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I Solisti del Teatro ai Giardini della Filarmonica. La Cricca della Banca… Romana

Data:

Roma, I Giardini della Filarminica, il 21 luglio 2016

LA CORRUZIONE ECONOMICA ALL’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA CON” LA CRICCA DELLA BANCA… ROMANA” COME PROTOTIPO DELL’ATTUALE SPECULAZIONE POLITICO-FINANZIARA. Nella seconda parte dell’ottocento non solo si realizzò il sogno della Patria vagheggiata dai nostri padri risorgimentali, ma con la presa di Roma e l’unità d’Italia si formò il ceto sociale borghese metropolitano allargandosi la “forbice”socio-culturale e monetaria con il popolino qui rappresentato dal macellaio Augusto nella persona dell’attore Fabio Risi. Da qui l’avidità pecuniaria dei costruttori, oggi” palazzinari”, politici ed imprenditori che ricorrono agli istituti di credito per avere in prestito soldi per edificare immobili nelle borgate o finanziare le loro campagne politiche, che s’andavano inasprendo nella disputa bipolare tra liberali e socialisti. Logico che presto le banche per l’insolvenze e sofferenze passive si trovassero con l’acqua alla gola e le casse vuote per cui la Banca Romana,presieduta dal comm. Bernardo Tanlongo (Paolo Gattini) fosse sull’orlo della bancarotta e decidesse illecitamente di far stampare 50 milioni di lire a Londra in maniera fraudolenta con la stessa numerazione di serie di quelle originali. Ciò si può paragonare all’attuale dissesto delle banche popolari dell’Etruria, Ferrara, Chieti e Vicenza ed ai titoli fasulli di tanti creditori nostrani e speculatori. L’evento storico criminale, tratto da”Bankster’s circus” di G.Francione e L. Di Majo, è stato portato in scena nei Giardini della Filarmonica, con “Le toghe in giallo” per la rassegna di teatro 91 dello stesso L. di Majo nei panni del P.M, mentre A. Buttazzo era il presidente della Corte Suprema, P. Gattini impersonava il governatore Tanlongo e P. F. Russo era l’A.D della banca romana nei panni del barone Cesare Lazzaroni.Sulla scorta delle dichiarazioni di F. Montalto, reso ancora da F. Risi, si scopre che importanti documenti economico-politici prove del malaffare sono scomparsi,per cui si può procedere solo per approssimazione e deduzioni logiche accusando Giolitti d’essersi fatto prestare 110 mila lire per la campagna elettorale,ma l’ex Presidente del Consiglio sostiene che sono servite per festeggiare “le Colombiadi” a 400 anni dalla scoperta dell’America. Tuttavia non solo la destra liberale dell’insigne statista si sarebbe servita dei soldi dell’Ente Patrimoniale privato, il cui presidente sarebbe proposto da Giolitti quale senatore mai riconosciuto,ma pure il socialista Crispi come riconosciuto dalla terza moglie Lina,impersonata da Elisabetta Magrini, egli dichiarerà d’aver rimborsato tutto dopo l’inchiesta degli ispettori Sen. G. Alvisi e comm. G. Biagini. Da questo processo di costume sociale e culturale,come sostenuto dall’onorevole Colajanni,tutti usciranno assolti per insufficienza di prove,però la commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dall’on. Mordino condannò moralmente gli organi superiori della Polizia e Magistratura per mancata vigilanza e collusioni implicite,come pure la stampa per omertosa connivenza,distorta informazione ed interessi opportunistici e clientelari d’alcuni membri ed esponenti del quarto potere. In più ieri come oggi spariscono incartamenti decisivi.Le piovre hanno i tentacoli lunghi sempre.

Susanna Donatelli

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