Pur se ufficialmente riaperta dal 18 maggio l’attività culturale delle mostre e dei musei,il grande pubblico continua a latitare ed il previsto contingentamento dei visitatori non è quasi mai necessario, se si esclude l’evento dell’anno:l’esposizione del sommo RAFFAELLO alle scuderie del QUIRINALE,che è ripartita il 2 giugno e si chiuderà il 30 agosto.Eppure vi sono allestimenti davvero interessanti quali le nature morte disegnate da F.DE PISIS a PALAZZO ALTEMPS,la rassegna fotografica mondiale della stampa illustrata del 2020 al PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI ed il grande Michelangelo Merisi da Caravaggio con la schiera dei suoi accoliti nella raccolta “dell’amateur”Roberto Longhi nella sua villa”IL TASSO”a FIRENZE,divenuta sede della fondazione omonima di storia dell’arte.IL prof.LONGHI,nato nel 1890 ad ALBA,s’entusiasmò subito della pittura del disegnatore orobico o dall’esistenza violenta e randagia,segnata da continue foghe per le risse sanguinarie a cui partecipava con dannata virulenta foga costretto a scappare da Roma e Malta,fino a morire in un naufragio al largo di porto Azzurro;discusse quindi la tesi di laurea con Pietro Toesca all’università di Torino nel 1911;fu perciò un colpo di fulmine,dettato dalla carica ritrattistica e cromatica del Merisi,che può ritenersi il primo artista moderno della fine del ‘500 dopo aver appreso il manierismo lombardo e veneto a Roma di Lorenzo Lotto,di cui si mostrano 4 tavolette,nonché di Battista del Moro e Bartolomeo Passarotti.Tuttavia nella prima stanza,a destra dello scalone di Palazzo Caffarelli v’è anche una copia antica da uno dei primi quadri di Caravaggio:”il ragazzo che monda il frutto”cui Longhi attribuiva molto valore e che espose alla celebrativa rassegna di Palazzo Ducale a Milano nel 1951.Nella stessa sala v’è il carboncino con il disegno della sola figura del “ragazzo morso dal ramarro”che Longhi eseguì nel 1930,apponendovi la propria firma.Su un foglio a grandezza naturale testimonia l’impressione ricevuta dal colorismo luminoso dell’autentico quadro di Caravaggio,che sta da sé in pieno risalto con il brusco scatto provocato dal dolore fisico e dalla sorpresa che si colgono nella contrazione dei muscoli facciali del fanciullo in camicia bianca e nella contorsione della sua spalla.Stupenda è anche la resa da”still life”della caraffa con i fiori in trasparenza,già giustamente evidenziata dal Baglione nel 1642.Nella seconda sala vi sono coloro che nel XVII secolo sono stati colpiti metodologicamente dalla sua forza figurativa innovativa.Tra questi possiamo ricordare:CARLO SARACENI con tre meravigliose tele:”l’angelo annunciante” di Guglielmo Caccia detto il moncalso dalla sua origine piemontese,la”Maria maddalena penitente” di Domenico Fetti,con due opere inoltre antitetiche in chiave religiosa e laica”:l’inconorazione di spine” di P.F.Mazzucchelli detto il Morazzone e “l’allegoria della vanità” in espressione seducente di A.Caroselli.Dalla raccolta imponente dei maestri di tutte le epoche e su cui focalizzò la sua ricerca provengono pure realizzazioni straordinarie del primo Caravaggismo,tra cui meritano la menzione le 5 tele con apostoli”(S.Pietro,S.giuda Taddeo,San Filippo,San Tommaso e San Bartolomeo)del partenopeo Jusepe de Ribera e” la deposizione di Cristo” di B.Caracciolo.Si tratta d’accoliti liberi spiritualmente cui ispirò un atteggiamento,non dettò una regola fissa a Roma ed in EUROPA,dove lo seguirono Valentin de Boulogne con la negazione di PIETRO che richiama spazialmente la vocazione di S. MATTEO in S.Luigi dei Francesi,recentemente presentato al metropolitan museum of art di NEW YORK.Tuttavia fu Mattia PRETI a malta a tenere alta fino alla fine del XVII secolo la dinamicità CARAVAGGESCA,mentre in ITALIA sullo stile del Merisi componeva due ottimi quadri Giacinto Brandi,con in particolare:”San Sebastiano medicato dagli angeli “che chiude la mostra.D’eccezionale valore didascalico sono le brevi annotazioni critiche del Longhi riportate sulle pareti,che si sommano alle borse di studio della fondazione nella villa ad essa donata dalla moglie dello studioso ANNA BANTI che fu prima sua allieva al liceo classico Visconti come LUCIA LO PRESTI.Si può visitare la mostra fino al 15 settembre.
Giancarlo Lungarini