Ho avuto modo di leggere altre raccolte del poeta -ingegnere Francesco Terrone e il tema dominante dei suoi versi è la ricerca dell’amore come senso di appartenenza e fratellanza universale che in questo libro si realizza, così pare intendersi , attraverso la figura della donna.
Difficile avvicinare la sua poesia ad uno stile o scuola ,perché il verso di Francesco Terrone e’ tutto e il contrario di tutto.
In esso , vi è il “Dolce stil novo”, lo “Sturm und Drang” “l’ermetismo del ventesimo secolo” ognuno dei quali dista dall’altro secoli di tempo,rivoluzioni, insurrezioni, cambiamenti mutuati al presente attraverso lo studio e i libri che sono testimoni muti a cui la parola viene data quando li si legge…
L’opera di Francesco Terrone e’ una ricerca costante dell’archetipo primo della vita, la donna come fonte di bellezza e amore incorruttibili e avulsi da qualsiasi moda ,perché l’amore è Essenza di vita , progetto e finalità dell’umanità,senza il quale il mondo stesso non esisterebbe e non avrebbe ragione di essere come consorzio di pensiero e azione.
Molti i prefatori che si sono susseguiti nell’introdurre alla lettura i versi di Francesco Terrone, io mi soffermo sull’emanazione del suo verso che mi riverbera come fonte di quella luce che non si esaurisce, l’amore sublimato come fine ultimo dell’uomo.
L’opera letteraria dell’artista attinge da influenze che introiettate attraverso lo studio ,che nel suo caso spazia dagli studi tecnici- alla ricerca della propria ragione di esistere per mezzo della poesia che non e’ studio ma espressione della propria interiorità, intesa come luogo dove annegare e risorgere in attimi che sono versi , che mutano a seconda di come il termometro della nostra felicità alterna il “brutto “ e il “bello” il “cattivo” e il “buono” della vita.
In particolare il brutto e il bello così come il cattivo e il buono emergono per diventare pensiero e ricordo nella poesia a pag.82 “Quella camicia senza bottoni”
“Quel giorno incontrai quella parte di me quella camicia senza bottoni/senso di libertà/ed intrinseca paura di sorridere alla vita/ed al brillar del sole/dove tutti sono amici e e tutti sono nemici../ la vita
che attanaglia il passo libero dell’amore/…………………………….Unica compagna disperazione e disperazione/unico desiderio:/ sognare di morire/ Nessun abito/nessun cappotto/ nessun affetto/
ignudo come Cristo sulla croce ad attendere una carezza/ uno sguardo d’amore/ Ma dov’è l’amore
cos’è l’amore, per un corpo che vive solo nell’ombra della vita?/Forse l’amore è in quella camicia senza bottoni/che cerca di coprire il corpo dio un angelo senz’ali e senza sogni/che divora i bottoni di cuori senza amore..!/
Questa poesia è una diagnosi senza appello della solitudine paragonata alla nudità di Cristo dove la camicia senza bottoni che è il titolo della medesima ,diventa un luogo aperto in cui i bottoni sono tante porte volte verso l’infinito che e’ ricerca dell’altro.
La solitudine si esplicita chiamandosi attesa ,un’attesa che come quella di Cristo sulla croce nudo e senza “la camicia con i bottoni “ del poeta Francesco Terrone, è momento di ricerca e di domande
“Ma dov’è l’amore, cos’è l’amore per un corpo che vive solo nell’ombra della vita …?”,Francesco Terrone risponde a sé stesso che “forse l’amore è in quella camicia senza bottoni..”, la camicia diventa sudario, anestesia di un gelo che e’ mancanza d’amore , una camicia che è un porto una casa dove rifugiarsi, una camicia che “che cerca do coprire il corpo di un angelo senz’ali ..” siamo forse noi ,che venuti al mondo gridiamo la nostra solitudine piangendo per farci accogliere dalla mamma che ci fascia in un gesto protettivo di amore ? Forse , il poeta ci lascia libera interpretazione ai suoi versi dove una camicia diventa il porto del mondo sconsolato dalla solitudine di questi tempi che corrono in fretta e non ci danno il tempo di abbottonare la camicia dei sogni…
Francesco Terrone stupisce per la sua innocenza di bambino ritrovato a pag. 85 “Vincere per vivere”
“In amore vince chi sa attendere../i sogni da soli bucano il nostro tempo !”/
Il tempo di Francesco Terrone e’ sogno ,così potente da bucare il nostro tempo ,cosi’ trasparente da farci vedere come siamo stati , forse nell’infanzia ?-,e come siamo…
E’ sempre il tempo per Francesco Terrone a dettare l’agenda in “Catene “ a pag.84
“Non ho commenti ho solo dolore/e tanta voglia di venire lì da te / riempirti di baci / rapire il tuo cuore/e farlo mio per sempre /
Il tempo del poeta ingegnere è diventato una catena rotta dal sussultare dell’amore, perché non esistono catene al pulsare del proprio cuore che detta altra agenda, quella della felicità, un trampolino dove il cuore e’ inconsapevolmente felice di appartenere all’altro .
L’amore resta nella sua manifestazione di potenza e fratellanza, l’anello di congiunzione dell’opera letteraria di Francesco Terrone, il cui stile fugge ad essere “incatenato” in stili di altri, perché proprio lui con la spontaneità del suo verso, ha forse dettato l’agenda di fare una poesia diversa,
la poesia dell’ingenuità che supera il rimpianto , il mancato vissuto , e scevra si affaccia al divenire dell’esistenza ,sempre pronto a ripartire , Il poeta e’ un viandante che pur viaggiando in corsia d’emergenza di un umanità delirante riesce ancora a rapirci, a rapire la parte incontaminata del nostro cuore che ha urgenza di diventare fratellanza.
Barbara Appiano