Al Teatro Argentina di Roma, 9 e 10 settembre 2018
IL teatro di Roma ha inaugurato la sua nuova stagione producendo, in collaborazione con il teatro Nazionale, l’organizzazione ”GRANDI PIANURE” e “SHORT THEATRE” la novità creativa di J. BEL che si colloca nel segno della destrutturazione della danza classica formando una compagnia differenziata in ballerini professionisti ed amatori che hanno libertà di movimento secondo la propria emotiva avvertenza istintiva. Sulla nuda scena s’è potuto così ammirare l’eleganza stilistica e la nobile leggiadria d’articolazione gestuale dei danzatori d’alta scuola formativa e corpo aerobico, filiforme, come quella della ragazza di colore e della cinese,che faceva da pendant agli obesi, ai bambini, ai ragazzi menomati fisicamente ed autistici,che si sforzavano solo con toccante volontà d’impegno nella loro naturalezza di muoversi per sentirsi vivi e presenti, davanti ad un pubblico che ha compreso i loro sforzi. Naturalmente lo spettacolo tecnicamente di livello ed apprezzabile nelle movenze di gruppo,negli”assolo” e nei duetti che si sono succeduti,ma il valore non stava nell’esecuzione, bensì nel fine perseguito.Si voleva una pura celebrazione come che fosse che consentisse il piacere d’esibirsi a tutti,senza esclusioni;dopo “disabled theater” per i disabili mentali” con spettatori a caso,con la plasticità fisica esibita in basilari elementi coreografici sulla scia dei migliori e gesti intuitivi,istintivi.Abbiamo perciò visto espressioni di danza moderna, walzer, improvvisazioni generali in silenzio per 3 minuti,movimenti sulle colonne sonore di M.JACKSON,un assolo e la totalità della compagnia in passi gioiosi e tecnici con le clavette. N’è risultata una festa generale di basso spessore,monotona,ma pura,spontanea e dinamica senza regole da rispettare per 90 minuti.Si può dire che questo sia il secondo punto d’arrivo del percorso coreografico di JEROME BEL, che vive a Parigi e che era partito da una visione organica della danza nei suoi fondamentali per approdare ora al “grado zero”ed in sé del ballerino,simbolo della crisi dell’individuo ai primi del ‘900.In SVIZZERA nel 2013 ha vinto il premio ”Creazione della danza contemporanea” con “disabled theater” dopo la politica”show must go on”.
Susanna Donatelli