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Valentina Guidugli, una vita in musica

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La musica è parte della sua vita. Le scorre nel sangue e caratterizza ogni istante. Nell’era della tecnologia e dell’innovazione, c’è ancora chi – per fortuna – ha deciso di dedicarsi al basso elettrico, nel duplice ruolo di musicista ed insegnante. “Mi piace studiare, ho una laurea magistrale in Musicologia e studio musica da quando ho 12 anni” racconta Valentina Guidugli, amante dell’arte, sempre alla scoperta di nuove vie di espressione che spaziano dal teatro alla fotografia. Ma la musica, il primo amore, non si scorda mai. “Fin da piccola ho sempre cercato di suonare il più possibile e con persone diverse. Grazie all’università ho potuto studiare a Parigi, alla Sorbonne per un anno intero, e questo ha cambiato radicalmente il mio modo di pensare alla musica e all’arte. Grazie a questo percorso mi sono avvicinata a una visione più artistica e unica”. Da qui è nato il suo primo lavoro discografico, “Mondo Perfetto”, con le SHIVADIVA, un trio femminile con due splendide musiciste quali Laura Smiraglia e Rosella Cazzaniga, in cui sono stata bassista e autrice dei testi.

Finché poi…

Dopo le SHIVADIVA ho sentito il bisogno di continuare sulla strada della scrittura, e ho voluto proseguire in un territorio che rappresentasse l’immaginario che sentivo. Per far questo ho dovuto imparare a usare la voce, strumento che non avevo mai utilizzato prima. Questa è stata una vera e propria evoluzione, molto difficile perchè ha significato cambiare ruolo; come bassista ho sempre amato dare sostegno ma non avrei mai pensato di passare al centro della scena. Inizialmente era tutto molto strano, ma la voglia di dare voce alle mie canzoni ha vinto sulle incertezze, quindi è nata Vugly, con un set basso e voce.

Nata Vugly, si è aperta una nuova strada.

Il battesimo di Vugly è stato al workshop  La città della canzone di Cremona, al quale sono molto legata, e che mi ha dato l’opportunità di concentrarmi su questa nuova dimensione. Come primissima esperienza live, con altri cantautori, abbiamo aperto il concerto di Giorgio Canali. Un nome importante perché legato a una scena di musica italiana che ho amato molto, ovvero i CSI, che hanno saputo unire la coralità  del rock a una dimensione cantautorale molto intensa. Nell’EP “Vugly”, pur essendo interamente incentrato su basso e voce, ho cercato una certa coralità chiedendo a diversi musicisti di collaborare per le singole tracce. Ho avuto l’onore di avere delle vere e proprie perle che impreziosiscono ogni brano.

Ad esempio, la splendida produzione di “Sarà Bellissimo”…

… A cura di Andrea Lombardini, eccelso ed ecclettico musicista che ha anche seguito il mastering del disco. Ma anche il solo di chitarra in “Miracolo” di Gianni Rojatti, chitarrista tra i più apprezzati nel panorama strumentale, che ha saputo aggiungere al brano un tessuto sonoro unico. Su un altro piano il disco è stato territorio di sperimentazione anche extra musicale, con Giorgia Carena, fotografa con la quale abbiamo sviluppato l’artwork e l’intero concept del packaging. Giorgia ha saputo dare un vestito visivo a questo disco, e devo dire che non avrei potuto immaginarlo più bello di così!

Cosa ti ha dato la musica?

La musica mi ha dato molto, mi ha dato un linguaggio universale in cui esprimermi, mi ha fatto conoscere persone e luoghi, mi ha costretto a mettermi in discussione. Forse mi ha tolto solo un po’ di tempo per dedicarmi a tanto altro che il mondo può offrire, purtroppo ci vorrebbe una giornata di 48 ore per fare tutto!

C’è altro che già bolle in pentola?

Oggi oltre a Vugly, ho un altro importante progetto con Silvia Cignoli, mia metà nel duo IN/ELEKTRA: con lei stiamo costruendo un percorso nella musica sperimentale, unendo i nostri percorsi dal rock alla contemporanea. Silvia è una chitarrista e musicista incredibile, unisce una preparazione classica ineccepibile ad una vena creativa unica, posso dire che lei mi ha davvero stimolato a valicare alcuni limiti che avevo sullo strumento. Inoltre ha una visione artistica globale che tratta il progetto, non solo dal punto di vista musicale, ma in maniera più ampia dalla performance alla produzione, e questo è uno degli aspetti sul quale stiamo davvero cercando di stimolarci a vicenda. Ora stiamo lavorando al primo album, dopo due bellissime esperienze, il Festival REWRITE di musica contemporanea a Cagliari e il nostro concerto in tabellone a JazzMI.

Visto da dentro, com’è il mondo della musica?

Oggi credo sia necessario lavorare molto, sia sullo strumento che sul creare una propria identità. Non è semplice, ma, a differenza di qualche anno fa, la crisi del mercato del lavoro ha uniformato le incertezze, credo che oggi per fare qualsiasi lavoro siano necessari forza e coraggio.

Chi è Valentina Guidugli nel quotidiano?

Credo di essere una persona estremamente pratica, ma anche molto cangiante a seconda delle situazioni, potresti trovarmi in tuta a insegnare come in abito da sera sul palco. Come ha detto qualcuno “tu sei sempre tu che cambi, ma che sei sempre tu”.

Come continuare a seguirti?

Al momento Vugly e IN/ELEKTRA sono le due strade che sto seguendo con più forza, tra dieci anni mi vedo sempre a suonare, magari viaggiando sempre di più. Con i social ho un buon rapporto, li uso prevalentemente come collegamento per le attività artistiche, ci sono un sacco di artisti interessanti in giro per il mondo.

Luca Fina

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CREDIT FOTOGRAFICI
Ph. Giorgia Carena

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