Il terzo appuntamento della rassegna estiva del Teatro Verdi di Trieste si presenta come evento veramente speciale: la Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini diretta dal M° Francesca Tosi, protagonisti il Coro del Teatro Verdi e un quartetto di solisti di caratura straordinaria con voci fra le più famose del panorama internazionale, Giulia Della Peruta, Daniela Barcellona, Antonino Siragusa, Abramo Rosalen.
Ultimo componimento di Gioachino Rossini concepita non per un uso ecclesiastico bensì per un contesto domestico d’élite, la Petite Messe Solennelle fu infatti eseguita davanti ad un pubblico d’invitati il 13 marzo 1864 nel palazzo parigino della famiglia Louise Pillet Will, che aveva commissionato il lavoro con intenti intimi e privati. Rossini già nella dedica, che gioca con gentile ironia sui doppi sensi delle parole, preannuncia un impegno per qualcosa di insolito e di ricerca, un congedo che è anche un manifesto per la musica dell’avvenire. Concordemente oggi si considera questa composizione quasi un azzardo, che nella rigorosa cura delle caratteristiche della musica sacra tradizionale – la chiarezza della scrittura, l’uso dei fugati – raggiunge soluzioni timbriche personalissime oltre il romanticismo, quasi un’anticipazione avveniristica di forme che si svilupperanno ben oltre la fine dell’Ottocento anche nel corso del Novecento.
Dirige il M° Francesca Tosi, maestro del coro del Teatro Verdi, che ha dedicato la sua carriera non solo alla musica corale ma anche all’attività solistica per pianoforte – con molti concerti dedicati in particolare a Beethoven e Rachmaninov – e alla direzione d’orchestra, allieva del M° Bellugi. Si coglie nelle sua parole un personale rapporto con questo capolavoro rossiniano “la Petite Messe Solennelle mi accompagna nel corso della mia vita musicale; l’ho interpretata come primo pianoforte e nella parte per armonium, ne ho preparato le parti corali in diverse occasioni e oggi come direttore posso confrontami anche con le voci soliste e ricercarne quei particolari timbri che emergono soprattutto nella scrittura delle parti strumentali, un lavoro sottile a cercare “musica benedetta”, per usare proprio le stesse parole che Rossini pose nella dedica sul frontespizio della partitura”.
Protagonista il Coro del Teatro Verdi e un cast di straordinari interpreti vocali, che annovera voci tra le più amate del repertorio belcantistico, tutte “regionali”: accanto al soprano friulano Giulia Della Peruta, già applaudita al Verdi nel 2018 ne L’italiana in Algeri dello stesso Rossini e in Così fan tutte di Mozart, al basso pordenonese Abramo Rosalen, anch’egli recentemente protagonista ne I Puritani di Bellini nel 2018 e in Lucrezia Borgia di Donizetti quest’anno, le triestine “star” internazionali Daniela Barcellona e Antonino Siragusa, un quartetto che assicura al concerto uno spessore artistico di altissimo rilievo.
Al primo pianoforte – un grancoda Fazioli F308 gentilmente messo a disposizione dall’omonima casa costruttrice – Adele D’Aronzo, al pianoforte di ripieno – un grancoda Fazioli F278 di proprietà della Fondazione – Alberto Macrì e all’armonium – in questo caso organo – Ilario Lavrencic.
Il concerto si svolge nei limiti e nel rispetto di tutti i protocolli vigenti per la protezione dei lavoratori e del pubblico presente in sala, nel limite massimo di 200 spettatori.
La biglietteria del Teatro Verdi è aperta fino a sabato orario 9-13 e un’ora prima dell’inizio dei concerti. Tutte le informazioni sono disponibili anche sul sito web www.teatroverdi-trieste.com