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“Colette”. Il valore culturale delle battaglie femministe per la libertà

Data:

Al Teatro Parioli di Roma fino al 26 febbraio 2017

Molto interessante è fare luce sulle figure che hanno in qualche modo segnato le varie epoche, specialmente se antesignane di qualche movimento come il femminismo politico ed intellettuale nell’età della belle epoque e delle suffragette. Questo è il caso di Colette di cui un prezioso studio psicoanalitico di Marzia Pacella consente d’elaborare i periodi più interessanti della sua esistenza con le differenti relazioni con i suoi tre mariti e le differenti prese di posizione sui vari temi borghesi e culturali in discussione in quel tempo. Colette non si fece problemi, non accettò vincoli e limitazioni al suo essere per cui è ancor più rilevante il fatto che nonostante la sua spregiudicatezza espressiva e libertà d’atteggiamento senza condizionamenti, fu giudicata degna di essere membro dell’accademia francese. Lo meritò grazie ai suoi romanzi che vennero dopo le novelle come “I racconti brevi” del più celebre Zola, dove rivolse ben presto le sue attitudini compositive e fece spesso protagonisti della sua versatile penna i suoi amanti, come il rapporto con il figlio diciassettenne del secondo marito,che fece scandalo. Nel campo sentimentale non si fece remore ed ebbe promiscuità pure con donne,che Carola Stagnaro (sulla scena) rappresenta con orgoglio nello smoking maschile con cravatta. Accanto a lei con camicetta femminile a giocare sul pavimento con Colette,che la Spaak l’interpreta mirabilmente con voce chiara, disvelatrice al suo scrittoio, v’è Alessio Di Clemente nei panni del suo terzo marito che le rimprovera l’eccessive spese che avevano ridotto la famiglia in rovina insieme alle bollette domestiche. Le dizioni intense dei dialoghi ci regalano uno psicologico studio di scavo interiore lodevolmente diretto da Maurizio Panici. Questa fu la sua più indelebile attività, malgrado prima fosse stata anche danzatrice, mimo e clown, acrobata di circo, estetista e polemista,conferenziera sulle questioni femminili, rivendicando il diritto alle proprie scelte ed alla libertà di parola come Nora in “Casa di bambola” di Ibsen in scena allo stabile di Roma.Nella sua splendida vita fu anche redattrice di giornali patinati, osé, condividendo le formule d’avanguardia con una progressiva evoluzione psichica che per questo fu sempre più sconvolgente per i puristi pieni di pregiudizi del tempo come la nostra G. Deledda che con il verismo della Barbagia vinse il primo nobel femminile in Italia. Si replica al Teatro Parioli fino al 26 febbraio 2017.

Susanna Donatelli

 

Catherine Spaak, Alessio Di Clemente, Carola Stagnaro
Colette, donna straordinaria
Di Catherine Spaak e Marzia G. Lea Pacella
Regia Maurizio Panici
musiche Matteo Cremolini
costumi Lucia Mariani
aiuto regia Maria Stella Taccone
scena Francesco Ghisu
light designer Beppe Filipponio

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