In scena l’11 luglio ore 21 nel meraviglioso palcoscenico naturale del sito archeologico di Bene Vagienna (Cn) per il 15° Festival teatrale “Ferie di Augusto”
Oh Dio mio! in scena nel sito archeologico è una delle più significative opere di Anat Gov, purtroppo venuta a mancare pochi anni fa lasciando un vuoto nella drammaturgia mondiale: rimangono a sua testimonianza le sue immortali sceneggiature e i suoi impegni teatrali. Oh Dio mio! ambientata in un appartamento che funge anche da studio medico, dipinti colorati, pareti rosse: la trama è il resoconto di uno strano incontro.
Una psicologa Ella (Miriam Mesturino), madre single, sta aspettando un paziente, ma non è troppo motivata perché presa dei problemi del figlio Lior, un ragazzino autistico brillantemente interpretato dal giovane Gabriele Racca. La giovane donna se potesse chiuderebbe lo studio ma deve pur lavorare per mantenere lei e il ragazzo sempre bisognoso di cure. Arriva il paziente, Piero Nuti, un uomo molto in là con gli anni, ma vestito in modo molto elegante. Un tempo doveva essere stato molto affascinante, ma ora i suoi occhi tristi sembra che trasmettano il segnale di una depressione. Con le rituali domande da parte del medico si riesce a svelare l’identità del misterioso paziente che afferma di essere Dio. Un Dio che, demoralizzato, sta perdendo la sua identità ed ha bisogno di psicoterapia per essere aiutato. La dottoressa Ella nel sentire queste fantomatiche affermazioni rimane perplessa e sospettosa quindi poco incline ad aiutarlo, ma a poco a poco si lascia andare e decide di assecondare il paziente per cercare di risolvere il suo problema.
L’Onnipotente afferma che sono 2000 anni che non si sente bene. Nasce così una commedia farsesca talmente surreale da sembrare reale. Un incalzare di battute crepitanti dove la psicanalista mette in piazza le sue rivalse: lo stesso Dio controbatte dicendo che è lui il paziente, non la dottoressa. Perché lui si sente abbandonato dagli umani: cercato solo nel bisogno e perfino maledetto anche per piccole cose di cui non ha nessuna colpa. Ma ribatte la dottoressa: anche l’uomo si sente oppresso da un Onnipotente così crudele che permette cose ignobili, quando potrebbe solo con un gesto limitarle. Dio ammette di essere tentato di punire gli uomini e il mondo facendo venire un nuovo diluvio universale. Il continuo e divertente scambio di battute si fa sempre più esplosivo tanto che non si riesce più a distinguere chi è l’umano e chi l’Assoluto: ma infine entrambi i personaggi concordano che l’unica terapia risolutiva sia l’amore e la comprensione. La seduta si risolverà con un finale atto di ottimismo sia per la dottoressa, il cui figlio riprenderà a parlare, sia per l’onnipotente che tornerà a vedere il mondo in maniera positiva e di conseguenza anche per tutto il genere umano. La fine scrittura drammaturgica di Anat Gov è portata in scena da un maestro di regia come Girolamo Angione che ne esalta l’assurdità della trama: Miriam Mesturino brava nel suo ruolo di donna fragile ma forte nello stesso tempo. Ottimo nel ruolo dell’Assoluto Piero Nuti che a discapito della veneranda età troneggia recitando un ruolo che pur essendo Onnipotente ha in sé debolezze umane.
Giuliano Angeletti