Anche quest’anno il Kilowatt Festival di Sansepolcro ci ha riservato delle liete sorprese. Per quanto mi riguarda, ho soggiornato nella città toscana per due giorni, potendo assistere ai seguenti spettacoli, sui quali tra poco spenderò parole. Il Kilowatt si distingue sempre per l’aperta atmosfera che si respira, in cui diventa fondamentale il dialogo tra artisti, operatori del settore e appassionati. Non a caso, è ricominciata quest’anno la pratica degli incontri mattutini che vedono coinvolte le parti citate, in cui si dà luogo a una comunicazione proficua che ci apre ancora ulteriormente verso gli spettacoli visti. Il Festival, vincitore del prestigioso Premio Ubu nel 2010, vede fin dai suoi arbori la presenza del gruppo detto dei “Visionari”, spettatori non professionisti che hanno un ruolo incisivo nella scelta degli spettacoli e, vedendo l’alta qualità di quest’anno, posso ben dire che questi possano essere considerati almeno in parte professionisti essi stessi.
Cominciamo…
Mercoledì 19 luglio 2017
“Wunderkammer 10. Adoratori di Feticci” degli Zaches Teatro all’Ex Scuola Luca Pacioli
La compagnia teatrale festeggia così i suoi dieci anni di attività, ideando questo spettacolo, che è un percorso pensato per un solo spettatore alla volta, che, nonostante la sua brevità – 10 minuti circa – riesce a stupirci. Non posso svelare molto, non posso togliere la sorpresa della scoperta, quello che posso dire è che all’interno troverete una mostra delle maschere e, appunto, dei feticci utilizzati dal gruppo negli anni di attività. In questo iter assisterete alla presenza di creature stravaganti e infine giungerete a un Sandokan che vi parlerà come un oracolo. La mostra è visitabile anche senza la performance, che nel suo interesse perde inevitabilmente di dinamicità e fascino.
Esperienza eccezionale, che ci catapulta in un mondo altro, mettendo in luce la capacità della compagnia di trasformare un luogo reale in uno proveniente dai nostri sogni, o dai nostri incubi.
“The Invisible City” di Daniele Bartolini alle Laudi
Anche in questo caso parliamo di un’esperienza trasversale, come definirlo? Non è assistere a uno spettacolo comune, ma esserne dentro, sostenere un percorso di vita, sentirsi in qualche modo inseriti all’interno di un gioco di ruolo che ci porta a scavare sulle proprie emozioni. Progetto pensato per cinque spettatori, che poi ne divengono protagonisti, dobbiamo approcciarvisi senza paura di svelarci e senza la paura degli svelamenti dell’altro.
Il “gioco” funziona se si trova sintonia con il proprio gruppo, cosa che per fortuna a me è accaduta alla grande, e ne sono uscito dopo circa un’ora e mezza con delle sensazioni di pace e serenità. Ricordate, il percorso inizia prima dello spettacolo e finisce dopo, solo chi vi ha partecipato e chi vi parteciperà ha potuto e potrà comprendere…
Bravi gli attori, ottima l’idea di Bartolini e decisamente suggestiva la location scelta, bravi!
Ideazione, drammaturgia e regia Daniele Bartolini
Assistente alla regia Gilda Foni
Aiuto alla logistica Aurora Betti
Suono Matteo Ciardi
Produzione Capotrave
In collaborazione con Laboratori Permanenti
E Scuola di Teatro Comunale di Sansepolcro
“Giovanna D’Arco – La Rivolta” per Pupilunari a Santa Chiara
È la vera storia di Giovanna D’Arco, il cui vero nome era Jeanne Romée e della quale attraverso attenti riferimenti storici si riporta la vita, non disdegnando il riferimento sulla sua tendenza lesbo. Questo ce lo racconta sul palco l’attrice Valentina Valsania, vestita come un tecnico da teatro e immersa all’interno di un riuscito disegno luci al neon. L’attrice è artefice di una magnifica prova, grazie alla sua grande capacità fisica e vocale, raccontandoci le vicende di Giovanna d’Arco e collegandole alle tematiche sociali sulla donna. Ma alla fine come ne esce l’eroina dalla sua maschilità? Sconfitta, perché nonostante le vesti lei resta una donna e come tale alla fine viene condannata.
Brava l’attrice, ottime la regia e la scenografia, moderna e zampillante di luci. Il testo è forse solo un po’ lungo e retorico, la compagnia dovrebbe allora asciugarlo per renderlo ancora più incisivo, togliendogli quella dimensione del già detto.
Testo di Carolyn Gage
Traduzione di Edy Quaggio
Con Valentina Valsania
Regia di Luchino Giordana ed Ester Tatangelo
Assistente alla regia Giulia Cosentino
Musiche di Arturo Annecchino
Disegno luci Diego Labonia
Scene Francesco Ghisu
Costumi Ilaria Capanna
Video e post produzione Michele Bevilacqua
Co-prodotto da Hermit Crab
Giovedì 20 luglio 2017
“Costruire è facile?” di Batignani & Faloppa allo Spazio Vetrata
Questa performance è pensata per venti spettatori, che inizialmente si trovano spaesati davanti ai due attori, che a mo’ di tecnici stanno costruendo qualcosa davanti ai loro occhi, ma che cosa? Non posso svelare molto, ma posso dire che alla fine lo spettacolo spicca il volo e non solo capiremo le intenzioni degli attori, ma ne saremo coinvolti in tutto e per tutto, catapultati in un mondo magico che ci riporta alla sfera dell’infanzia, in certi casi commuovendoci, essendo i protagonisti molto bravi a giocare con gli archetipi che colpiscono nel pieno il nostro inconscio infantile.
