In scena dal 27 Settembre al 9 Ottobre 2016 al Teatro 7 di Roma
Un cavò di una banca, musiche rock scandite dalle note di una chitarra elettrica, buio: lo spettacolo inizia così e lascia già il pubblico curioso di sapere cosa accadrà. In un caldo venerdì estivo Tommaso (Andrea Dianetti), giovane direttore della banca dove è ambientata la storia e Francesco (Fabrizio D’Alessio), uno dei clienti più importanti nonché figlio del presidente della stessa struttura, per fatalità si ritroveranno a condividere un tragi-comico week end insieme a un terzo personaggio con una maschera sul volto. Manca infatti poco alla chiusura, sta per iniziare la partita degli Europei Italia-Svezia e mentre Francesco termina alcune operazioni, Tommaso non vede l’ora di uscire da quel soffocante deposito sotterraneo che accentua la sua ansia di claustrofobico. Peccato che arrivi un rapinatore (Gabriele Carbotti) che, minacciandoli con una pistola e spaventandoli a morte, lascia chiudere per sbaglio la porta blindata dietro di sé, costringendoli a rimanere bloccati lì fino alla riapertura prevista soltanto lunedì mattina. Nei giorni in cui saranno costretti a convivere forzatamente, le circostanze e le confessioni tratteggeranno le caratteristiche dei tre e gli intrecci che li collegano che li rendono nemici tra loro e tremendamente insoddisfatti delle loro vite.
La rappresentazione sembra essere lo spaccato della società italiana odierna dove i tre personaggi incarnano tre prototipi di uomini: il rapinatore, che si scoprirà essere un cliente, rappresenta il popolo un po’ ignorante, in senso etimologico, e cerca di far fortuna in modo semplice per guadagnare più denaro per mantenere la sua famiglia, fidandosi ciecamente di Tommaso, che lo fa sentire stuprato dai suoi termini tecnici come obbligazioni, bail-in e molti altri; quest’ultimo, invece rappresenta chi ha studiato e si è dato da fare durante l’università per emergere e garantirsi un futuro economicamente agiato, ma che purtroppo, non ha possibilità di spiccare in quanto c’è e ci sarà sempre un “figlio di papà” indegno sopra di lui e che, nonostante le poche o assenti capacità, lo supererà per diritto di nascita; infine il terzo archetipo Francesco, ricco, ma poco intelligente e senza né arte e né parte, rispecchia in pieno il sistema totalmente anti meritocratico che affligge come un cancro il nostro paese e attrae solo invidie che spingono chi è arrivato in alto onestamente a volersi invece sporcare le mani nel frustrante miraggio di scalare una vetta irraggiungibile. Costui, però, cerca un riscatto e nel tentativo di dimostrare di non essere ai vertici solo grazie al padre, si rivelerà essere quello che è e cioè un uomo inesperto e incolto che trascinerà il suo istituto finanziario in uno scandalo bancario di dimensioni davvero spropositate, confermando tutti i cliché sulla sua categoria.
Gli attori protagonisti nella passata stagione de “La scala” hanno aperto ieri sera la nuova stagione teatrale 2016-2017 al Teatro Sette con battute sarcastiche e caustiche in questa commedia irriverente con un finale inaspettato e un’importante riflessione lasciata alla platea: “se con una pistola un uomo può rapinare una banca, con una banca un uomo può rapinare il mondo”.
Flavia Severin