Roma, Teatro Ghione, dal 9 al 26 gennaio 2020
François Pignon, il personaggio-maschera creato da Francis Veber, continua ad aggirarsi sul palco del Teatro Ghione. Dopo La cena dei cretini a dicembre, un successo incredibile, è infatti in scena dal 9 al 26 gennaio Il rompiballe, commedia del medesimo autore e ancora interpretata da quei due fenomeni della comicità, e non solo, che rispondono al nome di Nicola Pistoia (Pignon, appunto) e Paolo Triestino, LA coppia inossidabile della commedia, italiana o francese che sia. Il primo incarna un aspirante suicida, disperato per essere stato abbandonato dalla sua donna. Il secondo, sotto le apparenti vesti da prete, Padre Nurejev, è un killer russo che, dalla finestra della sua stanza di albergo deve uccidere uno scomodo testimone pentito con un fucile di precisione. Entrambi nello stesso albergo di Marsiglia, vicini di camera. Camere comunicanti. Si può già immaginare il disastro imminente, agevolato da un solerte cameriere che accompagna i due nei rispettivi alloggi. Il killer, suo malgrado, sarà coinvolto nelle beghe di Pignon, che ostacoleranno la sua concentrazione e gli faranno perdere tempo prezioso. Come se non bastasse, si paleseranno anche Louise (Loredana Piedimonte), l’ex moglie dell’aspirante suicida e, addirittura, il nuovo compagno di lei, il dottor Antoine Martin (Antonio Conte). A chiudere il grottesco cerchio, anche un poliziotto strampalato (Alessio Sardelli) che irrompe in scena dopo aver visto Pignon sul cornicione del palazzo nel suo tentativo di suicidio. Accadrà, ovviamente, di tutto, fino al sorprendente finale.
Con il classico stile della pochade, Veber disegna i suoi personaggi con precisione e con apparente leggerezza, eppure ricchi di sfumature contrastanti. Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Antonio Conte, Loredana Piedimonte, Matteo Montaperto e Alessio Sardelli restituiscono le atmosfere esilaranti ma garbate dell’autore, riuscendo a miscelare perfettamente le due anime della commedia, i due mondi contrapposti. L’ingenuità e il cinismo, il sogno e il calcolo, la bellezza delle apparentemente piccole cose e la grettezza morale, il candore e l’arroganza. Nella bella scena di Francesco Montanaro, due visioni della vita si incontrano, si scontrano, si mescolano. Forse tutti usciranno cambiati dalla storia e da quelle due camere d’albergo. Forse tutti i tasselli andranno al posto giusto. Di certo c’è che Paolo Triestino e Nicola Pistoia, autentici animali da palcoscenico, continuano a mietere riconoscimenti e consensi a più livelli, ma questa non è una sorpresa, semmai una conferma. Come quella del Teatro Ghione, la cui stagione è tra le più interessanti e variegate nel panorama cittadino.
Paolo Leone