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“L’esigenza del silenzio”. Poesia a quattro mani per un fine comune

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Fabio Strinati e Michela Zanarella sono gli autori della silloge poetica “L’esigenza del silenzio”, un libro a quattro mani dove i due stili, apparentemente contrastanti, trovano infine una giusta coesione, che dà luogo a un prodotto armonico. Ascoltiamo Fabio Strinati.

Buongiorno Fabio, cominciamo subito da “L’esigenza del silenzio”, la silloge poetica uscita per la casa editrice Le Mezzelane. Perché tu e Michela Zanarella, l’altra autrice, avete scelto questo titolo?

La scelta del titolo in un’opera poetica è sempre un’operazione molto delicata; richiede pazienza, concentrazione ai massimi gradi. Ricordo che con Michela avevamo molti nomi in ballo e titoli che ci ronzavano per la testa insistentemente, ma poi alla fine fu lei a scegliere “L’esigenza del silenzio” e questo perché è molto più concentrata e disciplinata di me! Il titolo racchiude il grido di due anime fragili che in un determinato momento della loro vita sentono il bisogno di esternare tutta la propria insofferenza. La continua ricerca di un qualcosa che sembra avere le sembianze di una forma indefinita: in realtà, il libro parla di due persone attente e curiose della vita che tentano di ritrovare la loro forma originale.

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Cosa significa scrivere una raccolta poetica a quattro mani? Come avete operato, avete lavorato a tutte le poesie insieme oppure alcune liriche sono state scritte da te, mentre altre da Michela?

Ogni poesia mia è anche una poesia di Michela e viceversa e questo perché pensiamo al libro come a un enorme contenitore: pieno, zeppo di tante cose. Abbiamo fondato tutto il lavoro sulla fiducia; una fiducia reciproca che ci ha permesso di metterci a nudo di fronte alla poesia. Vivendo in due regioni diverse, nelle Marche io e nel Lazio lei, non abbiamo avuto la possibilità di frequentarci quotidianamente e così abbiamo utilizzato messenger di facebook per scambiarci le poesie, come fossero delle palline da ping pong. Sembrerebbe questo un modo un po’ inusuale e bizzarro per partorire un libro di poesia, ma posso assicurare che è andata esattamente così: “un rimpallo di versi”.

“Ho letto con molta attenzione sia i componimenti di Michela Zanarella e sia quelli di Fabio Strinati. Sembrano due mondi apparentemente lontani che però trovano subito il saldo e l’equilibrio nello scambio che non segue una logica organizzata ma trova sempre la nota giusta per “completare” il dettato dell’altro e viceversa.” Lo scrive Dante Maffia nell’introduzione. In che senso i vostri mondi sono apparentemente lontani e come avviene infine la coesione?

Sicuramente abbiamo due stili molto differenti, ma quando ci sono passione, sentimento e il giusto feeling la coesione avviene in maniera del tutto naturale. Ricordo (con un pizzico di nostalgia), che  ogni poesia percorreva la sua strada ancora prima di mettersi in marcia verso il proprio nido. Questa è pura coesione!

Qual è la missione della poesia oggi?

Nutrire il pensiero dell’anima senza contaminare l’origine della sua stessa idea.

Vorresti ricordare almeno un verso di questa raccolta che per te è particolarmente significativo?

“Quando ti penso vedo crescere  nei campi i fiori come vitamine”.

State già lavorando a qualche altro progetto insieme?

Ogni volta che parlo con Michela nasce un progetto nuovo… e con Michela parlo praticamente tutti i giorni! Abbiamo un libro nel cassetto, molto particolare, che s’intitola “Nelle linee io con te”. Un poema che tenta di divincolarsi tra un verso e l’altro di una poesia ostinata e perpetua.

Stefano Duranti Poccetti

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