Oggi incontro Cincilla, nome d’arte del musicista Pietro Milella. Pietro suona e compone da anni, e dopo avere tenuto i suoi pezzi nel cassetto ha deciso di tirarli fuori, arrivando così al pubblico. Ma facciamoci raccontare direttamente da lui la sua vita da musicista.
Ciao Pietro, ci parli un po’ di te e del tuo nome d’arte, perché Cincilla?
Il mio nome d’arte nasce da un gatto e un topo domestico. Mi ero registrato a un gioco (sai questi giochi demo che chiedono un nickname) a cui non volevo mettere il mio nome. Allora su google ho visto un gatto, che era un persiano chinchillà, mi sono messo a cercare altri gatti chinchillà, ma mi veniva il roditore domestico Cincilla… e così sono Cincilla.
Ho detto che per anni hai tenuto nel tuo cassetto le tue composizioni musicali, la domanda che ti voglio porre è perché tenerle nel cassetto e, soprattutto, quando hai iniziato ad avere un rapporto con il pubblico? – C’era già stato prima del tuo nuovo singolo, di cui parleremo tra poco?
Ho iniziato alle elementari a suonare, e poi ho iniziato a scrivere, ma così, nei momenti in cui sentivo il bisogno di scrivere. Era anche un modo per liberare l’anima. Sai, quei momenti in cui componi, per il bisogno di liberare l’anima… era una cosa privata. Le domeniche non sono mai uscite dalla mia camera. Poi un giorno per caso Pablo Davilla mi ha chiesto se poteva ascoltare qualcosa, allora gli ho fatto ascoltare qualcosa e mi chiede di andare in studio a registrare. Tuttavia, la maggior parte dei pezzi che si trovano nell’EP sono tutti nuovi.
Mi sembra ti capire che Pablo Davilla, amico e produttore, ti ha convinto a tirare fuori di casa la tua musica. Da qui giungiamo a “Sakè”, il tuo singolo appunto, in rotazione radiofonica dal 27 marzo scorso e disponibile in digitale dallo scorso 9 marzo. A questo primo singolo seguirà un EP di cinque brani dal titolo “Sogni In Saldo”. Raccontaci “Sakè”?
“Sakè” l’ho scritta un anno fa, in un periodo particolare, un periodo in cui non riuscivo a godermi la vita, ad avere un contatto diretto con tutto quello che mi circondava. Mi basavo molto sul giudizio con gli altri e quindi ho deciso di avere un rapporto diretto con quello che vivevo, senza basarmi sugli altri, ma seguendo quello che volevo fare. Stavo a casa, avevo scritto la prima parte, ma mi ero fermato. D’un tratto i miei occhi vedono una bottiglietta di “Sakè” in salotto, nell’angolo dei liquori… e così nasce “Sakè”.
E da qui sono nati gli altri pezzi che fanno insieme a “Sakè” parte del tuo EP dal titolo “Sogni in Saldo”, di cui non diciamo nulla, ma invitiamo il pubblico a prenderlo e ascoltarlo. Parliamo del video di “Sakè”, interamente ambientato nella tua città – Venezia – e riprende i luoghi dove sei nato e cresciuto. La sequenza di immagini accompagna le parole della canzone: la prima parte mostra volti annoiati e luoghi malinconici; la seconda cattura quegli stessi scorci e quelle stesse facce in chiave ironica. Parlaci di come è nato questo video.
Diciamo che in questo video mi volevo presentare, farmi conoscere. E allora è nata l’idea di girarlo nel luogo in cui sono nato e cresciuto. Ho pensato che per farmi conoscere dovevo girarlo proprio lì. Abbiamo lavorato veramente in pochi. Abbiamo girato con amici. Abbiamo cercato di raffigurare Venezia dal punto di vista dei suoi cittadini. Venezia è stata raccontata nei cinema, nei videoclip, ma mai raccontata nei luoghi nascosti vissuti dai veneziani.
So che avevi l’idea di progettare anche di fare dei live, ma per via del Coronavirs è tutto rinviato a quando sarà possibile. Ma l’idea di un Album?
Avrei idea di fare un Album al più presto, anche perché L’Ep è un progetto per presentarmi. Dopo l’Ep ho iniziato a scrivere in modo diverso e quindi vorrei fare un album al più presto. Sperò di riuscirci.
Noto la tua grande voglia di comunicare e di esprimerti. E questo è proprio da ammirare, perché manifesti la tua voglia di far musica e il forte desiderio di dare emozioni e comunicare si legge nelle tue parole. Di conseguenza, un grande in bocca al lupo.
Giuseppe Sanfilippo