All’Auditorium Parco della Musica di Roma, il 13 ottobre 2019
Pure quest’anno il fisarmonicista pontino di Maranola AMBROGIO SPARAGNA ha regalato una splendida domenica autunnale alla gremita sala concertistica all’insegna della celebrazione della canzone popolare romana. Questa è stata introdotta da canti di Raffaello Simeoli, poi Sparagna ha delucidato gli spettatori sulla derivazione dei contenuti lirici dagli stornelli o strambotti di Gigi Zanazzo, il famoso poeta cui è dedicata la via dove sorge “il puff” a Trastevere,mentre dalle favole degli animali di Trilussa sono state tratte quelle della tartaruga e del micio bianco cantate da Anna Rita Colaianni. Inoltre la serata è stata pure l’occasione per ricordare il sublime dono canoro e la personalità di Gabriella Ferri, di cui Renzo Arbore ha raccontato la relazione iniziale allorché a 25 anni arrivava da Foggia a Roma per assumere l’incarico di programmatore musicale in RAI; poi Lui e Sparagna hanno salutato cordialmente la sorella ed il figlio presenti in sala.Valentina Ferraiolo, oltre a suonare il tamburo,ha eseguito con voce potente: ”Zelletta mia”, lasciando quindi il palco ad ALESSANDRO MANNARINO che ha offerto al pubblico un ”midley” delle sue canzoni trasgressive e ribelli soprattutto in chiave carceraria ed antireligiosa. Il bravo cantautore lidense è stato insignito del riconoscimento speciale ,con la targa consegnata da Arbore e dal direttore amministrativo Spagnolo, confessando d’avere in comune con la Ferri la sua canzone preferita “Se non sei pratico per il lungotevere nun le passà”. Egli ha trionfato per far vibrare la sua ugola con “Il fiato der core”,come ha benissimo sottolineato SPARAGNA che dal libretto delle poesie di Gabriella ha ricavato due dolci,romantiche ed ideali motivetti:”il lieve suono della mia voce” e”quello uguale della mia chitarra”. Infine il padrone di casa ha dato appuntamento per “CHIARA STELLA” i 5 e 6 GENNAIO dopoché il coro dell’orchestra popolare Italiana diretto dalla Colaianni aveva fatto la sua parte e suscitato lo stupore ed invidia del maestro Arbore, che s’è ripromesso d’utilizzarlo un giorno per fargli intonare,accompagnando la sua orchestra, ”Reginella”.
Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini