Questa è la storia di una mamma dolcissima, di una lavoratrice instancabile, di una alternative-model che nella fotografia ha trovato il modo sano ed esteticamente pregevole per dar sfogo a qualche lato sin lì tenuto nascosto per chissà quali ragioni. A 39 anni d’età, un fisico che le sue coetanee le invidiano e una semplicità che lascia quasi senza parole, Dayana è a tutti gli effetti una fotomodella. Una parola che quasi la fa sussultare. Eppure è così. I suoi scatti sono un trionfo di sensualità ed eleganza, un’esplosione di erotismo senza che i centimetri di pelle nuda debbano mai andare oltre il consentito. Anche perché, il mettersi dinanzi all’obbiettivo della macchina fotografica è il frutto di un lungo percorso interiore condiviso dal suo compagno e da Chanel, la sua deliziosa figlia di 10 anni. Eppure, come sempre, non è tutto rose e fiori quel che si vede. Nel suo passato c’è qualche contrasto col suo corpo e quelle difficoltà con cui tutti devono convivere nei periodi complessi della giovinezza e dell’adolescenza. La strada, ad un certo punto, ha iniziato a volgere verso la discesa. La consapevolezza di se stessa è stata il preludio all’incipit di un’esperienza tutta nuova. Il primo set, fra le mura di un appartamento, ha spalancato la porta a tante altre esperienze che hanno esaltato il suo corpo minuto e tatuato come una tela che trasmette emozioni, il capello biondo cenere e l’occhio azzurro, lo sguardo semplice e il sorriso perfetto. Ed ecco che è nato anche il suo nome d’arte: day.cy.arsenic.cocoon, una buona sintesi di nome, cognome, chimica e filmografia.
Partiamo da qui: @day.cy.arsenic.cocoon…
Dove sono riportate le iniziali del mio nome e cognome, il riferimento all’arsenico perché… sono un po’ come il veleno: sembro “pericolosa” al primo istante ed invece conoscendomi c’è chi non può più fare a meno di me. E poi come nel film Cocoon, tramite la fotografia e i tatuaggi ho riscoperto l’elisir della giovinezza.
Riavvolgiamo il nastro: chi è Dayana nella vita “comune”?
Sono di origini abruzzesi ma vivo da sempre alle porte di Como. Mi occupo di organizzare eventi in campo medico, lavoro che mi occupa moltissimo tempo e che sottraggo alla mia famiglia e a me stessa.
Che persona sei?
Molto precisa, quasi maniacale sotto certi aspetti. Non lascio mai nulla al caso, anche se per assurdo posso anche essere sbadata con la testa fra le nuvole. Vivo fra sogni e fantasie che, nonostante abbia quasi 40 anni, non mi lasciano mai. Sono un’inguaribile romantica, sono consapevole delle mie potenzialità e… tengo sempre i piedi per terra.
Dayana nasce ormai qualche anno fa come alternative-model…
Ed allora è bene partire dai tatuaggi, scoperti dopo i 30 anni e diventati inguaribile passione. Non chiedetemi quanti ne abbia, dopo il secondo ho perso rapidamente il conto… Sono stati un modo per sfogare uno stato d’animo un po’ inquieto e represso da tempo. Poi la curiosità mi ha spinta sempre più vicina a questo mondo, spalancandomi quello della fotografia. Alcuni mi hanno notata e mi hanno proposto i primi set.
Imbarazzo a posare?
Forse all’inizio, ma se n’è andato rapidamente. La bravura dei professionisti con cui ho collaborato è stata decisiva per farmi superare ogni barriera; il valore di chi immortala la tua immagine è decisiva ai fini della resa finale.
Eppure, come spesso ripeti, non badi alla quantità.
Ho poco tempo e scelgo di dedicarlo ai progetti che mi ispirano maggiormente. Vorrei però coltivare di più questa mia passione per valorizzare il mio ruolo di alt-model.
Cosa ti ha trasmesso la fotografia?
Maggior sicurezza di me, della mia espressione, del mio corpo. Oggi mi vedo esteticamete piacevole, dopo qualche periodo decisamente più buio. Mi ha dato anche soddisfazioni, ricchezza interiore, bei ricordi. E anche amicizie speciali…
Una è per te di particolare rilievo.
Sono tanti i fotografi professionisti che ringrazio, per questo ho voluto citarli tutti ed inserire le loro immagini in questa intervista. Attraverso le loro riconosciute capacità, hanno saputo tirar fuori la mia parte romantica, giocosa e sensuale. Devo però dire grazie ad una persona squisita come Raffaele Gurrieri che ha saputo valorizzare il mio ruolo di alt-model attraverso due importanti pagine Instagram fondate per supportare artisti tatuatori italiani e modelle alternative. Grazie alla visibilità ricevuta, mi sono arrivate ulteriori proposte di set fotografici e anche una collaborazione come influencer per il brand Mad Pax, una linea di zaini fashion e di carattere.
C’è un posto originale in cui hai scattato?
Per assurdo, nel bagno di un ufficio di Milano. Ho posato davanti ad uno specchio, ho fissato intensamente i miei occhi e ho visto la profondità del mio essere… Nel rivedermi ho sentito correre i brividi: una sensazione straordinaria.
Come vivi tutto quello che ci sta accadendo?
Con molto entusiasmo, il mio consiglio alle giovani ragazze è di essere sempre umili e di non montarsi mai troppo la testa oltre che di non scendere mai a compromessi. La fotografia è arte e come tale deve rimanere.
Sei stata giudicata per questa tua scelta?
È accaduto, soprattutto da parte di persone molto diverse da me. Forse, quelle stesse persone che vivono nel pregiudizio, che guardano ma non vedono…
C’è invece un messaggio che vuoi venga percepito guardando i tuoi scatti?
Che sono innanzitutto una mamma che ama sua figlia e la sua famiglia. E che in quegli scatti esprimo il lato selvaggio insito in me che inevitabilmente viene represso dagli eventi.
Cosa ti auguri per il futuro?
Di incrementare le mie collaborazioni e di ricevere sempre più progetti alternativi. Odio la banalità, sono affascinata da tutto ciò che non è scontato. Non vedo l’ora di realizzare qualche progetto innovativo rispetto al genere che attualmente tratto, il glamour.
I social ti hanno aiutata in questo percorso?
Trovo che Instagram sia lavorativamente parlando uno strumento fondamentale, che permette di condividere esperienze con gli altri utenti e consente di raccontare la propria storia e la propria indole in modo poco invasivo. Non aspiro ad aumentare il numero di followers scoprendo qualche centimetro di pelle in più: la fotografia è una forma d’arte estetica ma anche introspettiva.
Dove ti vedi fra dieci anni?
Odio i programmi a lungo termine. Le cose non pianificate sono quelle che ti lasciano più emozioni. Per certo so che vorrò dedicarmi sempre di più alla persona che amo più di ogni altra cosa al mondo: Chanel.
E se tua figlia ti chiedesse di entrare in questo mondo?
Rispondo con onestà: io non ho rimpianti, sono entrata a far parte della fotografia nel momento giusto. Così, con lei, sarei attenta ai progetti e alle persone, valuterei le collaborazioni e saprei consigliarla.
Luca Fina