Al Salone Margherita di Roma, fino al 18 marzo 2018
Come sempre grande successo ha riscosso il debutto del nuovo spettacolo d’uno spirito sarcastico pungente ed irriverente come Rodolfo Laganà, cresciuto alla scuola della comicità ironica e mimetica gestita dall’anfitrionica maestria di sublime e raffinata classe quale quella di Gigi Proietti. Il buon Rodolfo,attingendo pure alla memoria Goldoniana del castigat ridendo mores ha presentato il suo nuovo one man show, in cui stando seduto al centro del palcoscenico del Salone Margherita gremito, ha discettato con una irrefrenabile oratoria dalla fluida e chiara espressione, dettata dalla riflessione sui vizi e costumi della società contemporanea su parecchi reati pubblici e privati di essa in cui l’uomo per districarsi senza legami ed impacci di sorta,condotta conveniente con geniale opportunismo, simula spesso di non capire la situazione in cui si trova ed agisce con accentuato egoismo e spudorata protervia. Nel primo tempo ha cominciato parlando del traffico indisciplinato e caotico di Roma in cui si parcheggia in doppia fila lasciando nel migliore dei casi un biglietto di riferimento oppure urtando un’altra macchina nel fare manovra senza eccessivi scrupoli,ma poi confessato esplicitamente il suo piacere nel rimodulare il linguaggio con neologismi od alternative valenze, ad esempio prende spunto dalla crisi economica in cui pare ne stiamo uscendo, si è abituati a dire ”tutto sottratto” per ”tutto sommato”, mentre dai recenti sondaggi politici ed ultimi eventi il termine ”sinistra” è negativo e destra favorevole, come gli idiomi ”un brutto sinistro” o “un buon destro” ed ancora nel calcio i termini usati alludono all’elettricità e gli idraulici s’arrabbiano. Come non pensare ad “una buona resistenza” per indicare la forte difesa, le diciture ”staccare la spina” o ”fare la spola e da parafulmine” nei momenti di crisi. Per indicare liti e polemiche va bene “andare in puzza”, come i profumieri ed i negozi di occhiali da quando le farmacie vendono i profumi ed i cosmetici, mentre le fake news su facebook ed internet rovinano la privacy ed intimità, per cui egli fa volentieri a meno dei ritrovati tecnologici. Il pubblico ascoltandolo con attenzione assorta ed introversa meditazione, si lasciava trascinare estasiato da codeste considerazioni autentiche,ridendoci sopra quasi per esorcizzarle, come allorché ha detto che la donna è più razionale e comprensiva dell’uomo, che in amore capisce una cosa sola e si lascia sovente solo guidare dall’istinto come a Milano e Macerata. Dunque per lui dove sta il piacere e la felicità?Semplice,nell’amore per gli altri, nel curarsi molto di sé appena avverte i primi sintomi di malessere ed essere una testimonianza scientifica da ”Malato immaginario” di Molière pure con 36 di temperatura,mentre la realizzazione la raggiunge con lunghe dormite e sogni evasivi;da un rapido calcolo già 20 anni l’ha passati a letto. Per ciò che concerne l’atteggiamento indiano all’esterno, ha accennato all’individuo che si crede furbo quando nei discount approfitta delle varie offerte e magari dimentica l’essenziale,come gli assorbenti da cucina o scottex, oppure ai viaggiatori ”portoghesi”, sui mezzi pubblici divisi in due categorie: quelli che non hanno il biglietto e stanno sempre all’erta per scendere, allorché sale il controllore, oppure quelli che possiedono il titolo di viaggio ma si guardano bene dall’obliterarlo giornalmente.La cultura non era per lui,non avendo difficoltà a riconoscerlo,ma la saggia esperienza dell’esistenza vissuta gli ha insegnato che indiani non ci si diventa,ma ci si nasce e si specializza pian piano in tale filosofia di vita. Il primo ad attuarla è stato l’impreciso Colombo che ingannò i sovrani di Spagna per ottenere le caravelle. Sul palco a tenergli compagnia con moine,effusioni i passi di danza sulle musiche di Roberto Giglio,tra le scene di Licheri e Cappellini una bella indiana Sioux con la piuma.Insomma per sedare l’indiano non ci vogliono i medici, bensì i vigili urbani ed i controllori sugli autobus.Lo spettacolo si replica al Salone Margherita fino al 18/03.
Giancarlo Lungarini