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Dal 13 ottobre al 19 dicembre si è svolta a Trieste la XVII Edizione di S\paesati – Eventi sul tema delle migrazioni

Data:

S/paesati è una rassegna che, giunta alla sua XVII edizione, si occupa da sempre di migrazioni, sradicamenti e di tutte le forme di difficoltà o disagio che gli uomini possono trovare quando percepiscono l’ambiente in cui vivono in qualche modo lontano dalla personale storia, visione, o prospettiva. Non si è mai fossilizzata in un cliché e ha fatto del movimento, inteso in senso di dinamicità del pensiero, la sua cifra; forse proprio per questo funziona così bene e riesce a mantenersi vitale senza perdere negli anni la propria freschezza.

C’è una costanza che si mantiene nel tempo e che ha dato agli argomenti affrontati sostegno stabile ed una prospettiva tale da favorire una lettura serena di argomenti anche faticosi e difficili da gestire emotivamente: la presenza di Sabrina Morena. Ideatrice e coordinatrice della manifestazione fino al 2011, attualmente la presiede. Grazie a lei S/paesati ha potuto costruire nel tempo una rete di legami, di relazioni, di amicizie che si mantengono; il pubblico lo sente chiaramente, lo percepisce non soltanto dalle parole che precedono l’inizio dei diversi eventi, ma anche e soprattutto grazie ad una familiarità che rende unica ogni serata. La disponibilità verso l’altro, in questo modo, non è qualcosa di astratto di cui si parla soltanto, ma risulta tangibile, realmente praticata.

C’è apertura, flessibilità in ogni proposta artistica pronta a tendere la mano all’attualità senza per questo lasciar spazio alla retorica, ponendo attenzione sull’accoglienza, sull’identità e sui diritti umani, tenendo alto il livello dell’ascolto sia verso chi arriva, sia verso chi si vede giungere “a casa propria” intere popolazioni.

C’è tanta poesia in DOVE GLI DEI SI PARLANO di e con Monika Bulaj, reportage della fotografa polacca intorno alla religiosità, alla sacralità e all’inviolabilità dell’essere umano, muovendosi dall’Afghanistan a Tahiti, dalla Russia al Medio Oriente, senza trascurare la realtà nomade e creando così ponti spirituali che uniscano sponde identitarie solo apparentemente distanti, “sognando quell’immagine intera del mondo che magari da qualche parte c’è o forse c’era e s’è perduta, come la lingua di Adamo”.

C’è la continuità e la gioia in RIMAD’ORIGINE di Elisa Vladilo (Vita Activa Edizioni), punto d’arrivo di una installazione realizzata nel corso dell’edizione 2013 di S/paesati all’interno della Stazione Centrale di Trieste e che raccoglie poesie scritte o scelte da trentacinque donne di diverse culture e residenti nella città giuliana, riportandone anche le motivazioni della loro preferenza.

corriere_dello_spettacoloDi accoglienza ed identità si parla ne IL RISCATTO di e con Mohamed Ba, artista senegalese residente in Europa da molti anni e il cui spettacolo, già di per sé significativo, prosegue con un interessantissimo dialogo fra lui e un gruppo di persone richiedenti asilo presenti in sala, che vengono sollecitate ad integrarsi, ad imparare la lingua del paese che li ospita, a studiare e a non ascoltare chi, fra loro, propone soluzioni facili ma senza prospettive sane e realistiche.

Con SOCIAL COMEDY – INTRIGO A VIA DOGANELLI di Maurizio Zacchigna per la regia di Marko Sosič, che vede in scena Manuel Buttus, Roberta Colacino, Daniele Fior, Adriano Giraldi, Marcela Serli, Maurizio Zacchigna si passa alla cronaca, letta in chiave comica, di quel che può avvenire quotidianamente all’interno di una qualsiasi Onlus che si dedichi all’accoglienza delle persone richiedenti asilo e che permette di comprendere meglio un mondo che spesso si conosce soltanto di sfuggita ed in modo forse parziale.

Marcela Serli è protagonista, come ideatrice del progetto e regista, di un altro spettacolo di tutt’altro genere: VARIABILI UMANE. Con Atropos Compagnia Teatrale indaga l’identità di genere, partendo dal presupposto che l’essere umano è soggetto ad una continua e dinamica transizione che può rivelarsi anche a livello fisico.

CONVENTION (regia e drammaturgia di Barbara Sinicco), con Mamadu Konate, Nasim Nuri, Silvia Mancaleoni, Khouzama Reda, Giulia Binali e Zabiullah Ahmadi, mostra in modo grottesco e sarcastico i potenti della terra mentre si incontrano per parlare di guerre, immigrazione, diritti umani, colpi di stato o rivoluzioni, perdendo però completamente di vista il soggetto che dovrebbe stare al centro delle loro discussioni: l’uomo, diventato per loro invisibile e di fronte al quale sono irrimediabilmente sordi e ciechi.

Si passa a due documentari francesi, molto duri e coraggiosi: LA MALÉDICTION DE NAÎTRE FILLE di Manon Loizeau et Alexis Marant e VOYAGE EN BARBARIE di Cécile Allegra e Delphine Deloget. Il primo affronta il tema dei femminicidi che continuano ad avvenire in India, Pakistan e Cina, mentre il secondo testimonia ciò che avviene al venti per cento dei cinquantamila migranti che partendo dall’Eritrea e dalla Somalia attraversano il Sinai e lì vengono rapiti e torturati; unica possibilità di liberazione è il pagamento del riscatto da parte delle famiglie.

È stato anche presentato il libro di Alberto Flego VOCI RIMOSSE – I profughi di Eidomeni, cronaca di un’esperienza diretta nel campo di transito greco che suscita molte riflessioni e numerosi interrogativi su quanto effettivamente si sappia su questa emergenza della nostra contemporaneità di cui, come di tante altre situazioni più o meno gravi, non sempre riusciamo ad avere una conoscenza completa.

Punti di forza di S/paesati sono, tra gli altri, l’attualità e la varietà delle proposte artistiche che toccano in ognuno corde particolari e che, sollecitandole secondo diversi gradi di sensibilità, permettono di cogliere gli aspetti di un tema oggettivamente complesso. Attraverso proposte come questa si possono immaginare dialoghi, punti di contatto e di distanza, ipotizzare legami e collegamenti che siano di sostegno per comprendere meglio ciò che sta avvenendo intorno a noi.

Paola Pini

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