Alla fine che cosa si costruisce? Non posso dirlo, posso dire che si tratta di qualcosa utile alla comunità, come del resto posso dire che difficilmente si uscirà insoddisfatti da questa meravigliosa sala museale, che ospita tra l’altro il Museo della vetrata di Sansepolcro.
Ideazione e drammaturgia di Simone Faloppa
Spazio scenico David Batignani
Videomaker Simone Cinelli
Produzione CapoTrave/ Kilowatt
Con il sostegno del Centro Palmetta,
Spazio Dodo/Associazione Nana Project Colle Val d’Elsa
ERT/ Arena del Sole Villa Pini (Bo), Le Murate.PAC (Fi),
Teatri Associati Napoli,
NTF-Napoli Teatro Festival 2016/Quartieri di Vita
“Vedi alla voce Alma” per Nina Drag’s Queens/A parte, al Teatro della Misericordia
L’attore Lorenzo Piccolo sul palco si sdoppia, mettendosi nei panni della protagonista de “La voce umana” di Cocteau e raccontandoci la vicenda d’amore tra Alma Mahler e il pittore Oscar Kokoschka, che lasciato dalla donna e da lei ossessionato si fece creare una bambola di dimensioni reali dalla sua somiglianza per poterla ammirare notte e giorno.
Il performer gioca coi pochi elementi scenici a disposizione creando uno spazio scenico immaginario in cui lo spettatore lo vede muoversi. È un magistrale Piccolo en travesti che parodia le due storie, facendo ridere il pubblico, ma facendolo anche riflettere sulla profondità dei sentimenti umani.
Si tratta di un monologo ben congegnato, che nonostante i suoi 75 minuti di durata ci tiene fissi sulle poltrone, perché scorre fluido e nel segno della piacevolezza.
Drammaturgia e interpretazione di Lorenzo Piccolo
Regia Alessio Calciolari
Assistente alla regia Ulisse Romanò
Tutor Daria Deflorian, presso la residenza Officina LachesiLAB
Scena e costumi Rosa Mariotti
Disegno luci Andrea Violato
Co-produzione Danae Festival
Con il sostegno di Fondazione Cariplo
Nell’ambito del progetto Under 35
Spettacolo selezionato da Next-Laboratorio delle idee 2016/17
“La Casa del Panda” per TPO a Santa Chiara
Daniele Del Bandecca e Martina Gregori danzano accompagnati da bellissimi video proiettati sullo sfondo che riproducono una Cina magica.
I quadri sono molti e spesso si assiste alla presenza in scena di bambini, che si divertono a seguire percorsi proiettati sul palcoscenico e a relazionarsi allo spettacolo. Affascinanti le coreografie e tecnicamente ineccepibili i danzatori, che portano a un pubblico adulto uno spettacolo – all’ultimo grido dal punto di vista tecnologico – per bambini ben confezionato e ben recepito anche dai più grandi, che lo possono seguire con piacevolezza e divertimento, inebriandosi con le scene di una Cina stilizzata e favolistica dai mille colori.
Direzione artistica Francesco Gandi e Davide Venturini
Basata su un’idea di Lizhu Ren
Coreografia di Daniele Baldacca e Martina Gregori
Disegno visivo Elsa Mersi
Suono Spartaco Cortesi
Ingegnere informatico Rossano Monti
Costumi Chiara Lanzillotta
Oggetti di scena Livia Cortesi
Co-produzione Tong Prodution e Teatro Metastasio di Prato
“Animula” di Daria Menichetti al Teatro della Misericordia
Un lavoro profondo quello della danzatrice, che partendo da “Le Memorie di Adriano” compie un percorso sulla propria mente e sul proprio corpo, in questo assolo estatico, sensuale e filosofico allo stesso tempo.
Ella ci estenua con i suoi movimenti ripetuti e dilatati, per poi esplodere all’improvviso in un impeto di pazzia. In scena pochi elementi, come una scatola semovente in cui la danzatrice entra e fuoriesce, un ventilatore, un siparietto che sarà artefice dello scoppio ardente accennato. Suggestivo il disegno luci e bravissima la Menichetti, che si fa seguire dall’inizio alla fine raccontandoci i segreti più reconditi della nostra anima.
Di e con Daria Menichetti
Disegno luci Luca Poncetta
Paesaggio sonoro Francesco Manenti
Foley Michele Zanni
Tecnico luci Elena Piscitilli
Produzione Sosta Palmizi
Con il supporto di Caijka Teatro d’avanguardia popolare Modena
Finite queste brevi pillole, qualcuno potrà rimproverarmi di essere stato troppo buono, chiedendosi come sia possibile spendere solo belle parole, senza trovare difetti. Allora mi dico che: o sono diventato troppo buono veramente, oppure che la qualità degli spettacoli di quest’anno sia stata veramente alta. Io mi schiero per la seconda proposta, facendo i complimenti a Kilowatt, al suo creatore Luca Ricci e a tutto lo staff, per questo meraviglioso Festival.
Stefano Duranti Poccetti