Dal 23 marzo al 26 marzo 2018 al Teatro Cilea di Napoli
La storica commedia napoletana, in tre atti, è la storia dello scugnizzo ‘Ntonio Esposito, che tenta di superare la propria condizione di vita precaria per offrire, alla ragazza che ha messo incinta e al figlio che sta per nascere, quella famiglia che non ha avuto e una prospettiva di vita. Con un espediente e un ricatto riesce a sistemarsi come segretario di un avvocato, facendosi apprezzare per la sua arte di arrangiarsi e la conoscenza del codice appresa dalla strada.
L’ultimo scugnizzo è uno dei testi più famosi del teatro di Viviani che tocca la maggiore intensità nella Rumba, in quel suo icastico e surreale ritmo giullaresco che riesce a creare suggestioni davvero singolari.
Un celebre momento teatrale che ha assunto anche una propria dimensione autonoma rispetto alla rappresentazione della commedia è la Rumba degli scugnizzi nel secondo atto, unica musica prevista nella pièce. Per il musicologo Pasquale Scialò è «tra i brani più significativi e noti ideati da Viviani» e «rappresenta una sorta di manifesto sonoro della concezione compositiva dell’autore, sempre attento a cogliere diverse pratiche musicali, contemplando tanto quelle tratte dalla autentica tradizione popolare, le “voci” dei venditori ambulanti, quanto quelle legate alla “musica d’uso” e di importazione, come la rumba».“
Nino D’Angelo torna in teatro con “L’ultimo Scugnizzo” di Raffale Viviani, con la regia di Bruno Garofalo, dal 23 al 26 marzo al Teatro Cilea di Napoli. A distanza di dieci anni dall’ultima sua rappresentazione teatrale, D’Angelo riveste quindi i panni di ‘Ntonio Esposito, lo scugnizzo, «cresciuto alla scuola della strada, dove si passa senza esami», che, nell’imminenza di diventare padre, sente la responsabilità di trovare un’occupazione qualsiasi per sposare la ragazza incinta e dare uno stato civile al bambino atteso. Un celebre momento teatrale che ha assunto anche una propria dimensione autonoma rispetto alla rappresentazione della commedia è la “Rumba degli scugnizzi” nel secondo atto, unica musica prevista nella pièce. Con Nino D’Angelo, in scena Antoine, Salvatore Benitozzi, Tonia Carbone, Vittorio Ciorcalo, Marcello Cozzolino, Antonio De Francesco, Tiziana De Giacomo, Sonia De Rosa, Raffaele Esposito, Laura Lazzari, Marianna Liguori, Matteo Mauriello, Gennaro Monti, Gina Perna, Mena Steffen e Maria Rosaria Virgili.
Ciò che più colpisce di un artista eccezionale come Nino D’angelo e vedere nonostante i suoi tanti anni di onoratissima carriera nel mondo dello spettacolo, come sia sempre una persona dall’animo puro e dalla tanta umiltà con cui si approccia alla sua arte. L’ultimo scugnizzo non fa alcuna eccezione in questo e l’artista indiscusso re di Napoli si regala per l’ennesima volta al suo pubblico vastissimo, emozionandolo un’altra volta.
Nel primo atto viviamo la commovente storia di Antonio Esposito che per sistemarsi e poter sposare la futura madre di suo figlio con cui “ha fatto il guaio” va nello studio di un avvocato per chiedergli un posto come segretario e da qui nascono tanti favolosi equivoci come quello del marito dell’amante dell’avvocato ( ammogliato e con due figli). Nel secondo atto ci spostiamo a casa della futura moglie di Antonio dove troviamo anche la colorita suocera e altri amici d’infanzia di Antonio che racconta delle sue prodezze fatte nella casa dell’avvocato ed infine nell’ultimo atto un triste ma sorprendente colpo di scena, che lascerà gli spettatori di stucco.
Marco Assante