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Il Sannazaro si veste a festa: in scena “Festa di Piedigrotta” di Viviani per la regia di Lara Sansone

Data:

Al Teatro Sannazaro di Napoli. Fino al 12 novembre 2017

“Festa di Piedigrotta” di Viviani è un trionfo: trionfo di suoni, musica, luci che “esplodono” tutte insieme sulla scena per far rivivere al pubblico le gesta e le emozioni che solo la festa settembrina tutta napoletana riusciva a dare; è un trionfo però che – proprio in quanto tale – pone in essere, attraverso le “voci” dei personaggi, le problematiche di un popolo, quello napoletano, che deve fare i conti, ogni giorno con le difficoltà di carattere sociale (quanto mai attuali) che riemergono in superficie anche durante la festa. E’ un’opera complessa, dunque, “Festa di Piedigrotta” di Viviani: lo sa bene Lara Sansone che, avvezza già da tempo alla messa in scena di opere del drammaturgo stabiese, può dirsi decisamente vincitrice anche di questa nuova avventura. La sua “Festa di Piedigrotta” resta fedele al testo di Viviani, la “sagra popolare (nota bene la definizione) in versi, prosa e musica in due atti, in dialetto napoletano” che per come è strutturata può definirsi ampiamente un’opera precursore del musical italiano la cui comparsa in Italia è attestata – “scientificamente” – nel 1952. Qui siamo appena nel 1919: da soli due anni Viviani ha smesso “gli abiti da generale per vestirsi da soldato” e dar vita al Suo di Teatro, sganciandosi dal Varietà.

23316137_10214589829724670_2047375136_nLara Sansone, attraverso la sua regia, ci regala sì la tradizione (che va sempre difesa e non snaturata) pur però inserendo dei caratteri di modernità, la stessa che ha cambiato il volto del Teatro rispetto all’epoca di Viviani soprattutto in materia di rapporto pubblico/attore/sala teatro: la platea della “bomboniera di via Chiaia” infatti – così come accaduto per un altro fortunatissimo allestimento, “Festa di Montevergine” sempre con la regia della Sansone – diventa essa stessa luogo della festa; al posto delle poltrone, spazio a lunghi tavoli e sedie dove il pubblico – in un rapporto più intimo quindi con gli interpreti – può sorseggiare un po’ di vino rosso e sgranocchiare un tarallo, proprio come se fosse all’interno della festa, mentalmente e fisicamente. A dar vita ai personaggi che si avvicendano man mano per le strade della Piedigrotta, portatori ognuno della propria storia, ora più allegra ora più drammatica, un cast di attori degno del Teatro Sannazaro: è un connubio tra veterani di quel palcoscenico e nuove leve di giovanissimi ma altrettanto bravissimi interpreti con tanta passione ed energia. Degni di nota sicuramente Salvatore Misticone che veste sia i panni di Don Gennaro che quelli di Mimì di Montemurro, il personaggio al quale Viviani affida il duro attacco agli scugnizzi napoletani, “feccia dell’umanità”: è un alto momento quasi lirico questo che Misticone riesce con la propria abilità attoriale a comunicare al pubblico che gli regala tantissimi applausi; poi ancor Ciro Capano, uno dei veterani del Sannazaro appunto, un “porto sicuro” per tutti gli spettacoli, grazie alla sua intensa recitazione e alla sua voce sublime si conferma ancora una volta uno dei re di questo genere teatrale; altrettanti meriti a Corrado Ardone, Lucio Pierri, Patrizia Capuano e Tina Scatola, Mario Aterrano, Matteo Salsano, Chiara  De Vita, Laura Misticone, Annamaria Colasanto e tutti gli altri, ognuno perfettamente in ruolo. Un complimento a parte, inoltre, ai giovanissimi attori che hanno affiancato egregiamente questi Signori del palcoscenico: in loro è già possibile intravedere un grande talento che se coltivato bene può dare grandi risultati. Tutti insieme – veterani e giovani – hanno dato vita a delle bellissime scene corali egregiamente studiate da Lara Sansone, come quelle del passaggio dei numerosi carri che attraversando la platea arrivavano fin su al palcoscenico dove la scenografia di Francesca Mercurio (realizzata dai Fratelli Giustiniani) rappresentante la villa comunale e il lungomare adiacente ha fatto da sfondo a tutte le storie: quella degli scugnizzi e i loro scherzi, quella degli innamorati Beniamino e Nunziatina o quella ancora di ‘Ngiulina e il figlio in giro per la festa. Le scene corali prevedevano inoltre dei movimenti coreografici ben assemblati da Alessandro Di Napoli su musiche sapientemente rielaborate dal Maestro Paolo Rescigno.

Repliche al Sannazaro fino al 12 Novembre per poi riprendere nel periodo natalizio, in pieno clima di festa, è il caso di dire. Rappresentare “Festa di Piedigrotta” oggi è altamente simbolico, soprattutto perché è da qualche decennio che Napoli in quel periodo dell’anno non si riempie più di suoni, colori, carri, bancarelle: quell’atmosfera che Viviani, attraverso la sua sapiente mano, ha saputo descrivere. Una festa del popolo, per il popolo.

Francesco Pace

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