Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali, 24 e 25 aprile 2019
Roberto Bolle, assieme ad alcuni Solisti e Primi Ballerini del Teatro alla Scala di Milano, è stato protagonista di una grande esibizione al Politeama Rossetti di Trieste nel corso della quale è stato possibile assistere, nella seconda parte, alla Prima Nazionale del balletto “The Seasons” su musiche di Antonio Vivaldi e Astor Piazzolla, con le coreografie di Antonio Volpini ed Edwaard Liang, messa in scena per la prima volta lo scorso anno all’inaugurazione del World Economic Forum di Davos.
La traccia su cui si basa il “Gala Roberto Bolle and Friends” è ormai un classico, popolare e accogliente dedica di grandi interpreti a un pubblico che li segue con ammirazione e trasporto e attende di assistere a un magico susseguirsi di numeri capaci di unire, con naturalezza, sorprendenti abilità tecniche a una rara sensibilità interpretativa.
In sala si percepivano chiaramente le forti aspettative, costantemente confermate, spesso superate.
Aperto da un suggestivo insieme di suoni, quasi a ricordare il Caos primigenio, l’intenso spettacolo ha offerto infatti immediatamente, sulle eteree note fuori dal tempo del Canone in re maggiore di Johann Pachelbel, un esempio mirabile di come si possa assecondare e dar corpo alla musica, renderla visivamente concreta con grazia e leggerezza incantevoli.
Il gentile e garbato episodio successivo è stato tratto dall’ “Infiorata a Genzano” su musiche di Edvard Helsted e Halger Simon Paulli.
“Come un respiro” ha trasportato gli spettatori in un ambiente totalmente diverso, lungo un conturbante crinale posto in bilico tra più dimensioni mentali, tra il fiabesco e l’onirico che ha accompagnato come in un viaggio ideale alle radici della classicità, a quell’origine in cui si vide per la prima volta dar senso artistico ed espressivo ai movimenti del corpo umano, resi quasi segmentali, supportati dalla musica apparentemente asettica e indifferente di Georg Friedrich Händel.
Antonio Vivaldi appare già con “L’altro Casanova” in un balletto i cui giochi di equilibrio sensuali, eleganti e sofisticati sono apparsi ancor più naturali dalla scelta del rosso come colore dominante in scena.
In “Two” Roberto Bolle ha offerto un momento di pura bellezza con un’interpretazione di incredibile raffinatezza, espressione di una potenza interiore capace di tradursi in una precisione assoluta dei movimenti, assecondata dal gioco di luci sopraffino progettato da Michael Hulls, elemento chiave con cui si sono legate le due parti del programma, rendendo particolarmente nitide le ombre e scolpendo così il corpo del danzatore nei momenti più coinvolgenti.
L’incontro tra “Le quattro stagioni” di Vivaldi e le “Cuatro Estaciones Porteñas di Astor Piazzolla, ha riunito assieme tutti gli interpreti del primo tempo grazie alle affascinanti coreografie di Massimiliano Volpini ed Edwaard Liang dando vita a un lunghissimo e coinvolgente gran finale; per certi versi infatti si può dire che tutte le atmosfere proposte poco prima siano state accolte per essere trasformate in qualcosa di totalmente nuovo ma che di esse conservava il profumo.
Paola Pini