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Il MUTAMENTO, in viaggio da Atlantide all’Universo, testo e regia di Stefania Porrino. Uno spettacolo altamente coinvolgente e con un profondo insegnamento

Data:

Dal 20 febbraio al 1 Marzo 2020 al Teatro di Documenti di Roma

“Viviamo un’epoca in cui tutto cambia continuamente, il nuovo diventa vecchio in pochi mesi, siamo costantemente bersagliati da stimoli che ci costringono a rivedere continuamente le nostre idee, le nostre aspettative, i nostri progetti” (Stefania Porrino)

Stefania Porrino, autrice e regista della pièce, ci propone, con la sua ben nota abilità drammaturgica, un inedito viaggio nel ‘Mutamento’ ovvero in quel processo evolutivo che, dai primordi, costituisce l’essenza stessa della vita dell’Uomo sul pianeta. Un ‘Mutamento’ paragonabile ad una sorta di work in progress ineludibile ma che, oggi più che in passato, nella nostra convulsa e ansiogena società, produce paure e una miriade di paralizzanti conflitti interiori.
Ed ecco che, grazie alla tecnica del teatro nel teatro, l’autrice mette in scena una psicologa (Carla Kaamini Carretti) che propone ai suoi quattro pazienti, tutti attori (Giulio Farnese, Nunzia Greco, Evelina Nazzari e Alessandro Pala Griesche) una curiosa seduta psicoanalitica di gruppo durante la quale essi dovranno improvvisare brevi psicodrammi con personaggi di epoche storiche diverse ma che stanno affrontando il ‘Mutamento’ politico, sociale o religioso della loro società per poi confrontarsi con le reazioni psicologiche vissute da ognuno nella vita privata.
Gli attori, inizialmente ostili o perplessi, accettano infine l’impegnativa proposta e ha inizio il ‘viaggio dei viaggi’, se così possiamo dire, ossia quel lungo tragitto che vede l’Uomo impegnato nel perenne conflitto interiore fra la conservazione dello status quo e il desiderio di cambiamento delle regole del gioco.
Un tragitto che Porrino fa partire dal mito di Atlantide, allorché, a bordo di una nave che li condurrà verso l’ignoto, un Maestro fiducioso nel futuro e un suo Allievo più pessimista si confrontano mentre alle loro spalle sprofonda la mitica terra con tutti i suoi abitanti, colpevoli di aver tradito la legge dell’Amore.
In un susseguirsi di brevi scene, vediamo coppie di personaggi dialogare a bordo di metaforici mezzi di trasporto tipici delle loro epoche: una carruca dormitoria, una sorta di camper ante-litteram di epoca romana, un carro, una carrozza, un treno, un aereo e infine un’astronave. Ecco una matrona romana, Quirina, moglie di Calpurnio Pisone, che dialoga, nella carruca, con il suo servo Saverio, da poco convertito al cristianesimo. Quirina, già sconvolta da un sogno profetico, viene a sapere del messaggio d’amore insito nel cristianesimo e si dispone al cambiamento della sua esistenza. Alla coppia di epoca romana succede quella seicentesca formata dal perseguitato filosofo libertario Tommaso Campanella e da Silvana, una donna fiorentina colta ed elegante che, su un carro, tenta di far fuggire il filosofo. Subito dopo ecco comparire, in una carrozza, la regina Maria Antonietta, avviata alla ghigliottina, che dialoga con il rivoluzionario Barnave, mentre in successione avanza, in un treno, il primo femminismo impersonato da una giovane donna, aspirante pittrice, e un Henrik Ibsen in incognito; infine appaiono due donne del presente, Teresa e Valeria, che, in treno, si confrontano sull’imperante e falso altruismo in voga ai nostri giorni.
Tutta la pièce si snoda quindi in un’ alternanza, un rispecchiamento, fra scene del passato e il presente in cui gli attori, guidati abilmente dalla loro psicologa, si interrogano sulle ansie e le paure paralizzanti della loro vita privata in tutto simili a quelle dei loro antichi personaggi e inoltre scoprono che le stesse possono essere superate una volta chiarite le proprie più intime motivazioni. Ora l’intera Compagnia può salire gioiosamente a bordo di un’astronave che la trasporterà nello spazio verso l’ennesimo ‘Mutamento’ mentre la Terra si sta disintegrando alle sue spalle.
Il ritmo sostenuto, il dialogo serrato e coinvolgente, l’abilità e duttilità interpretativa dell’intero affiatato cast, la semplicità ed eleganza dei costumi sono tutti elementi che fanno di questa pièce uno spettacolo da non perdere sia per la qualità drammaturgica intrinseca e sia, soprattutto, per il sottotesto, il suggerimento, che l’autrice vuole trasmettere allo spettatore, quello di non temere il ‘Mutamento’ se la verità interiore è alla base delle scelte di vita.

Ombretta De Biase

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