Prima e dopo il noir di Stefano Sciacca è un saggio di critica cinematografica che tratta della nascita del noir classico americano negli anni quaranta aprendosi poi alle sue connessioni e derivazioni, parlando di ciò che molti decenni prima era stato terreno preparatorio per questo genere e di ciò che nel corso del tempo è stato ispirato da esso. Nel testo sono presenti numerosi esempi di film che hanno fatto la storia del genere, molti dei quali approfonditi dall’autore e comparati con altre forme d’arte in un’interessante ottica multidisciplinare. Vi è infatti un occhio di riguardo per le fonti di ispirazione artistiche e letterarie che hanno fatto del noir un genere estremamente riconoscibile, i cui protagonisti sono diventati iconici tanto quanto le ambientazioni in cui si muovono. L’autore tratta delle peculiarità del noir isolando quella poetica del dissenso, della denuncia sociale e della disillusione che è diventata il marchio di fabbrica di questo genere. Il noir è infatti un cinema sociale che, con attitudine cinica e realistica, offre il ritratto di una società non idealizzata. Una società vista come causa di angoscia e disordine, complice una città disumana in cui ci si sente soli ed emarginati, dove i personaggi si muovono furtivi nella notte, tormentati da un passato traumatico e dalla sfiducia verso un presente avvilente e un futuro incerto. I protagonisti dei film noir sono degli antieroi che non meritano il lieto fine, che vivono nel sospetto e nell’ansia per un pericolo imminente. Non si può non rintracciare in queste descrizioni l’eco di certe opere d’arte espressionista di Edvard Munch o di Ernst L. Kirchner, o delle desolate ambientazioni dei romanzi di Fëdor Dostoevskij e delle atmosfere opprimente dei racconti di E. T. A. Hoffmann. Al di là dell’epoca d’oro del noir vissuta tra gli anni quaranta e cinquanta, il genere ha superato la prova del tempo e si è evoluto di pari passo con i cambiamenti sociali; allo stesso tempo ha influenzato altri generi in apparenza differenti, come per esempio il western, che ha preso in prestito l’anima nera e disincantata di certe storie e la figura di certi pistoleri solitari, che hanno molto in comune con l’antieroe noir. E così come ha ispirato, il genere è stato a sua volta influenzato da diversi movimenti cinematografici, primo fra tutti il cinema espressionista tedesco degli anni venti, in cui l’angoscia esistenziale permea anche le geometriche e deformate scenografie e vira in bianco e nero la visione di un mondo in dissoluzione.
Antonella Quaglia