, grazie ai quali, come ha ricordato la Presidente Maria Teresa Bassa Poropat, “è stato possibile nel corso degli anni accedere alle opere dei grandi maestri e collezionisti del Novecento, valorizzati quali espressioni della cultura del territorio provinciale”, ecco l’ultimo atto prima della consegna della gestione dell’edificio alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: “I luoghi del sapere – istituti superiori a Trieste – ‘800 ‘900”; in esso viene presentato un esempio del patrimonio che si nasconde negli istituti superiori di Trieste, cui appartiene a partire dal 1800 e che, dal 1996 spetta alla Provincia stessa provvedere.
Non si tratta di un’esposizione di oggetti (più di cento) fine a se stessa: i manufatti (alcuni di essi prodotti all’interno delle scuole stesse), gli strumenti di laboratorio, le tavole murali che di volta in volta gli insegnanti facevano portare in classe per dare concretezza alle imminenti lezioni, raccontano una storia tutta particolare, quella di una città allora in grande espansione, porto importante dell’Impero Asburgico, per la quale l’istruzione era considerata, con grandissima lungimiranza, un elemento fondamentale per il futuro dei propri figli. Il fatto stesso che tutto questo patrimonio sia stato conservato con attenzione, nonostante i numerosissimi trasferimenti di sede delle varie scuole, dovuti generalmente a necessità legate all’andamento demografico e di iscrizioni, ne testimonia il valore. Alcune testimonianze provengono da collezioni private o sono parte del patrimonio dell’Archivio di Stato, del Comune di Trieste e della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte.
Diana De Rosa, curatrice della mostra, citando l’architetto Luciano Celli, autore dell’allestimento, espone l’idea di fondo che l’ha guidata per la sua realizzazione: “Inventare un racconto, una narrazione che sia lunga quanto il percorso espositivo.” Proprio di questo si tratta e, seguendo il sentiero tracciato, si colgono molte storie svoltesi in questi due secoli: si impara a conoscere la nascita e l’evoluzione degli istituti superiori a Trieste ed il passaggio, amministrativo e strutturale, all’Amministrazione Italiana alla fine della Prima Guerra Mondiale; si può cogliere la traccia dello sviluppo di una società di cui il “sapere” è espressione, assieme alla storia della didattica, ben delineata da Diana De Rosa nel ricco catalogo, assieme ai contributi di Federica Rovello, Paolo Stolfo e Luciano Celli.
Attraversando le sale colpisce la grandissima qualità estetica di questi oggetti prodotti da importanti industrie austriache, tedesche o italiane, la loro raffinatezza, la cura con cui venivano realizzati perché apprendere fosse qualcosa di gradevole, con la precisa volontà di far nascere negli allievi la passione per le diverse materie, coerentemente con la pragmatica convinzione dello stretto legame fra quelli che erano considerati gli aspetti del sapere: Arte, Tecnica, Scienza e Natura. Tutto questo doveva essere trasmesso in tutte le scuole, siano esse ginnasi (poi licei ginansi), scuole reali (diventate in seguito licei scientifici) o istituti tecnici e professionali. Ed ecco che appare anche la storia delle riforme; nel 1849, nell’impero austro-ungarico, viene esaltato il sapere scientifico e così, si incrementa l’istituzione di gabinetti per gli esperimenti, di aule di fisica, si richiedono animali impagliati, modelli in cartapesta di fiori o di organi di senso che si possano smontare, per comprendere non soltanto attraverso la vista, ma anche con il tatto, fissando così in modo molto più stabile l’apprendimento; ad essa segue la Riforma Gentile del 1923 che modifica metodi e modalità. Per rispondere alle sempre nuove esigenze, lo spazio scolastico deve essere reinterpretato; testimonianza di ciò si trova facilmente nei diversi progetti di edilizia scolastica che, di decennio in decennio si modifica. Al Magazzino delle Idee è possibile seguire anche questo percorso, arrivando fino ai giorni nostri, con le riconversioni, il recupero e riuso o gli ampliamenti di diversi istituti scolastici avvenuti, ad opera della Provincia di Trieste, a partire dal 1996.
Completa la mostra un interessante video che verrà presentato assieme al catalogo nel primo degli incontri di approfondimento in programma venerdì 27 maggio, alle 17.30, alla presenza della curatrice Diana De Rosa e dello storico Roberto Spazzali che ne ha curato la realizzazione.
La mostra è promossa e realizzata dalla Provincia di Trieste, con il sostegno della Fondazione CRTrieste, dell’Unione delle Province del Friuli Venezia Giulia e con l’adesione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Paola Pini