Oggi parleremo di un fenomeno linguistico piuttosto particolare, ovvero, una forma di polisemia chiamata enantiosemia, cerchiamo ora di spiegare brevemente cos’è.
L’enantiosemia è una situazione in cui un termine ha più di un’interpretazione, cioè quando alcuni dei significati estensivi di una parola con molta probabilità, entrano in contrasto tra loro. Facciamo qualche esempio: il verbo tirare può essere adoperato sia per indicare l’atto di scagliare lontano qualcosa che di attirarla a sé; lo stesso vale per il verbo cacciare che può significare “inseguire “ oppure “ allontanare “, o ancora per affittare che può essere utilizzato sia per indicare l’azione di dare in affitto che quella di prendere in affitto.
Nella Treccani è scritto che proprio perché pur essendo considerate quasi sempre ed esclusivamente come significanti, le parole hanno una loro natura astratta, pertanto, a creare la comunicazione non è altro che la relazione che s’istaura fra esse.
Infine, ci sembra doveroso far presente, o comunque ricordare, che l’enantiosemia si manifesta diffusamente anche in altre lingue, tanto da destare curiosità, non solo per l’effetto che questi vocaboli hanno sul significato di una proposizione, ma anche, anzi forse soprattutto, sulla tendenza degli esseri umani a coniare termini che indicano nel contempo situazioni tra loro inconciliabili.
La rubrica Rispettiamo l’Italiano vi dà appuntamento a giovedì prossimo con altre curiosità riguardanti la nostra lingua.
Martina Naccarato