Mezzo mondo chiuso dentro casa con le proprie paure ed ogni mezzo è tornato buono per scacciarle, almeno per provarci.
Di tutto un pó è stato fatto, compresi qualche prodezza e ogni tanto un misfatto.
I cuochi hanno cucinato, i non cuochi pure; i bimbi hanno provato a imparare a distanza mentre gli insegnanti non hanno potuto insegnare; gli artisti hanno creato, chi bene chi male, chi col clamore chi nell’ anonimato.
C’è una cosa che, però, tutti ha accomunato: la musica.
Tutti hanno abbiamo ascoltato musica ma, forse, per la prima volta abbiamo preferito vederla!
Ci è servito, la speranza non ha avvilito.
Le grandi star, da casa loro, da sole o in compagnia di altre star dalle case loro a cantare e suonare, a risvegliare e ravvivare milioni di animi depressi ma ridestati dalle note dei propri cantanti preferiti.
Piccoli, giovani, maturi o anziani musicisti di ogni parte del mondo si sono esibiti su palchi virtuali per sfogare il loro talento suscitando ammirazione e meraviglia, curiosità e piacevole sgomento.
Da location straordinariamente belle quanto straordinariamente famose nonché ritenute straordinariamente inaccessibili, magari affacciati come su incredibili palchi straordinariamente deserti sotto forma di piazze, palazzi storici e mirabili parchi, prodigiosi violinisti o chitarristi, pianisti o bassisti hanno fatto sognare un’ umanità afflitta col suono e con le immagini, catapultando tutti noi in un sogno audio/acustico quanto mai suggestivo, incredibilmente utile.
La musica e tutto ciò che può ruotarle intorno ci ha sostenuto non solo per trascorrere il tempo o rievocare ricordi ma per ricordarci la potenza dell’essere comunque vivi, lo splendore a cui possiamo accedere grazie al talento di un artista.
La musica, come ogni forma d’ arte, si è mostrata nuovamente e con potenza come bene di prima necessità capace di sfamare e dissetare la nostra atavica fame, la nostra incessante e stupenda sete di vita.
ROViRO’