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“Non chiamatemi Webstar, non chiamatemi Youtuber, chiamatemi Commessa di periferia!” Daniel Greco si racconta tra idee video, arte, social , Napoli,  tatuaggi, vita LGBT, omofobia e sogni futuri

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Daniel Si diploma nel 2005 al MAS di Milano, uno dei centri di formazione per lo spettacolo più grandi d’Europa. Partecipa a numerosi spettacoli teatrali in qualità di cantante, attore, ballerino tra cui il celebre musical ispirato alle canzoni dei Queen: “We will rock you”. Nel novembre 2015 crea La Supposta Quotidiana – di Daniel Greco, che in poco più di 1 anno e mezzo conta più di 100.000 followers.

Irriverente, molto tatuato, tendenzialmente bipolare e altamente No sense, Daniel è il migliore amico gay che non ti farebbe mai uscire di casa con un paio di ballerine e una borsa di Carpisa.

Daniel Greco si racconta tra idee video, arte, social , tatuaggi, Napoli,  vita LGBT, omofobia e sogni futuri, reality e collaborazioni.

Ecco la mia intervista a Daniel Greco:

Salve Daniel. Prima di tutto, ti chiedo se ti definisci Youtuber o Webstar o hai coniato un termine tutto tuo?

Sono termini che mi fanno venire l’orticaria. Prima mi definivo un poraccio social, oggi invece una commessa di periferia, citando la mia ultima parodia. Youtuber no perché ho superato i 30, ed è un termine che lascio a quelli di 18, webstar di cosa poi? Brodostar(ride…) Faccio dell’ironia e dell’autoironia la mia forza.

Le tue parodie nascono dal nulla o c’è dello studio dietro ad ogni video?

Certo che nascono da tanto studio dietro. Io poi ho studiato musica, recitazione e danza e faccio tutto da solo, aiutato a gratis dai miei amici.

La tua pagina Facebook si apre con l’immagine di copertina “ Pagina pieni di contenuti gay, se l’omofobia persiste consultare il medico”. Da personaggio noto sei stato mai colpito dall’omofobia. Come ti difendi oggi?

Mi dispiace dire che gli omofobi sono spesso gli omosessuali stesso. Ho avuto molte critiche all’inizio, ma lo sapevo a priori esponendomi che ci sarebbero state. Mi difendo avendo le spalle grandi, non posso prendermela e combattere chi la mattina si sveglia e decide di sfogare le proprie frustrazioni in internet. Questo mi accadeva anche da piccolo, ma ci siamo passati un po’ tutti e mi difendo essendo semplicemente me stesso, esprimendomi attraverso i video che realizzo, ma ad oggi troverei ridicolo nascondermi. Su Instagram, in molti mi scrivono dicendomi che, grazie a me, han trovato la forza per dichiararsi in famiglia. Dunque alla fine questo conta, se nel mio piccolo posso aiutare, allora dico di fregarsene degli hater ( odiatori del web)

Hai molti tatuaggi, ma ci deve pur essere uno a cui sei più legato. Anche se so che non si chiede, ti va di dirci anche il significato? I tatuaggi ti hanno mai precluso un lavoro nel settore artistico?

Quando ero più piccolo ho preso parte ad alcuni casting e musical importanti, sapevo che questo poi mi avrebbe precluso dei ruoli, aggiungendo inchiostro sul mio corpo, ma poi mi sono reinventato da solo sul web e sapevo che in questo modo non avrei dovuto sostenere alcun casting. Mi son precluso qualcosa ma ho guadagnato qualcos’altro e questa è una gran forma di libertà. Anche se è il più piccolo, il mio tatuaggio del cuore è quello che ho sul petto con la scritta “Fighter”, un vero inno cantato da Christina Aguilera, mi ricorda che non si finisce mai di lottare.

Da milanese come definiresti Napoli e spiegacene il motivo:

A Napoli ho debuttato nel mondo delle serate disco con la Mamada e per questo ringrazio pubblicamente Giovanni, uno degli ideatori, che mi ha dato tanti consigli e introdotto nel mondo delle serate. A Napoli c’è stato il mio battesimo, un forte calore che mi han fatto sentire come fossi Beyoncè. Napoli la definirei  folkloristica, di cuore e colorata.

Il video che vorresti tanto realizzare? Magari anche con qualche collaborazione vip…

E’ in uscita settimana prossima la parodia della ragazza di 16 anni che ha fatto X-factor sempre in tema parodia gay. Le collaborazioni nascono dalle agenzie, che fanno collaborare tra loro i propri artisti, ma io ho avuto un brutto trascorso con le agenzie quando ho detto loro di volermi occupare del mondo gay. Ora che sono da solo e son indipendente, ti direi, qualora fosse possibile a livello di disponibile e a livello economico, vorrei tanto poter collaborare con Diana Del Bufalo, che stimo davvero tanto anche se sarà difficile, mai dire mai!

Parteciperesti mai ad un reality show? Comprometterebbero in qualche modo la percezione che il pubblico ha di te?

Ci parteciperei per aumentare la mia utenza, arriverei a più persone e allargherei la mia fetta di pubblico. Non credo a chi dice di andare ad un reality per ritrovare se stesso. Ti dico che farei un po’ tutti i reality, ma quello a cui tengo di più è sicuro Pechino Express, ti da l’opportunità di viaggiare, conoscere il mondo e accrescere la cultura.

In quanto personaggio noto sul web, devo chiederti c’è competizione tra i tuoi colleghi in internet?

Io cerco di guardare sempre a chi sta più in alto di me, per bravura e preparazione e fa il triplo delle mie visualizzazioni, come Cosmo e Willwoosh, che vanno fortissimo in questo periodo.  Non sono un fan di chi racimola views urlando davanti alla camera o facendo il fenomeno da baraccone , ma è un mio modo di concepire l’arte.  Per me la competizione non c’è, offro un prodotto diverso e non copio nessun’altro, oggi sono a mio dire, l’unico che si occupa del mondo gay in questo modo, ovvero con le parodie cantate, la competizione la vivo solo con i gay che storcono sempre il naso quando vedono il successo di qualcuno, per fortuna è una piccola percentuale…

Marco Assante

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