Anna D’Amora è napoletana, ma vive a Brescia. Ha un particolare dono, perché di dono si tratta, vale a dire essere una veggente. Grazie a questo può e ha potuto aiutare molte persone in difficoltà. Si tratta di un argomento molto delicato e difficile da delineare a parole, cerchiamo comunque di conoscere Anna e la sua storia.
Ciao Anna, quando è iniziato tutto e come?
Avevo cinque anni quando vidi la mia prima presenza. Me lo ricordo bene, andavo all’asilo e mi trovavo a Varese, dove da Napoli ci eravamo trasferiti con la la famiglia. Mentre mi trovavo in quella nuova casa cominciai a capire il dono che mi era stato offerto, vedendo una presenza, un uomo con dei baffi, che girava per la casa, tra l’altro accendendo e spegnendo la luce. Mia madre fu molto delicata con me, non mi disse niente e fece delle indagini sul conto di questa persona, che in effetti poi si scoprì essere proprio il vecchio proprietario della casa… lo riconobbi dalla foto!
Puoi raccontare alcuni episodi di persone che hai aiutato?
Ce ne sono molti, ricordo per esempio una ragazza che entrò da me col suo fratello, già deceduto, che la seguiva, senza che lei lo sapesse, e quando le dissi che lui era lì, dietro di lei, fu una grande emozione.
Altra vicenda che mi viene in mente è quando una ragazza aveva perso sua nonna ed io tramite alla signora deceduta avevo appreso che ella aveva donato un fazzoletto alla nipote. Dissi questo dettaglio alla giovane, che ne rimase profondamente toccata.
Questa tua attitudine è collegata a un credo religioso?
Io credo fermamente in Dio, ma queste cose che accadono non hanno a che vedere solo con la religione, si tratta di fatti oggettivi, di presenze che ci sono ed esistono, anche se non tutti possono vederle o avvertirle.
Ma qual è in definitiva la cosa che ti rende più felice?
Quella di poter aiutare molte persone, di farle sentire a proprio e al sicuro.
Stefano Duranti Poccetti