Al Teatro de’ Servi di Roma, fino al 27 gennaio 2019
Nel nostro Paese la disoccupazione è sempre alta, i giovani non trovano lavoro ed alcuni perfino rinunciano alla ricerca, preferendo restare a casa con i genitori e da ciò dipende pure la scarsa natalità in nome della genitorialità responsabile. Da qui il piano del governo di farvi in parte fronte con il reddito di cittadinanza in cambio d’un lavoro utile alla collettività e l’anticipazione della pensione a quota 100, per consentire il turn over della comunità chiusa,bloccata dalla legge Fornero che ha creato parecchi esodati. Su codesta questione punta l’indice Enrico Maria Falconi con il suo testo: “Il metodo cinese”rappresentato in questi giorni al teatro dei servi, in cui due fratelli privi di stabile occupazione convivono in una modesta abitazione con monolocale, che regna sul palcoscenico come unica scena. Mario e LUIGI sono due fratelli di modeste pretese costretti a sbarcare il lunario, con lavoretti saltuari.;il primo, cassa integrato,aiuta talvolta Armando,ex carcerato,nella ridotta impresa artigianale di traslochi in nero, mentre corre,se necessario,a dare il proprio contributo di cameriere al ristorante cinese sotto casa dell’anonimo orientale Mister LEE, che nella capitale gestisce anche centri di fisioterapia. Mario, dopo essere stato pagato in modo esilarante con un bidè, accetta d’accogliere in casa Rosalinda,che ha il sensuale ed erotico spirito dell’amicizia,moglie d’un compagno di bottega, carcere di Armando; viceversa, Luigi s’impietosisce di MING LING che il padrone,insoddisfatto dei suoi servizi, maltratta: si sa il bisogno e la fame, la mancanza di dignità per il fallimento esistenziale,aguzzano l’ingegno ed il contatto con la giovane asiatica spingono i due consanguinei ad adottare il metodo cinese,a tutto tondo in campo sanitario con i massaggi rivitalizzanti e l’esotica gastronomia,facendo in tempi ristretti un’enorme quantità di soldi mai sognati, con una sbrigativa organizzazione finchè..entrerà in gioco Mister LEE che li minaccerà.Vincerà la mafia gialla, o sarà un bluff e sotto sotto è nascosta una ben diversa ed ipocrita,articolata, realtà tartufesca che emergerà con tutta la sua ingannevole fraudolenza?Lo stesso Falconi, R. FAZIOLI, D. DE PAOLIS e V. DELLA BIDIA, sono davvero esilaranti caustici con la loro espressione comica e dialettale,portamento buffo e frenetico, agitato,gesticolare nel dinamico intricarsi della vicenda diretta ad effetto goliardico da G. FARES.
Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini