Maleficent 2: Signora del Male arriva a cinque anni di distanza dal successo, del primo Maleficent: progetto inizialmente curato da Tim Burton, che lo lasciò poi al debuttante ex-scenografo Robert Stromberg, Maleficent incassò nel mondo ben 758 milioni di dollari, a fronte di un costo di 180, un vero e proprio successone. Molto si doveva alla forza divistica di Angelina Jolie, fisicamente molto somigliante alla Malefica che il compianto artista e animatore Marc Davis ideò graficamente nel leggendario La bella addormentata nel bosco del 1959. Pare che Angelina abbia anche insistito per non perdere le iconiche corna di Malefica, nonostante ci fossero pressioni dallo studio per limitare gli sfregi alla sua bellezza, eppure quelle corna, divinamente portate, sono state il simbolo di uno che è diventato col tempo uno degli antagonisti più cattivi e allo stesso tempo amati nella storia della Disney
Un cosi tale amore per “il cattivo” sembra andare benissimo oggi al cinema, Joker prima, Maleficent 2 subito dopo.
In ogni caso, la Jolie è diventata il reale motore creativo di questa serie, passando da executive producer a vera e propria producer di questo secondo atto, che la Disney ha affidato alla regia di Joachim Rønning.
Fulcro della narrazione anche in questo caso diventa l’amore, sempre fiabesco, ma letto in modo più problematico, com’era già accaduto peraltro in Frozen, il più grande capolavoro Disney di questa decade e i numeri al botteghino parlano da sè, prima ancora che nel Maleficent originale. Michelle Pfeiffer, interprete della regina Ingrith che farà ingelosire Malefica, non è nuova al mondo fantasy: ricordiamo Ladyhwake, Le streghe di Eastwick e in tempi molto più recenti il sottovalutato Stardust e bisogna dire che la diva regge benissimo il confronto con la Jolie sia di bellezza,anche se simboleggiano età diverse, che per valore recitativo, infondo il CV. Della Pfeiffer è noto a tutti).
Maleficent Signora del Male ha un’atmosfera diversa dal precedente capitolo: la regia di Joachim Rønning non ha tocchi di originalità, ma è sicura e sa imprimere un buon ritmo al racconto. Spicca l’appello alla pace e alla coesistenza di fronte alla tentazione di un semplicistico pugno di ferro, una questione molto attuale, risolta in un personaggio femminile volitivo sì, ma dolce più che combattivo
Maleficent 2 va già in sé apprezzato per non essere l’ennesimoremake copia-carbone sui quali la Disney punta sin troppo negli ultimi anni.
Voto: 7 su 10
Marco Assante