“Tangentopoli” al Teatro Golden di Roma, fino al 16 aprile 2017
Il dilagare della corruzione economica che portò al crollo della prima Repubblica con il processo di “mani pulite” dal tribunale di Milano alla Sigla “CAF”, partito dalle tangenti del Pio albergo Trivuzzio riscosse da chiesa reo confesso, la scoperta della P2 di L. Gelli “il venerabile”ed i raggiri con le truffe sugli appalti con la mafia al nord, riecheggiano in questi giorni al teatro di via Taranto con le fasi del processo contro Craxi con P. M. Antonio Di Pietro, che formava il trio della procura con G. Colombo e P. Davigo agli ordini di Borrelli e D’Ambrosio, ad interpretare i due celebri personaggi sono due attori di grosso calibro come Augusto Zucchi e Sebastiano Somma che si guardano implacabilmente e ricostruiscono le fasi chiave della corruzione del periodo anni novanta del xx secolo,in cui Di Pietro rimprovera alla sinistra socialista ed al centrodestra d’aver fatto del guadagno in nero un vero “affaire” irregolare e privato, mentre Craxi sostiene con la grintosa oratoria di A. Zucchi, che il finanziamento illecito favoriva tutti i partiti, compreso il PCI con i rubli di Mosca. Nell’intervallo dell’udienza i due hanno modo di parlarsi a cuore aperto e scambiarsi confidenze, accuse e previsioni future.Bettino accusa Di Pietro di servirsi della legge per farsi pubblicità e propagandare idee politiche; Di Pietro dice a Craxi d’essere corrotto, impostore, falso ed arrogante, spregiudicato per loschi fini, ma pure generoso ed ironico. Craxi prevede che Di Pietro avrà successo mediatico e farà politica, perfino il ministro con Berlusconi. Bella è la scena della ricostruzione dell’aula di giustizia con l’immagine della torre Velasca, simbolo Ambrosio, sulla vetrata di fondo. Il testo è stato scritto da Vincenzo Sinopoli ed Andrea Maia, pure regista psicologico dello scontro dialettico,mentre l’avvocato dell’onorevole è la scrupolosa Morgana Forcella ed il narratore Roberto Negri. Lo spettacolo si replica fino al 16/04.
Susanna Donatelli