Il tema della violenza sulle donne diventa un fumetto. Un linguaggio semplice per parlare a tutti – ragazzi compresi – di un tema serio e drammatico come quello dei soprusi fisici, psicologici e verbali che, ancor oggi, il genere femminile subisce. Impegnata da sempre a difendere le donne da qualsiasi tipo di violenza, Elena Cacciabue ha preso carta, matita e colori per creare un graphic-novel che va dritto al cuore. Tavino l’aspirante medico è un inno alla gioia di vivere. È Tavino, uno dei protagonisti di questa storia, che racchiude le nefandezze dell’uomo meschino. Viene raccontato nel suo rapporto con Emma, portando a galla i lati oscuri dell’amore malato. Per Elena Cacciabue, il libro è il frutto di un lavoro durato più di due anni, in cui alla ricerca grafica si è unita quella emozionale. Già creatrice di personaggi come Petit, Elena Cacciabue è conosciuta al suo pubblico per aver prodotto libri che sono un punto di riferimento per chi ama il Bello, i valori semplici e autentici, l’armonia nella vita e negli affetti. Dalla sua Genova, dove cura percorsi artistici, vanta numerose e importanti campagne pubblicitarie tra cui Telepass per le Autostrade S.p.A. Foto Le Navi per Rambaldi e l’organizzazione di eventi culturali presso la Biblioteca Internazionale E. De Amicis, Palazzo Ducale, Fnac e Teatro Ritz. Ora ha scelto di mettersi in gioco nel mercato dell’editoria con un prodotto pungente, concreto, attuale più che mai. Un argomento difficile, reso magistralmente con un racconto – diario, strutturato in venti episodi. L’impostazione vuole avere corrispondenza con ciò che accade nella realtà. Una storia analoga al vissuto di molte donne che hanno subito abusi psicologici e fisici, dal controllo intrusivo e ripetuto alla progressiva perdita dell’indipendenza, le fratture indelebili delle intimidazioni, le minacce, le aggressioni fisiche, il falso pentimento, lo scarico delle responsabilità, fino alla voglia di riscatto e di rinascita. Il tema affrontato coinvolge drammaticamente il mondo e così armata di carta e matita, sbarca in un campo nuovo, dove l’uso naturale dell’ironia raffinata punta acutamente al tema.
Come ti è venuta l’dea per scrivere Tavino l’aspirante medico?
In realtà è stato come avere un’illuminazione, tutto molto immediato. Era una delle tante volte in cui ho provato dolore nell’apprendere dalla cronaca che una donna era stata uccisa per mano di un uomo e che non era stata ascoltata quando chiedeva aiuto. Tutto è nato quindi dal desiderio di suscitare riflessione nei confronti di un problema dilagante che viene ancora emarginato e ignorato. A una donna che denuncia un sopruso spesso viene instaurata vergogna, come se la colpa fosse sua e non di chi ha effettivamente perpetrato il crimine oppure non viene creduta e questo non può più accadere. Al di là della divisione tra i sessi, ritengo sia un libro di denuncia, contro ogni sorta di sopruso. Perché l’unico colpevole della violenza è e resta chi la commette.
Quali sono gli elementi che hai utilizzato per la tua storia riuscendo scuotere le coscienze di chi legge?
Tramite i personaggi, tutti essenziali, in quanto sono rappresentativi del sociale contemporaneo. Protagonista è anche il colore che diventa esso stesso un io narrante. Le tonalità accompagnano in crescendo le fasi dell’abuso, rendendo palpabili e materiche le emozioni ed i sentimenti che i protagonisti stanno provando. Accade così anche nella realtà, dove i colori bui, tetri e rossastri prevalgono quando una tragedia è alle porte. In più, sfruttando la fruibilità immediata del fumetto, ho fatto in modo che il messaggio divenisse incisivo per tutti.
La cura grafica è eccezionale, come hai avuto l’idea del cromatismo?
È accaduto tutto mentre disegnavo lo Storyboard, un’idea dopo l’altra e così via.
Scrivere richiede molta concentrazione.
Sì, rimango sempre un po’ stupita di me stessa quando riesco a creare qualcosa come un personaggio o una storia che fino a cinque minuti prima non esisteva e mi succede la stessa identica cosa quando dipingo: mi estraneo dal mondo, non esiste più altro pensiero se non ciò che sto facendo.
Luca Fina