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A TU PER TU CON GANOONA

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Ogni autore sente il bisogno di scrivere di sé, raccontare e condividere pezzi della propria autobiografia. Tale aspetto non si manifesta solamente attraverso l’uso della scrittura e spesso non sempre chi scrive produce o riporta aspetti del suo passato. Infatti, c’è bisogno anche di scrivere ciò che accade nel proprio quotidiano. Questo non avviene solamente attraverso la scrittura sul proprio diario, ma può avvenire anche scrivendo canzoni e musica, in un contesto in cui in modo più secentistico l’artista che fa musica, non scrive solamente degli eventi della propria vita, ma anche il tempo che vive l’essere umano, non dimenticando ovviamente che in ogni arte connessa alla scrittura troviamo pezzi di noi stessi e attraverso le canzoni questi pezzi vengono esposti più in luce.
Sono parole queste che spesso mi capita di scrivere, incontrando vari artisti che via via intervisto. Oggi – di quanto dico – né è una testimonianza il cantante rapper e songowriter italo–messicano Ganoona. Egli spesso è anche compositore dei suoi brani e la sua musica è una combinazione di sonorità black, latin e Pop, accompagnata da liriche intense ed originali. In questo 2020 ha pubblicato tre singoli che segnano una maturazione della sua cifra stilistica, tra cui “Bad Vibes” e “Cucurucucù”, entrambi presenti nelle playlist ufficiali di TIM music. I videoclip ufficiali dei due brani vengono pubblicati in anteprima rispettivamente su Billboard Italia e su Wired Italia. Il suo ultimo singolo si chiama “Deserto”, ma conosciamo questo artista più da vicino.

Ciao Ganoona, bentrovato al Corriere dello spettacolo, complimenti per la tua musica e per le tue canzoni. Voglio iniziare manifestando – mi permetti – un mio pensiero: ascoltando le tue canzoni ho notato che scrivi delle cose che ti accadono nella vita e nel quotidiano, quindi sei molto autobiografico. Questo aspetto è comune a ogni singolo artista (o quasi) che si rispetti. Artisti della musica che sempre raccontano il tempo dell’uomo. Ma nelle tue canzoni questo aspetto è a mio avviso molto marcato, nel senso che, raccontando di sé, di quello che succede, Ganoona racconta questo tempo in modo più ampio. C’è il mondo circostante nelle tue canzoni. Mi domandavo: CHE VISIONE HAI DI QUESTO TEMPO CHE VIVIAMO?

Diciamo che sono un po’ preoccupato che in generale la tecnologia sostituisca l’emozione, invece di essere al servizio dell’emozione. Secondo me siamo in bilico davanti a un cambio d’epoca e quindi sta a noi decidere come vogliamo cambiare, se vogliamo darci una regolata anche con l’utilizzo dei social, utilizzandoli in modo più intelligente, curare più i rapporti umani, in maniera più analogica.

A questo punto passiamo al nuovo singolo “Deserto”, disponibile online dal 19 novembre, in radio dal 20 novembre. Tra l’altro brano scelto tra i primi 61 selezionati per l’ultima edizione di Sanremo Giovani (edizione 2020). Un brano, come hai dichiarato, che hai scritto di getto ed è stato estremamente liberatorio, quasi rivelatore. Lo stesso raffigura la ballata di un amore agli sgoccioli, la fotografia dell’istante in cui l’idealizzazione di un rapporto cede il posto all’inevitabile presa di coscienza. PARLIAMONE

Come sai, quando scrivo una canzone parto sempre da una esperienza. In questo 2020 ho visto il mio rapporto andare in crisi, andare verso il tramonto e avevo bisogno di scrivere, anche per capire meglio quello che mi stava succedendo. Scrivere mi serve proprio per allontanarmi da quello che mi succede, guardarlo un po’ dall’alto, da una prospettiva diversa. Anche “Deserto” in questo caso non fa eccezione.

COSA TI DICONO LE PERSONE CHE HANNO ASCOLTATO “DESERTO”?

Le persone che si sono più rispecchiate mi hanno detto che la prima volta che l’hanno sentito sono scese delle lacrime. Questo mi è dispiaciuto, ma penso sia normale, penso che la musica serve anche a esorcizzare e tirare fuori le emozioni. Tuttavia, in generale vedo che il brano piace molto e ne sono contento.

Non vorrei chiederti della tua avventura a Saremo Giovani, MA, PER UN ARTISTA, COSA RAPPRESENTA QUESTA MANIFESTAZIONE?

In Italia è un traguardo, anzi più che un traguardo, è una tappa molto importante nella carriera di un artista, soprattutto adesso che negli ultimi anni Sanremo si è svecchiato, interessandosi a proposte musicali più moderne. Penso alla vittoria di Mahmood o anche agli altri artisti che ho conosciuto durante le selezioni, molto validi e interessanti. