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Sì, ritorniamo figli di Madre Terra

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La natura mi chiama affinché io comprenda il senso di ogni cosa che si muove fuori e dentro di me. Ogni essere vivente allineato alle leggi del cosmo si esprime con un’intensità che si può comparare al vuoto dello spazio intergalattico. Nei pressi di un bosco, sulle vette innevate, ai bordi di un fiume, in mare aperto, all’interno di grotte sotterranee, a contatto con animali liberi, posso avvertire quella forza che m’invita a ritornare al silenzio: Energia della creazione.

Lo scenario del mondo oggi, tuttavia, ci fa pensare che tutto ruota sulla volontà che cospira a piegarci all’azione. Siamo condizionati a credere che solo se ci muoviamo in maniera competitiva, innovativa, a gestione piramidale, sfruttando al massimo risorse di ogni specie e natura, adempiremo un dovere generazionale. Lo scenario che si apre ai nostri occhi è dunque quello di una popolazione che soffre, appesa ai fili della mente che indisturbata chiacchiera senza sosta e vomita idee, concetti, condizioni, regole, preghiere, domande, credenze, senza sosta. Rimuginare, controllare, verificare, è condizione sine qua non, dell’evoluzione.

A mio avviso quella che è definita “intelligenza” (la facoltà, propria della mente umana, di intendere, pensare, elaborare giudizi e soluzioni), sta svilendo la nostra natura di esseri istintivi, esseri capaci di percepire la voce invisibile degli spiriti del vento e di ogni creatura della natura. L’evoluzione dell’uomo, bramata in maniera quasi ossessiva, ci ha ridotti a esseri insenzienti, anime piegate alla disumanità, anime “le cui forze emotive e coscienti sono inattive o latenti”, che si combattono a vicenda in nome d’ideali che non hanno niente a che vedere con le leggi naturali che ci hanno concepito.

Abbiamo toccato la punta dell’Iceberg, tutt’intorno ci sono solo macerie che attendono d’essere spazzate via, la natura ci chiama prepotentemente a un’inversione del nostro sguardo, occorre ritornare alla sensazione, lasciare cadere i dogmi e seguire l’energia pulsante del cuore che ribelle ci guida verso un cammino più vicino all’energia femminile, quella che sa farsi utero di progetti che mirano a salvaguardare, ricostruire, nutrire. Progetti che hanno come unico obiettivo il riconoscimento dei bisogni primari e la loro soddisfazione, progetti dove empatia, accoglienza, rispetto, sono elementi imprescindibili.

E’ il momento di ritornare figli di Madre Terra, non solo letteralmente, ma attraverso azioni concrete come mettersi in ascolto sedendo di fronte ad un tramonto che ci parla e ci invita a cambiare qualcosa nei nostri consueti modi di fare, oppure camminando dentro ad un bosco che ci regala immagini evocative che svelano soluzioni a problemi di lavoro, di relazione, di soldi… E’ il momento di lasciar “giocare in giardino il nostro ego” e dare un significato alla nostra missione utilizzando il nostro lato creativo (che crea, dunque non distrugge), quel lato che ci fa essere creatori partendo dal “nulla”, principio di tutte le cose.

Come dicevo: la natura mi chiama invitandomi a ritrovare la strada verso una pace interiore duratura, una pace che non ha niente a che vedere con momentanei stati di euforia post guru spirituali che mi garantisce l’illusione di risvegli estatici. La natura mi chiama a “Essere” un’unica energia con la vita che mi circonda, mi chiama a riconoscere i “segni invisibili” che svelano la via da seguire fino alle porte del paradiso, mi chiama a restare in uno stato di vulnerabilità e apertura del cuore, uno stato che trabocca il succo dell’amore incondizionato. La natura mi chiama a Co-creare con ogni creatura per un fine più alto, incomprensibile alla mente umana, che tuttavia è il fine che fu principio di ogni cosa: il benessere dell’umanità.

La natura mi chiama a diffondere questo messaggio, scritto da quel vuoto che contiene l’intera creazione, ogni parola è già manifestazione e di questo sono grata. Ora non mi resta che danzare insieme ai fiocchi di neve, arrivati come Angeli custodi del Cambiamento.

Fiorinda Pedone

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