La canzone come possibilità di accendere luce alla mente umana
La canzone in generale è un viaggio in cui ogni artista si esprime. L canzone racconta la storia, i sentimenti, gli esseri umani. Ci emoziona, ci cattura perché ella trasmette qualcosa che non è legata propriamente alla sua bellezza, ma a qualcosa che ci tocca e che fa parte del quotidiano oppure qualcosa che abita nella nostra anima. La canzone rivela aspetti culturali che ci appartengono. Se osserviamo la canzone italiana, infatti noteremo proprio questo. Allo stesso tempo ella rivela tratti accomunanti gli esseri umani, che spesso ignoriamo, in un contesto in cui l’individuo può incontrare l’umano nel suo umano. Inoltre attraverso l’arte della canzone è possibile comprendere le differenze tra le diverse generazioni. Una testimonianza di questo, lo possiamo trovare nelle canzoni di Albano e Romina Power. Le loro opere manifestavano un’epoca in cui l’umanità incontrava il suo umano, laddove fioriva il rigore dell’anima di ogni singolo individuo, in un contesto in cui il tutto influenzava tanti aspetti della nostra stessa società. Si parla di una generazione che ha detto basta alla seconda guerra mondiale e altolà alla dittatura fascista e alla Monarchia e che ha avviato un processo di costruzione e trasformazione. Erano tempo il cui lo spirito umano e la sua libertà erano vivi e abitavano nell’animo di ogni individuo. In questa prospettiva la canzone ci può aiutare a riflettere e a darci luce, rendendoci quindi degli illuminati. La musica suscita sentimenti e costituisce un’etica della propria personalità – una cosa simile accade nelle relazioni umane, dove ogni incontro ci conduce alla costruzione dell’etica personale. Ogni incontro umano può essere paragonato a una canzone che ci trasmette qualcosa che porta un cambiamento in noi, nel nome della libertà umana, che abita nel suo essere spirito. Libertà e spirito umano che richiamano il rigore dell’anima che impone al singolo di costruire. Rigore che vedeva l’essere dinanzi al desiderio implorato dall’anima di produrre un cambiamento e un nuovo.
In un tutt’uno in cui l’essere umano è un poeta che scrive o sussurra versi che toccano a tal punto di far fiorire l’amore. L’amore che migliora i rapporti umani, soprattutto quelli di coppia. Amore che non è violenza, dittatura o possesso, ma libertà nella libertà (libertà dell’essere umano). Proprio la canzone Libertà di Albano e Romina Power contiene tutto questo o comunque è un invito a riflettere, in quanto è un inno alla non violenza, alla non dittatura e al possesso, simbolo di impegno volto a un’educazione diversa da quella trasmessa o ereditata. La canzone inizia con Albano che recita “Scende la sera sulle spalle di un uomo che se ne va...”, poi Romina: “Oltre la notte, nel suo cuore un segreto si porterà…“. Si cita un uomo che probabilmente non c’è più. Egli si porta un segreto nel cuore. Tale può essere un evento della vita oppure anche un desiderio che non ha realizzato. Nel cuore di ogni singolo essere umano vi sono segreti. La libertà ci porta a decidere, ma a questa facoltà si contrappone quella di concepire le cose. La libertà per Albano e Romina fa piangere. Essi recitano “Libertà/quanti hai fatto piangere. /Senza te/quanta solitudine. Fino a che/avrà un senso vivere io vivrò/per avere te“. È come se si parlasse di una storia finita in cui qualcuno se n’è andato. Chi viene lasciato si pone un obiettivo e cioè una lotta per riconquistare non il Tu nel senso di anima gemella o persona che si ama, ma una lotta per conquistare la propria libertà. C’è un inno che vuole conservare dei valori, ma allo stesso li vuole rinnovare, modificare verso un senso di beneficio e armonia umana, in un contesto in cui umanamente ciò non viene percepito e di conseguenza la libertà non esiste, perché il singolo si priva di questa. Il singolo riconosce la libertà ma allo stesso tempo non la conosce. Sei libero ma allo stesso tempo fai di te stesso un prigioniero. Libertà spesso è concepita come una non indipendenza. Si lotta per essere liberi e questa lotta non è facile, per lo stato di prigionia che non ci rende liberi e quindi nemmeno degli illuminati. Ma noi possediamo questa facoltà di essere degli illuminati veri e propri, capaci di trasformare e cambiare le cose. Proprio per questo la canzone dei due artisti è un vero e proprio inno.
Nel testo si parla di solitudine; solitudine per il bisogno di qualcuno o qualcosa. La libertà nel testo invita le persone ad orientarsi verso un incontro. In questo senso incontrare l’umano che vive nel sé e nel Tu che ci sta davanti. Lo stesso è un inno volto all’invito di costruire un presente migliore. In questa prospettiva, quando parliamo di libertà, non ci dobbiamo fermare a quella intesa come uomo o donna libera. Con libertà possiamo anche intendere la necessità di liberare la mente umana da uno stato incatenato, che non permette di riflettere. Con libertà si può intendere la facoltà dell’Io di poter cambiare concetti e modi di vedere. La facoltà umana di pensare porta alla libertà. Ma spesso questa è frenata da un inganno. Inganno da individuare in alcuni concetti di pensiero che ci portiamo dietro. Gli stessi che sono delle fabbriche di pensiero che sono divenuti inganno per l’essere umano, che crede di pensare ma non pensa. Fabbriche di pensiero che possiamo considerare come un canto di Ulisse che incanta ogni singolo essere umano, uomo o donna che sia.
Oggi se pensiamo e guardiamo il contesto sociale e culturale dove viviamo, ci possiamo accorgere che abbiamo bisogno di riprenderci in mano lo strumento più importante e fondamentale che l’umanità possiede, e cioè il pensiero. Abbiamo bisogno proprio di lui, poiché questa società fatta di tanta narrazione e retorica ha bisogno del pensiero per superare ogni barriera e difficoltà. I giovani sopratutto devono impossessarsi del pensiero necessario per costruire il presente. L’incertezza che ci attanaglia va’ superata e solo con il pensiero si può superarla. Cerchiamo in noi stessi il nostro inno alla libertà, perché quell’inno di Albano e Romina Power abita nelle anime di ogni soggetto umano. Facciamo della canzone, così come dell’opera d’arte in generale, una possibilità di far cultura e filosofia. Cogliamo i messaggi che un’opera ci vuole dare, nella libertà e nella indipendenza. Messaggio che bisogna cogliere attraverso ciò che ogni verso vuole trasmetterci.
Giuseppe Sanfilippo