Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali. Dal 30 gennaio al 3 febbraio 2019
La compagnia internazionale “The Imperial Ice Stars” si esibisce in questi giorni per la terza volta in sei anni sull’ampio palcoscenico del Rossetti: dopo “Swan Lake on Ice” e “The Sleeping Beauty”, sono infatti nuovamente a Trieste con una nuova produzione molto suggestiva attualmente in tour mondiale: “Cenerentola on Ice”.
Assistere a uno show di danza sul ghiaccio all’interno di un teatro è un’esperienza sorprendente: ci si trova a seguire uno spettacolo in cui il coreografo (Tony Mercer, coadiuvato da Evgeny Platov, doppia medaglia d’oro olimpica e quattro volte campione del mondo, Albena Denkova, campionessa mondiale di danza su ghiaccio 2006 e 2007 e Maxim Staviski) ha affidato la realizzazione di un balletto classico ad abilissimi campioni del pattinaggio artistico che si fanno artefici di affascinanti evoluzioni sul ghiaccio, spesso acrobatiche, in un ambiente caldo e accogliente.
In una sala gremita di spettatori di tutte le età (moltissimi i bambini accompagnati dagli insegnanti), la celeberrima fiaba popolare ripresa in occidente da Charles Perrault si è incontrata con gli esotici incanti della tradizione russa arricchendola di suggestioni, per certi versi ambigue, e di colori nuovi.
Se la matrigna (Maria Mukhortova) e le sorellastre (Ekaterina Sheremeteva e Irina Milana) mantengono fedelmente il ruolo a tutti ben noto, quello del principe (Bogdan Berezenko) è assunto dal figlio del sindaco di una lontana città della Siberia, mentre la fata madrina è qui una zingara (Fiona Kirk); in essa si coglie un lontano eco dell’inquietante Baba Jaga, la magica creatura, né buona né malvagia, della mitologia slava.
Cenerentola (Olga Sharutenko) può ancora contare sul padre (Sergei Lisev) che di mestiere è orologiaio ed è dotato di ben due assistenti (Stanislav Pertsov e Lev Sozonenko). Egli cerca di proteggere la figlia dai maltrattamenti delle tre bisbetiche parenti acquisite, quando riesce ad accorgersene.
La parte brillante è affidata al sarto (Volodymyr Khodakivskyy) e agli interpreti principali si aggiungono gli artisti dell’Imperial Ice Stars Ensemble.
In un alternarsi di volteggi spesso stupefacenti, il vero artefice della trama è il Tempo, presente non soltanto nei tanti orologi inseriti nella fiabesca scenografia di Eamon D’Arcy o nelle manipolazioni cronologiche di cui la zingara è maestra, ma anche in un reale personaggio che assieme ai suoi dodici servitori, nel punto centrale della vicenda, è responsabile della scomparsa della protagonista allo scoccare della Mezzanotte.
Alla pioggia e al fuoco, capaci di aumentare ulteriormente la meraviglia di un palcoscenico ghiacciato, si aggiungono numerosi numeri di virtuosismo aereo che, in alcuni momenti richiamano alla mente certe opere di Chagall, fiabesche oltre misura, anche grazie ai bei costumi di Albina Gabueva (capo costumista del Teatro Stanislavskij di Mosca) e alle musiche originali di Tim A. Duncan ed Edward James Barnwell, registrate dalla Moscow State Cinematic Orchestra e da dieci solisti della Manchester Symphony Orchestra.
Quando lo sport si fa arte e a dei campioni si dà tutto lo spazio necessario per sperimentare figure e coreografie, si offre loro la possibilità di misurarsi con se stessi in qualcosa che sposta il focus della competizione, accentuando lo sviluppo delle abilità individuali non più contro gli avversari, ma a favore di un risultato comune che sappia dare gioia al pubblico donando a tutti un po’ di magia.
Paola Pini