Trieste, Il Rossetti, Teatro Miela, Cinema Ariston, Casa del Cinema, 30 ottobre – 4 novembre 2018
Era il 1963 e a Trieste fu organizzato, primo in Italia e tra i primi in Europa, il Festival Internazionale del Film di Fantascienza che vide, dagli anni Settanta del Novecento fino all’ultima edizione del 1982, la collaborazione attiva della Cappella Underground, associazione punto di riferimento per il cinema contemporaneo nazionale e internazionale.
Alla Cappella Underground va il grande merito di aver ripreso nel 2000 questa importante tradizione creando quello che oggi è il Trieste Science+Fiction Festival, giunto quest’anno alla diciottesima edizione. È un evento di genere fra i più importanti in Europa. Vi si respira un’atmosfera gioiosa e informale, del tutto priva da certo snobismo presente a volte in altre manifestazioni analoghe, densa piuttosto di un entusiasmo leggero in cui il numerosissimo pubblico è attivo protagonista.
La programmazione fittissima non ha proposto soltanto la visione di film, classici e modernissimi; accanto ad essi è stato possibile seguire numerose conferenze di futurologia in cui si è parlato di scienza, letteratura e fantascienza, anche grazie al patrocinio delle maggiori istituzioni scientifiche della città (è stato ricordato, tra l’altro e in vario modo, il Frankenstein di Mary Shelley la cui prima edizione fu pubblicata esattamente duecento anni fa), mostre di grafica e fumetti, masterclass di grande rilievo (tenute quest’anno da Douglas Trumbull, Richard K. Morgan e Stoya) cui si è aggiunto l’incontro con l’astronauta italiano Umberto Guidoni, iniziative riservate agli operatori professionali e raccolte nella sezione Fantastic Film Forum 2018, eventi per bambini e ragazzi con le loro famiglie (il Sci-Fi Education Program), uno spettacolo teatrale (La Zona di Giovanni Boni e Lorenzo Acquaviva, messa in scena nelle tanto evocative gallerie della Kleine Berlin situate nel cuore della città), percorsi alla scoperta dei luoghi usati come location per tanti film e serie televisive e tanto altro ancora.
Due anteprime nazionali hanno aperto e chiuso il festival, inaugurato con First Man – Il primo uomo diretto dal premio Oscar Damien Chazell (con Ryan Gosling nel ruolo di Neil Armstrong, il primo a mettere piede sulla luna nel 1969) e concluso con Overlord (l’action-horror prodotto da J.J. Abrams e collocato in Francia alla vigilia del D-Day).
Tra questi due film, molto diversi fra loro, ottantasette pellicole sono state proiettate tra il 30 ottobre e il 4 novembre scorsi e tra questi diciotto lungometraggi di fantascienza, horror e fantasy si sono alternati nella sezione principale, denominata “Neon”: nuove pellicole, in concorso e fuori concorso; tra esse, sette opere prime, seconde e terze di autori emergenti a livello internazionale hanno gareggiato per il premio Asteroide (la giuria 2018 era composta dallo scrittore Richard K. Morgan, la programmatrice internazionale Annick Mahnert , il critico e documentarista Alexandre Poncet), vinto meritatamente dal canadese Freaks di Zach Lipovsky e Adam Stein (che ha conseguito anche il Premio RAI4 TS+FF 2018) con la seguente motivazione: “Freaks offre al pubblico un’esperienza completa, esplosiva e coinvolgente, con una straordinaria vastità e portata, e con un sovvertimento ferocemente arguto della forma dominante del cinema attuale. Propone, inoltre, una potente analisi politica della crescente cultura della paranoia che si sta diffondendo nel mondo.” Nel cast (Lexy Kolker, Emile Hirsch, Bruce Dern, Amanda Crew e Grace Park) colpisce l’incredibile interpretazione della giovanissima Lexy Kolker, classe 2009. Il film verrà proposto a breve su RAI4.
La stessa giuria ha voluto assegnare anche una menzione speciale al britannico Await Further Instructions” di Johnny Kevorkian (vincitore anche del Nocturno Nuove Visioni) in quanto, “primo film di genere post-Brexit, contiene una critica politica di brutale potenza; è un’opera premonitrice rispetto ai nostri tempi e costituirà per molti anni a venire un fondamentale punto di riferimento.”
All’interno della medesima sezione otto lungometraggi europei hanno concorso per vincere il Premio Méliès d’argent, organizzato in collaborazione con la European Fantastic Film Festivals Federation. Quella triestina costituisce la prima tappa di un percorso che porterà al Premio Méliès d’or; la giuria era qui composta da professionisti del settore cinematografico (il giornalista e critico cinematografico Enrico Magrelli, il docente e critico cinematografico Roy Menarini e il giornalista e scrittore Alessandro Mezzena Lona). Il vincitore è stato il molto suggestivo Man divided di Max Kestner (Danimarca, Svezia, Finlandia) in cui la tematica dei viaggi nel tempo si interseca con quelle delle catastrofi legate ai cambiamenti climatici in una trama sovrastata dai conflitti di un Io fisicamente sdoppiato.
Al Méliés d’argent hanno concorso quindici cortometraggi e il premio (designato dal voto del pubblico in sala) è andato al francese Thunder from a Clear Sky di Yohan Faure.
Il premio del pubblico per il lungometraggio è stato assegnato invece a Lajko – Gipsy in Space dell’ungherese Balázs Lengyel, divertente e surreale commedia nera sull’Ungheria che, ambientata negli anni Cinquanta guarda molto all’ oggi; in essa eventi storici si mescolano a miti diffusi in quel tempo e legati alla battaglia ingaggiata dall’Unione Sovietica per essere la prima potenza al mondo a lanciare il primo uomo nello spazio.
Lo Stars’ War è il Premio della Critica Web assegnato dai voti delle nove testate online presenti al Festival: BadTaste, Blow Out, Cineblog, CineClandestino, CineLapsus, Cinematographie, Quinla, Sentieri Selvaggi e Taxi Drivers. Il vincitore per il 2018 è stato lo statunitense Jonathan di Bill Oliver: attraverso il protagonista il film esplora l’universo emozionale di chi dal mondo esterno si tiene lontano portando alle estreme conseguenze quel che da tale scelta può derivare.
Il Premio CineLab Spazio Corto, organizzato assieme al DAMS, Corso di studi interateneo delle Università degli Studi di Udine e di Trieste per il miglior cortometraggio italiano inserito nella sezione Spazio Italia| Spazio Corto e votato da una giuria di studenti (costituita per quest’anno da Leandro Urbani, Edoardo Vidiz, Riccardo Tonon, Ajad Noor e Luciano Ranaldi) è stato assegnato a Herd di Mattia Temponi, incentrato con ritmo efficace sulle attuali idiosincrasie e influenze mediatiche.
La lunga rassegna di premi si è conclusa con l’Urania d’Argento alla Carriera che il Festival conferisce in collaborazione con l’omonima testata letteraria Mondadori e che è stato consegnato al due volte Premio Oscar, scienziato, inventore, artista visivo e virtuoso degli effetti speciali Douglas Trumbull, creatore, tra l’altro degli effetti visivi di un film eterno: 2001 Odissea nello Spazio, proiettato all’interno di questa importante maratona del film fantastico in una stupenda versione rimasterizzata. La possibilità di assistere alla visione del film che quest’anno compie cinquant’anni e che, realizzato prima dello sbarco sulla Luna sembra invece essere uscito nelle sale da pochissimo riuscendo a essere atemporale unita all’occasione di poterlo vedere una sala enorme, quella del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, a due giorni di distanza da First Man ha permesso di apprezzare entrambi in modo particolare, sollecitando suggestioni che li legano e dando vita a indimenticabili analogie e differenze, umane ed estetiche; un’esperienza da consigliare assolutamente, accanto a quella di considerare seriamente la possibilità di seguire in futuro la programmazione del TS+FF.
Paola Pini