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L’ULTIMA STREGA. Chi è il malefico?

Data:

Roma, Teatro Brancaccio, dal 27 ottobre al 6 novembre 2016

Toglietevi dalla testa l’idea classica del musical, perché L’ultima Strega, in scena al Teatro Brancaccio dal 27 ottobre al 6 novembre, fa di tutto per demolirne gli schemi, col risultato di uno spettacolo atipico, dove è presente sì la musica e il canto, ma in cui prevale un’idea drammaturgica molto ben congegnata. Andrea Palotto e Marco Spatuzzi, gli autori, oltre all’espediente dei due giornalisti che nella vigilia di Natale prendono spunto da un libro sulla storia di Anna Goeldi (l’ultima strega, appunto) per farne un pezzo interessante e accontentare il direttore del giornale, riescono a confezionare un intreccio narrativo e musicale davvero interessante. Piace molto l’idea di sovrapporre il presente al passato, in un gioco “in/out” di grande efficacia, coi due giornalisti che entrano ed escono dalla storia, vivendola nell’atto di scriverla, con alcuni momenti di sorprendente resa scenica. Ma L’ultima strega, soprattutto, ha il merito di riuscire a far pensare e non solo ad intrattenere. Lo fa, come dicevo, con la storia ricostruita in maniera suggestiva e realistica, ma anche con ampi spazi alla recitazione, a volte punto debole nei musical, e qui sapientemente miscelata con diversi toni, dal drammatico al brillante. Molti gli spunti di riflessione, tra cui centrale è quello che la vera forza demoniaca risiede nella potenza nefasta del mormorìo, dell’illazione, della calunnia, magnificamente rappresentato da un coro dell’ensemble in più occasioni. L’ultima strega è uno spettacolo così complesso nel suo genere, che sfugge ad una classificazione precisa. E’ musical quando si accendono nel canto le voci stupende dei protagonisti Valeria Monetti (Anna Goeldi) e Cristian Ruiz (il controverso giudice Tschudi, illuminato ma corrotto nell’animo) e della giovanissima Mikol Barletta, autentica rivelazione, nel ruolo di Sara, apparentemente figlia del giudice di Glarona, ma oggetto di un commercio increscioso nel passato della sua famiglia. E’ prosa quando la recitazione si fa spazio con lo stesso Ruiz, con Lorenzo Gioielli nel ruolo del rigido prete Mottini, con il simpaticissimo Simone Colombari che dona al ruolo del fornaio una tenerezza e una brillantezza che alleggerisce una tematica di certo non lieve e con Giulio Corso (miglior attore 2015 in Rapunzel e Premio Persefone 2016 quale miglior attore emergente) nel ruolo, sopra le righe ma divertente, del fabbro Lukas. Bella la regia. Il finale si conosce, Anna Goeldi fu accusata, processata e condannata “per avvelenamento”, dopo diversi episodi sia nel suo passato che durante la sua permanenza come domestica in casa del giudice Tschudi, il 13 giugno 1782. Lo spettacolo semplifica molto le vicende e offre una chiave interpretativa chiara, puntando il dito sul giudice Tschudi/Ruiz, così come fece il libro del glaronese Walter Hauser, un anno prima della riabilitazione avvenuta nel 2008. E come detto prima, sul ruolo della comunità. La caccia alle streghe, purtroppo, non finirà mai: cambiano i nomi e le motivazioni, ma le dinamiche sono le stesse da sempre.

paolo_leone_corriere_dello_spettacoloMa aldilà dei particolari, L’ultima strega al Brancaccio affascina per la storia importante, tratta da un fatto vero, per la scenografia suggestiva e, nonostante le musiche non siano molto orecchiabili (ma l’ho detto all’inizio, cancellate l’idea classica di musical), per una partitura non banale e anzi molto particolare. La pecca è la durata, eccessiva. Nel secondo atto ci sono ripetizioni che possono essere limate senza colpo ferire. Nel complesso, uno spettacolo interessante e accuratamente costruito. In platea ci sono stati pareri discordi, ma il pubblico delle prime non fa quasi mai testo, ondivago tra l’esaltazione degli amici, l’ipercriticità degli attori presenti e l’indifferenza degli invitati. La parola passa ora al pubblico pagante. Da sempre, l’unico giudice sovrano.

Paolo Leone

L’ultima strega.
Testo, Liriche e Regia di Andrea Palotto; Musiche di Marco Spatuzzi; Direzione musicale di Andrea Scordia; Orchestrazioni di Alessandro Taruffi; Coreografie di Giammarco Capogna; Scene Gianluca Amodio; Costumi di Bianca Borriello; Disegno luci Daniele Ceprani; Aiuto regia Emanuela Maiorani

Con:
Valeria Monetti
Cristian Ruiz
con Alessandro Tirocchi
Maurizio Paniconi
Giulio Corso
e con la Partecipazione straordinaria di
Simone Colombari e Lorenzo Gioielli
e (in ordine alfabetico): Valentina Arena, Daniele Derogatis, Rosy Messina, Michelangelo Nari
Angela Pascucci, Albachiara Porcelli, Daniela Simula, Manuela Tasciotti e la giovanissima Mikol Barletta.
Musicisti: Andrea Scordia, Tiziano Cofanelli, Federico Zylka. FOTO DI SCENA: Pino Lepera.

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