Teatro Manzoni di Roma, dal 29 settembre al 23 ottobre 2016
Le donne,dopo aver conquistato la parità dei diritti dell’opportunità nella società civile e politica, pur se restano ancora delle differenze sul piano economico e lo sfruttamento in nero nel privato specialmente riguardo alle lavoratrici stagionali come al puerperio per maternità; stanno adesso scoprendo un sentimento sempre più forte tra loro con il quale combattere il maschio egoista ed infedele: la forza dell’amicizia.La casalinga Martine, che ciabatta per casa con vestaglia e pantofole è adirata perché il marito Paul, l’ha lasciata per la sua giovane segretaria, che non ha ancora scoperto i suoi acciacchi senili, cercando di rivolgere le sue attenzioni all’efebo Mirò a cui ha affittato la stanza al piano di sopra, ma questi stazionando sull’altra sponda del “fiume naturale” dell’individuo la trascura. Nei panni della padrona di casa vediamo il debutto teatrale dell’emiliana” aquila di Ligonchio” Iva Zanicchi, che dopo essere stata una valente cantante e dignitosa eurodeputata, ha voluto impegnarsi socialmente per ridarsi un nuovo slancio funzionale di vita. Non se la cava male,non facendosi mancare pure qualche nota musicale dei suoi vecchi motivi, anche se talvolta un po’ troppo affettata,enfatica e sulle righe della giusta tonalità. Più spigliate e disinvolte sono state per la loro comprovata esperienza Barbara Bouchet che interpreta Micky che ha avuto una serie infinita d’amori senza mai trovare quello giusto e si presenta in un bellissimo abito nero con elegante borsa d’ufficio a tracolla;mentre poi sopraggiunge Annie che è l’esuberante e vivace e allegra e scanzonata Corinne Clery nella parte d’una animatrice del Club Med. nel terzo mondo dal quale è fuggita via dopo che il Capo tribù del Senegal ha tentato di violentarla. Loro si divertono a prendere in giro ed insultare l’amante di Martine per telefono, che a sua volta s’è già sfogata con il suo ex fedigrafo ed inquieto. Non manca poi la quarta amica” fuori campo”che al telefono annuncia l’arrivo del proprio figliolo per due settimane, poiché s’è appena liberato della fidanzata con cui ha rotto. Insomma siamo di fronte a libertà di comportamento senza più regole a tradimenti ed innamoramenti,ossimori del più luminoso sentimento che ci sia, con gradi d’euforia, esaltazione, nonché al concorso di frustrazione e depressione che tengono i protagonisti. Proprio quello che provano le tre eroine di questo allegro e brillante, ironico e spiritoso, sarcastico ed esilarante lavoro: Les Amazones di Jean Marie Chevret che da un lustro sta replicando con ottimi risultati in Francia. Appunto stupore e vitalità, sensualità e voglia di imbarcarsi di nuovo in una relazione che non le faccia sentire più sul “viale del tramonto”, provano le 3 donne, compresa l’irreprensibile Annie che rimpiange d’aver vissuto come una “suora di clausura”, sprecando la sua esistenza. Dal canto suo Guillaume (Nicola Paduano) l’illude a turno, a partire da Miki che la mattina va a fare “jogging” con lui ma poi si sente fisicamente un vero straccio con forti dolori d’artrosi che la spezzano in due. Questo ci ricorda il bellissimo romanzo: Le sorelle Materassi di Palazzeschi, con la corsa ad afferrare sessualmente il palestrato culturista ed adonico giovane, che tuttavia, dopo aver affermato in pieno la sua mascolinità, sarà proprio lui ad essere travolto da un imprevedibile cupido, che era un “diavolo tentatore” che gli giocherà un brutto tiro. Eccellente la regia psicologica di Nicasio Anzelmo; si replica al teatro Manzoni fino al 23 ottobre. I costumi sono di Graziella Pera con il binomio maschile rappresentato da G. Di Lonardo e Nicola Paduano.
Susanna Donatelli