Roma, Teatro Sette, dal 26 al 28 aprile 2019
Cantare la vita, cantare le storie degli uomini e delle donne di questo pianeta, i loro sentimenti, le loro debolezze, i loro sogni spesso dissolti. Andrea Perrozzi, per sole tre serate al Teatro Sette, con il suo Cantastelle, trasporta il pubblico di fronte a un firmamento tanto luminoso quanto toccante, con l’intelligente arma dell’ironia e di una leggerezza che non è affatto disimpegno. Il suo personaggio è un arguto, ironico cantastorie, che scende dalle stelle per cantarne le luci lontane, facendole apparire vicine per un istante, barlumi di una felicità vissuta e poi svanita che si sa, la felicità “sono attimi di dimenticanza”. Visibile, lui, solo a chi ha ancora fantasia, a chi sa ancora provare nel profondo delle emozioni, nonostante il tempo che sfugge dalle mani. Tante storie, tante canzoni attinte nel repertorio più bello del nostro cantautorato. Perrozzi, straordinario vocalist, non dimentica mai di essere anche un bravissimo attore, capace di giocare con la sensibilità e le emozioni e di trasmetterle al pubblico, per cui il suo spettacolo è un delizioso mix tra i brani interpretati da lui e dai quattro eccezionali musicisti alle sue spalle, elegantemente posti dietro un suggestivo velatino, ed un filo narrativo ironico e struggente da cogliere tra una battuta ed un silenzio. Bellissime le due partecipazioni straordinarie di Samantha Discolpa, voce possente nell’interpretazione di Almeno tu nell’universo di Mia Martini, e Gabriele Carbotti, attore di notevole sensibilità che ha dato vita con il protagonista ad un momento molto toccante.
Cantastelle è uno spettacolo gradevolissimo, due ore a grande ritmo e intensità, leggero ma non banale, emozionante, divertente, scelte musicali raffinate, che tocca tante corde e trascina il pubblico a cantare come in un concerto. Le stelle non sono poi così lontane, finchè ci sarà chi saprà illustrarne la luce, sottraendola all’oblìo dei buchi neri della nostra memoria. Dei nostri cuori.
Paolo Leone