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RARITA’ ROSSINIANE IN VALLE D’ITRIA

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Il 2018 è un anno importante per la scena musicale del nostro Paese: vi ricorre il 150° anniversario della morte di Gioachino Rossini, e diverse istituzioni culturali del panorama italiano e internazionale stanno dedicando al celebre compositore pesarese un’attenzione particolare. Rossini, infatti, rimane ancora oggi uno dei compositori più noti al grande pubblico: spesso rappresentato nei principali teatri del mondo, sin dalla metà del secolo scorso è stato oggetto di un revival che ha significato importanti progetti editoriali, quali quelli della Fondazione pesarese a lui intitolata, oltre che una copiosa messe di incisioni discografiche già a partire dai tardi anni ’50.

Simone Di Crescenzo @Marilena Garzarella

Ma come si è costruita la fama di Rossini nell’Ottocento, prima e dopo il suo addio alle scene del 1829? Le vignette satiriche che lo rappresentano alla guida di una rumorosa orchestra di cannoni, ad esempio, sono indice di quanto Rossini visse (e, contemporaneamente, modificò) il sistema produttivo operistico, dal rapporto con gli impresari alle recensioni degli spettacoli. Ma la sua musica, così come quella di tutti i suoi contemporanei, aveva due canali per essere diffusa tra il grande pubblico: da un lato, le riduzioni per voce e pianoforte delle arie operistiche; dall’altro, le trascrizioni o gli arrangiamenti che elaboravano liberamente melodie celebri. Infatti, tra i principali luoghi di consumo musicale il ruolo preminente era svolto dai salotti – fucine di idee, cultura, rivoluzioni, forse anche più dei teatri – cui si aggiunse, a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento, la realtà della sala da concerto. Virtuosi e cantanti vi si esibivano proponendo composizioni originali o brani elaborati a partire delle melodie più note del momento, ovvero delle arie operistiche di successo.

Yury Revich – @Elisabeth Gatterburg

Tuttavia, se la musica di Rossini oggi è nota a studiosi e appassionati ed è disponibile sul mercato editoriale e discografico, la miriade di composizioni che hanno reso celebre questo repertorio sono state dimenticate e disperse con l’abbandono di forme di produzione e di consumo ormai considerate desuete. Soltanto negli ultimi decenni, infatti, musicisti e musicologi si stanno impegnano per riscoprire e valorizzare queste musiche nascoste, specchio di una cultura e di una società ormai lontane ma ricche di fascino. In Italia, uno dei giovani più attivi in questa difficile ricerca è il pianista Simone Di Crescenzo, che nel corso della sua attività artistica ha collaborato con alcuni dei più noti eredi del belcanto italiano e che da più di dieci anni è impegnato nella riscoperta del repertorio vocale e strumentale del primo Ottocento.

Alcuni risultati di questa infaticabile ricerca saranno presentati da Di Crescenzo nel corso della Soirée Rossini, che si terrà il 18 luglio nell’ambito del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca.

In questa occasione arie e brani pianistici estratti dai ‘Peccati di vecchiaia’ di un Rossini ormai anziano saranno alternati a trascrizioni delle sue melodie più celebri, composte dai virtuosi che negli stessi anni andavano conquistando la fama sui palcoscenici di tutt’Europa. Tra questi, si ricorda il celebre violinista genovese Nicolò Paganini, che fece delle musiche di Rossini pezzi di bravura dal virtuosismo sfrenato, ma anche i meno noti Charles Auguste De Bériot e Iwan Müller. In particolare, è singolare la riscoperta compiuta da Di Crescenzo e dal suo collega Nicolai Pferrer di uno dei più celebri virtuosi e inventori della tecnica del clarinetto moderno, Iwan Müller: sebbene da lui prenda il nome una delle più importanti case produttrici odierne di strumenti ad ancia, le sue trascrizioni erano andate perdute. Tra queste, ricordiamo la fantasia per clarinetto e pianoforte da «Ecco ridente in cielo», aria di sortita del Conte d’Almaviva nel Barbiere di Siviglia, che Di Crecenzo e Pfeffer hanno salvato dall’oblio grazie allo studio sistematico della produzione editoriale ottocentesca. Diverso il caso di Andreas N. Tarkmann, un compositore tedesco contemporaneo, che – facendo propria la tradizione delle trascrizioni d’arte – ha dedicato al compositore pesarese tre Konzertstück per clarinetto e orchestra. Nicolai Pfeffer, a sua volta, ha recentemente realizzato la riduzione per clarinetto e pianoforte della trascrizione dell’aria di bravura «Del Periglio al fiero aspetto» tratta dal Maometto II di Rossini, che sarà eseguita per la prima volta in Italia durante la Soirée.

È dunque un programma artistico innovativo, ricco di scoperte e di riscoperte, quello che verrà presentato nel corso della Soirée Rossini. Oltre al pianista Simone Di Crescenzo e al clarinettista tedesco Nicolai Pfeffer, vi prenderanno parte il giovane virtuoso del violino Yury Revich, vincitore del prestigioso premio ECHO Klassik 2016 e Giovane Artista dell’Anno nel 2015; il soprano Maria Aleida, che dopo aver esordito nel Festival della Valle d’Itria nel 2011 oggi è ospite di alcuni dei più importanti teatri d’opera; e il noto basso Michele Pertusi, acclamato interprete rossiniano, a cui verrà assegnato il Premio Celletti per il Belcanto 2018.

Contatti web:
https://www.festivaldellavalleditria.it/spettacolo/soiree-rossini

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