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La conclusione della Stagione Sinfonica triestina ha messo a confronto diretto il sacro con il profano

Data:

Trieste, Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi, 20-21 ottobre 2017

Scrivere una cantata sacra da opporre alle cantiones profanae dei Carmina Burana di Carl Orff, avendo a propria disposizione lo stesso organico, è impresa non da poco. Marco Taralli l’ha realizzata con successo creando il Psalmus pro humana regeneratione, eseguito in prima assoluta a Trieste nel corso dell’ultimo concerto sinfonico della stagione 2017.

A dirigere un ensemble numericamente importante (al Coro e all’Orchestra della Fondazione si sono uniti, oltre ai tre solisti, il Coro del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor e il Coro di voci bianche “I piccoli cantori della Città di Trieste”) è stato chiamato il M° Alessandro Cadario, personaggio di spicco tra i Direttori della nuova generazione per competenza e versatilità, attivo da tempo in progetti dedicati ai giovani e alla musica contemporanea.

Il Psalmus è il risultato di una interessante e fruttuosa collaborazione tra il compositore e Don Thompson, autore dell’elaborazione del testo, che ha desiderato dedicare l’opera “a Papa Francesco, ritenuto guida spirituale per la rinascita di una nuova umanità”.

22538593_1699085523455680_99856360781360231_oLa lingua dominante è l’inglese e nel corpus principale, costituito dall’Antico Testamento, sono inseriti dei versi tratti dai Vangeli. Marco Taralli ha chiesto che ci fosse la presenza, in alcuni momenti, del latino sui quali costruire dei fugati, oltre all’aggiunta, nella seconda parte di citazioni dal Cantico dei Cantici di San Francesco: tre epoche e tre lingue diverse, fra loro mescolate in un’unica preghiera contemporanea ricavata, senza nulla aggiungere, dalle radici più profonde di due grandi fedi monoteistiche.

La complessità della struttura linguistica e simbolica è riprodotta con grande efficacia in quella musicale. In essa, momenti altamente drammatici si alternano con chiarezza ad altri in cui sono la pace e la requie a dominare, rasserenando l’ascoltatore che viene così catturato e coinvolto in un qualcosa che è più vicino al sacro che tutti unisce, rispetto al liturgico o il religioso propriamente detti.

Molto è dovuto alle numerose voci a disposizione: una grande orchestra, un coro adulto di dimensioni non usuali cui se ne aggiunge uno di voci bianche e tre solisti quali il soprano Ágnes Molnár, dalla voce piena e ricca di armonici, il controtenore Jake Arditti, cui è stata affidata una bella parte virtuosistica, ed il baritono Domenico Balzani, le cui doti vocali sono ben note ed apprezzate dal pubblico triestino.

Alessandro Cadario, ha diretto questa prima parte del concerto con grande abilità, ben proteso verso l’Orchestra e i Cori e accompagnando attentamente i solisti di volta in volta impegnati.

I Carmina Burana (scritti da Carl Orff tra il 1935 e il 1936 ed eseguiti per la prima volta all’Opera di Francoforte sul Meno nel 1937) hanno mutato totalmente l’atmosfera. Anche in questo caso si ha la presenza di lingue diverse (il latino è preponderante sul medio-alto tedesco e sull’antico provenzale), ma l’effetto è ben altro in questa cantata profana, nella quale il M° Alessandro Cadario ha dato prova della sua notevole capacità di passare da un ambiente musicale all’altro dirigendo qui in modo molto più leggero e a tratti ironico, modificando completamente il proprio stile nei momenti in cui era necessaria una decisione quasi violenta, assecondando con perizia i diversi momenti di un’opera da lui ben nota e approfondita nel tempo.

I solisti si sono confermati all’altezza anche in quest’occasione, confermandosi con perizia Ágnes Molnár, mentre qui Jake Arditti e Domenico Balzani si sono qui distinti anche in abilità mimiche oltre che vocali.

L’alternanza fra sacro e profano in quest’ultimo concerto è stata portata davvero alle estreme conseguenze; se nel concerto precedente era stata l’ambiguità ad essere di scena, in questo caso invece i due mondi non si sono minimamente toccati lasciando al pubblico, che ha dimostrato di apprezzare entrambe le proposte, un senso di netta separazione e demandando al singolo la libertà di riconoscersi maggiormente nell’una o nell’altra prospettiva.

 Paola Pini

 

Direttore: Alessandro Cadario
Musiche di Marco Taralli, Carl Orff
Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Coro del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor (direttore Zsuzsa Budavari Novak)
Coro di voci bianche “I Piccoli Cantori della Città di Trieste” (direttore Cristina Semeraro)
In collaborazione con il Teatro Nazionale Sloveno di Maribor
Soprano Ágnes Molnár
Controtenore Jake Arditti
Baritono Domenico Balzani
Maestro del Coro Francesca Tosi

PROGRAMMA
Marco Taralli
Psalmus pro humana regeneratione –
Cantata sacra per soli, coro e orchestra
Nuova commissione della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Elaborazione del testo a cura di Don Thompson
Carl Orff
Carmina Burana
Cantiones profanae.
Cantoribus et choris cantandae comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis.
FORTUNA IMPERATRIX MUNDI
1 O Fortuna (coro)
2 Fortune plango vulnera (cor

PRIMO VERE
3 Veris leta facies (coro piccolo)
4 Omnia Sol temperat (baritono)
5 Ecce gratum (coro)

UF DEM ANGER
6 Tanz
7 Floret silva (coro)
8 Chramer, gip die varwe mir (coro)
9 Reie
Swaz hie gat umbe (coro)
Chume, chum, geselle min
(coro piccolo)
Swaz hie gat umbe (coro)
10 Were diu werlt alle min (coro

IN TABERNA
11 Estuans interius (baritono)
12 Olim lacus colueram (tenore e coro)
13 Ego sum abbas (baritono e coro)
14 In taberna quando sumus (coro)

III.
COUR D’AMOURS
15 Amor volat undique
(soprano e voci bianche)
16 Dies, nox et omnia (baritono)
17 Stetit puella (soprano)
18 Circa mea pectora (baritono e coro)
19 Si puer cum puellula (baritono)
20 Veni, veni, venias (coro doppio)
21 In trutina (soprano)
22 Tempus est iocundum (soprano
e baritono, coro e voci bianche)
23 Dulcissime (soprano)
BLANZIFLOR ET HELENA
24 Ave formosissima (coro)
FORTUNA IMPERATRIX MUNDI
25 O fortuna (coro)

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