Al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, fino all’1 dicembre 2019
Spesso la sera si preferisce stare a casa quando s’è stanchi od indisposti per dedicarsi ad attività culturali,ma soprattutto allorché si riesce a realizzare una rimpatriata tra vecchi amici che magari non si vedono da lungo tempo e vogliono scambiarsi idee, informazioni e sensazioni sul loro vissuto e riannodare, approfondendoli, i loro sentimenti. Ciò è quanto avviene nel brillante testo francese di F. ZELLER ”A testa in giù”, in cui l’editore Daniele, incarnato da uno spumeggiante ed arguto,elettrizzante EMILIO SOLFRIZZI, attende a cena,contro il parere della moglie GABRIELLE, una laboriosa ed onesta,fedele nel suo amore, borghese resa alla grande da Paola Minaccioni, che teme il confronto con la giovane nuova fiamma dell’amico del marito, Patrick un uomo d’affari, liberatosi senza tanti scrupoli della consorte. Questi arriva con un’ottima e profumata bottiglia di champagne, suscitando l’invidia ed i sospetti sullo scopo mondano ed esibizionista del compagno ritrovato, mentre Gabrielle si sente un po’ oscurata dalla fresca e seducente Emma con indosso con un bell’abito rosso da gran sera. Nascono battute, notizie e convenevoli formali tra i quattro, il più occupato dei quali è Daniel che sta preparando la cena a base d’agnello e profitterol, ma pure facendo pensieri imbarazzanti sulla fascinosa EMMA aspirante attrice, che per il momento lavora in un bar. Su di lei PATRICK chiede un consiglio fisico e passionale a Daniel, mettendolo in difficoltà tanto da farle distrattamente sporcare il vestito di cioccolato, quando lei gli esterna la sua simpatia emotiva e vorrebbe rendersi utile. Intanto in Gabrielle aumenta l’irata prostrazione e l’acredine da gelosia, anche se l’aiuta con sofferta abnegazione nel momento della necessità indotta. Nella pièce parecchio pubblico s’è potuto sicuramente riscontrare, tuttavia l’aspetto più esilarante è stato l’intrecciarsi dei dialoghi ufficiali e di circostanza con i monologhi dei 4 interpreti, ognuno dei quali esprimeva le sue riflessioni sugli altri ed il simposio amicale apparentemente. Siamo dunque all’essere ed al formale, al comunicato ed al pensato, di marca Pirandelliana,a cui l’autore dà assoluta rilevanza con il titolo originale: ”L’envers du decor” che in italiano è stato tradotto con una formula eclatante per indicare la straordinarietà dell’evento, come la crocifissione di S. Pietro sul monte Vaticano. Ne scaturisce una dimensione surreale dall’effetto vivace e grottesco, cui contribuiscono con pregnante sinergia gli ospiti d’onore, che s’erano incontrati per la prima volta nello studio specialistico di un gastroenterologo. Bravi sono: VIVIANA ALTIERI e FABIO FERRARI nei loro ruoli di provocatori di tentazioni per la pace familiare, che Gabrielle intuendo avrebbe voluto rinviare come evento destabilizzante. Al termine l’amarezza sarà superata, pur se resta una sorta di patetica pietà su questi convivi tra supposti amici sociali o teatral-cinematografici ed un senso d’eccessiva,prolissa,verbosità.Si replica fino al 1 dicembre. Regia linda di GIOELE DIX.
Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini