Sabato 18 gennaio al Teatro Sannazzaro di Napoli
Sette anni fa, un giovane napoletano omosessuale lanciò un post su una chat di appuntamenti gay con l’ invito a giocare una partita di calcetto, specificando che non vi fosse alcun secondo doppiofine sessuale.
Arrivarono le prime adesioni e nel giro di qualche settimana “la partitella” diventò una consuetudine, tanto che i ragazzi decisero di formare una vera e propria squadra col nome “Pochos” in onore del nomignolo del calciatore Lavezzi.
Durante una serata di presentazione a cui inaspettatamente si presentò la stampa, i giovani calciatori si videro costretti ad affrontare pubblicamente il tema della propria omosessualità … iniziò così la “grande notte dei Pochos” in cui fecero il loro coming out in famiglia e al mondo.
Una parola questa che ancora oggi fa molta paura, sia a chi lo deve fare sia a chi lo deve “ricevere”.
Per molti di loro quella notte segnò un percorso di liberazione. Un percorso che questi giovani ragazzi augurano di intraprendere a tutti gli omosessuali per rendere il tutto normale e di consuetudine agl’occhi dell’opinione pubblica, oltre ed ovviamente per se stessi, per stare in pace col proprio “io” interiore.
Storie raccontate con sagace e divertente ironia ma con un senso molto forte ed emotivo che coinvolge lo spettatore in sala
Uno dei ragazzi chiede a gran voce che almeno uno dei calciatori di serie A faccia il suo coming out pubblico, aiutando cosi i ragazzi omosessuali a non sentirsi discriminati nell’intraprendere uno sport ”maschile” come il calcio e di non sentirsi intrappolati nei soliti clichè che vedono un ragazzo gay più debole di uno eterosessuale o delle solite battute da sotto la doccia, su cui i ragazzi vi giocano anche su, prendendo in giro tali stupidi stereotipi.
Durante tutto lo spettacolo risulta difficile trattenere le lacrime e la commozione ma soprattutto trattenere i ricordi. Si rivede il proprio se e tutta l’ansia verso il futuro. Le cose sono molto cambiate da allora eppure per quanto ci sia più libertà, si fa ancora fatica ad “accettare” l’omosessualità e sembra esserci molta meno fatica ad accettare l’omofobia.
Ancora oggi, nel 2020, l’omosessualità è un tabù per molti paesi, tra cui l’Italia che non è esente dalla lista, sta di fatto che i ragazzi citano i moltissimi casi di omofobia vissuti “solo” nel 2018: violenze sia fisiche che verbali.
I Pochos invitano a fare coming out anche al pubblico in sala che potevano dichiararsi al microfono, qualora volessero, per sentirsi più liberi.
Così uno spettacolo come Pochos risulta fondamentale, e c’è ne vorrebbero altri 100 di spettacoli su questa tematica, per aiutare i ragazzi a non sentirsi soli, che unendosi si può sconfiggere il bullo di turno, che col coming out si diventa liberi e fieri di vivere sotto la luce del sole il proprio amore, senza vergogna o ombre sul proprio cammino.
Marco Assante
scritto e diretto da Benedetto Sicca
con
Francesco Aricò
Emanuele D’Errico
Dario Rea
Francesco Roccasecca
Eduardo Scarpetta