Dal 29 novembre all’8 dicembre 2019 al Teatro Galleria Toledo di Napoli
“LA BISBETICA DOMATA”, è uno degli esempi di “Metateatro”, ossia il teatro nel teatro, più forti e lampanti nella storia del teatro e sicuramente anche tra i più noti e non solo restando su William Shakespeare.
Lo spettacolo inizia in un modo per poi continuare su un altro versante: La vera trama parla di Battista Minola, un gentiluomo di Padova, che ha due figlie: la più grande, Caterina, conosciuta per la scontrosità, e la più giovane, Bianca, al contrario nota per la sua gentilezza ed obbedienza. Bianca ha due corteggiatori, Gremio ed Ortensio, mentre Caterina non ne ha alcuno proprio a causa del suo carattere tremendo. Quindi Battista decide di allontanare Bianca dalla società finché Caterina non sarà sposata… essendo ella la prima figlia e cosi la più grande ( bisogna pensare che ci troviamo nel ‘500, dove le convenzioni sociali ed una certa etichetta eran fondamentali da mantenere)
Intanto Lucenzio, un giovane pisano, vede Bianca e si innamora perdutamente di lei, mentre Gremio ed Ortensio uniscono le loro forze per trovare un marito a Caterina. Quando Petruccio, un amico di Ortensio, arriva a Padova in cerca di moglie, essi gli parlano del brutto carattere di Caterina, ma anche del suo denaro: Petruccio decide all’istante di volerla sposare. Nel frattempo Lucenzio si è scambiato d’abito con il suo servo Tranio per diventare il tutore in letteratura di Bianca.
Nello stesso modo Ortensio si traveste da tutore di musica e promette a Petruccio di introdurlo in casa di Battista.
Il giorno del matrimonio, Petruccio arriva dalla cerimonia vestito molto squallidamente( con un grosso pelliccione) e rifiuta di restare al banchetto, con grande rammarico di Caterina, che parte con il suo sposo. Nel frattempo la corte di Lucenzio verso Bianca procede bene.
Petruccio e Caterina conducono una vita molto modesta, in cui la povera ragazza è costretta dal marito ad una serie di privazioni e di umiliazioni che piegano a poco a poco il suo ostinato carattere e la rendono sempre più accondiscendente.
Al termine dell’opera vi è uno smascheramento generale: Bianca sposa il suo Lucenzio ed Ortensio una ricca vedova. Dopo la discussione viene proposta alle tre mogli una professione di obbedienza: Bianca e la vedova rifiutano, mentre Caterina obbedisce e legge alle altre due l’elenco dei loro doveri.
La bisbetica, dal carattere burbero è stata cosi realmente domata?
. La storia è nota, e nell’accezione della più diffusa interpretazione la bisbetica viene infine domata dalla robusta strategia dello sposo. Ma a bene intendere, l’opera presenta uno sviluppo di grande intensità: tra le esangui figure di contorno assume corporeità e presenza di tutta verità la deliziosa Caterina, traboccante di vita, segnata da sensibilità e intelligenza non comune, dapprima aggressiva e violenta nella difesa di un “essere donna” fuori dalla norma, e in seguito, una volta ammogliata e esposta a nuovi eventi, capace di amare e desiderare e condurre i fatti con mutevole gamma di espressioni emotive. Essa infatti non domata, ma resa scaltra dalle necessità del caso, offrirà strategicamente al suo Petruccio – dal quale è veramente attratta, ed evidentemente da lui ricambiata nel sentimento e nella carnalità del desiderio – una solo apparente volontà di sottomissione suggerita dall’opportunità, e soprattutto dalle regole concordate nella convenzione amorosa e erotica della coppia, per il migliore profitto nel compimento della vita coniugale
Così se si analizza la commedia shakespeariana e la si approfondisce, balza subito all’occhio che Caterina non doma il suo forte carattere e non si appiattisce, o meglio, lo fa per convenzione e per apparenza e per andar d’accordo con suo marito dato che di base c’è amore tra i due, seppur camuffato dai caratteri forti di entrambi.
Il contrasto tra Caterina, donna diretta, ma sincera, e Bianca, fanciulla educata, ma prepotente, alla fine mette in guardia il pubblico sulle false apparenze ed insegna che non sempre la sposa che si piega remissiva ai doveri è capace di amare veramente.
Bisogna però ricordare che il padre mercante Battista è pronto a disporre delle figlie come merce, dandole al migliore offerente; si può quindi pensare che, in questo caso, Shakespeare si ponga dalla parte delle fanciulle che tentano di opporsi.
I travestimenti e lo scambio dei ruoli danno vita a situazioni ironiche e a malintesi che divertono il pubblico e rompono la drammaticità di alcune scene.
Marco Assante
LA BISBETICA DOMATA
da William Shakespeare
drammaturgia e regia Laura Angiulli
con Federica Aiello, Giovanni Battaglia
Agostino Chiummariello, Michele Danubio, Antonio Marfella
Caterina Spadaro, Antonio Speranza
impianto scenico Rosario Squillace
luci Cesare Accetta
illuminotecnica Lucio Sabatino
direttore di scena Flavia Francioso