Nella ruota che può stravolgere la vita di ciascuno di noi, Anna Mod si è trasformata da donna qualsiasi con un lavoro qualunque a fotomodella che gira l’Italia mettendosi in gioco fra spiagge, boschi e ville abbandonate. C’era una volta la ex impiegata abituata a passare inosservata, abituata a trascorrere le sue giornate nel Veneto indaffarata nelle mille faccende domestiche. Oggi, questa donna con gli “anta” alle spalle ha scelto il mondo della fotografia per riscoprire il piacere di sentirsi donna. “quando scatto, provo emozioni che mai avevo sentito prima – racconta – mi sento elettrizzata fin dal giorno prima, poi dal mattino tutto diventa stupendo: uscire di casa con la valigia, prendere il treno, conoscere persone nuove ed essere io la protagonista del set”. Insomma, Anna Mod – nome d’arte che la accompagna ormai da quasi tre anni – ha scoperto la sua vera dimensione. “Qui posso esprimermi sul serio, non devo reprimermi come accade nel quotidiano” svela con un pizzico di amarezza. Perché nessuno nella sua cerchia di amici e famigliari sa che ormai è una delle fotomodelle “over” più richieste da professionisti ed amatori, un autentico personaggio social che con le sue fotografie fa parlare di sé decine di gruppi su Facebook. Insomma, un’imprenditrice di se stessa che ha puntato tutto sulla sua immagine. E, da quello che sembra, al momento ha vinto.
Dicevamo all’inizio: per tanti anni sei stata una persona “normale”.
Ero un’impiegata amministrativa e commerciale. La mia passione è sempre stata la danza classica, da bambina il mio sogno era quello di diventare una ballerina. Ci ho lavorato per 15 anni, ho studiato a Londra ed ho insegnato in Italia. Adesso mi diletto col tango argentino.
Finché è venuto il giorno in cui…
Ho deciso di buttarmi nel mondo della fotografia. Avevo voglia di mettermi in gioco, di raccontare un altro lato di me. Ricordo ancora il primo set allestito per scherzo al mare, finchè poi… da un qualcosa di saltuario è diventato tutto assolutamente serio e continuativo.
La tua vita stava cambiando.
Da un anno ho scelto di unire l’utile al dilettevole. Addio al lavoro che facevo prima, io amo la fotografia. Questa è la mia strada, qui mi sento realizzata. Mi regala soddisfazioni incredibili, mi dà un senso di libertà che mi appaga. Riesco ad esprimere la femminilità che reprimo nel quotidiano. È tutto fantastico…
Che donna sei nel quotidiano?
Mai una primadonna, mai quella che vuole apparire. Non sono appariscente nel modo di vestire, il mio abbigliamento e il mio trucco sono eleganti ma non si notano. Sono versatile, pratica, solare e disponibile, mi piace sentirmi bene con me stessa.
Insomma, la trasformazione avviene sul set…
Sì, qui mi libero, mi esprimo e faccio esprimere il mio corpo. Il nudo non mi imbarazza, è una forma artistica che mi piace.
Hai alle spalle decine e decine di set: hai una foto preferita?
Se ci ripenso, forse la più bella è un autoscatto… Ma non voglio sembrare presuntuosa, i fotografi con i quali ho collaborato sono autentici artisti. In realtà ho tantissime foto che adoro, in ogni set ce n’è qualcuna che ricordo con un affetto particolare. Anche perché odio le ripetizioni, mi sono divertita a scattare in tante location, a sperimentare e innovare me stessa, i miei sguardi, le mie pose.
Tanti shooting, molti in giro per l’Italia.
Come ho detto prima, per me questa è adrenalina pura. Sensazioni fantastiche che contribuiscono a far accrescere la mia soddisfazione.
E, tra l’altro, la fotografia ti sta ricompensando a piene mani…
Diciamo che ho scattato per una mostra che andrà in porto a Roma nel mese di settembre, sto collaborando con un disegnatore per un progetto espositivo e con un’altra persona per un libro. E poi ho altri contatti per altre proposte, insomma non posso lamentarmi…
C’è un messaggio che vorresti lanciare con le tue foto?
Domanda difficile, ma rispondo con onestà: vorrei dimostrare che una donna, anche se non più giovanissima, ha tutti i mezzi e le potenzialità per farcela in ciò che desidera ottenere. E che anche mettersi in gioco davanti all’obbiettivo può essere un traguardo raggiungibile, sfidando e vincendo tabu e pregiudizi.
E tu hai scelto un nome d’arte per evitare il giudizio?
Purtroppo c’è ancora molta ignoranza e sono certa che la gente sarebbe arrivata a conclusioni false se solo avesse saputo che faccio foto. Purtroppo le persone non capiscono il senso del mettersi in gioco, tutto qui. E quindi ciò che poi pensano, è frutto della loro immaginazione. Io con la mia coscienza sono a posto…
Avresti voluto iniziare prima?
Avrei voluto iniziare con questa testa, quindi forse tre anni fa era il momento giusto.
Hai un obiettivo da raggiungere in campo fotografico?
Realizzare degli scatti che lascino il segno, negli altri oltre che in me stessa. Magari entrare in ambito pubblicitario ed editoriale: in questo modo potrei rendere pubblico il mio lavoro e stoppare sul nascere ogni malalingua. Sarebbe bello!
Luca Fina