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Macbeth tra inquietudine e pazzia

Data:

Trento – Teatro Sociale dal 17 al 20 novembre 2016

Macbeth è una delle opere più complesse e affascinanti di Shakespeare, in cui l’immaginazione è un elemento fondamentale per comprendere l’orrore, le forze soprannaturali e i crimini che pervadono la tragedia. Macbeth di Branciaroli è uno spettacolo statico, con una scenografia scarna e alcuni momenti di epica drammaticità nelle scene salienti, ma che nel complesso offre interessanti spunti di riflessione. Il Macbeth interpretato da Branciaroli è piatto, infatti il protagonista non manifesta con violenza le proprie paure, ma sussurra il proprio tormento: egli risulta essere la perfetta raffigurazione della codardia.

Attraverso quest’opera, Shakespeare, profondissimo conoscitore dell’animo umano, ci mostra lo sviluppo dell’ambizione che spinge il protagonista a soffocare la propria coscienza e a compiere atti criminali pur di ottenere la corona, andando tuttavia incontro a una tragica fine. n questo spettacolo Macbeth non sembra essere attirato dal potere, ma quasi come un bambino, dipende esclusivamente dalla moglie Lady Macbeth, una donna crudele di natura, dagli atteggiamenti schizofrenici, che nell’interpretazione di Valentina Violo rappresenta l’incarnazione del diavolo. Forzando la mano alla profezia delle streghe, Lady Macbeth spingerà il marito oltre ogni limite di umana pietà e chiunque si troverà sul loro cammino verrà spazzato via.

La staticità dello spettacolo è dovuta anche dalla scenografia essenziale, costituita su dislivelli, con diverse porte e botole che permettono l’entrata e l’uscita dei vari personaggi. I cambi di scena sono segnalati sullo sfondo con scritte che indicano i vari luoghi in cui si svolgono le azioni ( brughiera, sala del palazzo ecc.), dando l’impressione di leggere un testo teatrale invece che assistere alla sua rappresentazione.

I dialoghi ripercorrono il testo shakespeariano abbastanza fedelmente, anche se alcune parti sono state lasciate in lingua originale, una scelta comprensibile in quanto in italiano si perderebbe la musicalità dei giochi di parole: ciò infatti, risulta efficace ad esempio nella scena del calderone in cui le streghe mescolano le loro pozioni malefiche e fanno apparire delle orribili visioni per calmare le paure di Macbeth.

Il nero che pervade il palco crea un’atmosfera di cupa inquietudine che si sposa bene con la paura di Macbeth. Egli dopo l’omicidio di Duncan viene sopraffatto dalla pazzia. La situazione peggiora  nel secondo atto, durante la scena del banchetto in cui lo spettro di Banquo, appena ucciso da Macbeth, gli appare davanti a tutti gli invitati. Macbeth si butta per terra, striscia, cerca di nascondersi dietro alla moglie che urla tutto il suo disprezzo per il comportamento del marito.

Valentina Violo da il meglio di sé nella celebre scena del sonnambulismo di Lady Macbeth (anche questa recitata in inglese). La donna appare in scena in camicia da notte, con il capo scoperto e una candela in mano. L’attrice riesce ad interpretare perfettamente la pazzia della protagonista attraverso il gesto convulso di lavarsi ripetutamente le mani per eliminare dalla coscienza tutto il sangue versato, e scrivendo sulle pareti alcune frasi riguardanti le sue colpe (Murder Macduff, Bury Banquo). Non basterà l’acqua a lavare le mani della donna e, infatti, la sua mente cede, spingendosi al suicidio.

Di notevole interesse anche il personaggio di Macduff (Tommaso Cardarelli) e Malcolm (Daniele Madde). Gli attori hanno interpretato abilmente le due parti, soprattutto Tommaso Cardarelli che, verso la fine del secondo atto, rappresenta con veemenza un Macduff distrutto dal dolore per la perdita della propria famiglia.

Il destino di Macbeth è inevitabile. Dopo il suicidio della moglie egli è stanco, afferma con un filo di voce di voler combattere contro Macduff, ma rimane sdraiato per terra con la testa appoggiata su un cuscino. Non gli resta altro che piombare nella cruda saggezza del celebre soliloquio sulla vita descritta come “un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo per la sua ora e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla”.

Sara Bellebuono

produzione CTB Centro Teatrale Bresciano • Teatro de Gli Incamminati
regia di Franco Branciaroli
con Franco Branciaroli, Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti, Alfonso Veneroso

 

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