L’ultimo genere nel quale ha deciso di buttarsi è il boudoir. “Trovo che sia una estrema forma di libertà per dare espressività al proprio corpo ed un mezzo per esprimere la propria femminilità senza scadere in alcun modo nel volgare. Ho scoperto il boudoir grazie alla mia “maestra” Micaela Zuliani” (www.micaelazuliani.com e titolare del sito www.portraitdefemme.site di cui, oltretutto, Francesca è immagine copertina). In occasione di uno dei suoi corsi, ho conosciuto la fotografa Marta Carrassi ( www.boudoir.martacarrassi.it – www.facebook.com/mcboudoir) con cui ho avuto il piacere di posare in diversi suoi scatti boudoir”.
In più, come spesso si dice, il meglio deve ancora venire. Eppure, nel campo della fotografia, Francesca ha iniziato davvero a farne parecchia. Il fisico è da favola ma la testa ha fatto la differenza. Negli anni la fotografia è diventata una soddisfazione ed un rimpianto. Ormai da qualche mese, una compagna di viaggio alla quale dedica buona parte dei suoi weekend. Eppure, siccome da cosa nasce cosa, da qualche tempo a questa parte ha deciso di tuffarsi sempre di più nel mondo affascinante del boudoir. “Un genere delicato, raffinato, nel quale si riesce ad esprimere i molteplici lati dell’essere donna” racconta dopo essersi cimentata nell’ennesimo set in Brianza, lei che abita nell’hinterland di Milano e lavora come una donna qualunque. Solo che, davanti all’obbiettivo, ha la magnifica forza di trasformarsi in un’anima sensuale e passionale. “Nonostante sia sempre ipercritica con me stessa, sono molto soddisfatta del percorso che ho intrapreso” sottolinea a distanza di qualche anno – pause comprese – dal suo ingresso ufficiale nel mondo della fotografia. Una soddisfazione per lei che nella vita ha sempre dovuto convivere con alti e bassi, con problemi e cime da superare.
Eppure, partiamo dal presente.
Il boudoir mi ha aperto un mondo e mi ha offerto un’ulteriore possibilità per esprimermi. A fare la differenza non sono i centimetri di pelle scoperta, ma le movenze del corpo, le sfumature della posa.
Nel boudoir si esalta la naturalezza della donna nel mettersi davanti alla macchina fotografica, si valorizza il movimento del corpo.
Insomma, si capisce che ti ci sei trovata a meraviglia.
Il boudoir è una scoperta che voglio coltivare sempre più. È il mio genere preferito perché non esiste un outfit predefinito, ma il set viene vissuto spontaneamente e lasciato alla complicità che si crea fra fotografo e modella. Ed ecco allora che le pose, i gesti, gli accessori e gli outfit assumono un valore davvero particolare. È un genere che ti permette di giocare, di sorridere, di ironizzare, di esprimerti. Insomma, un genere che ti fa stare “bene” davanti alla macchina fotografica e, soprattutto, ti fa sentire libera.
Quale messaggio vuoi lanciare con le tue fotografie?
Vorrei riuscire a raccontare la femminilità seguendo il mio punto di riferimento in assoluto: Marilyn Monroe. Credo sia la donna più femminile e sensuale che sia mai esistita. Un involucro eccentrico che custodisce un animo fragile. E, difatti, nella mia casa appesi ai muri ci sono tele e quadri che raffigurano Marilyn
in tutto il suo splendore. Non mi stanco mai di guardarla e di ammirarla.
Che rapporto hai con i social?
Li uso esclusivamente per mostrare i miei scatti e le mie diverse collaborazioni. Trovate solo quella parte di me. Il mio privato lo tengo solo per me stessa e per la cerchia di persone più care.
Luca Fina
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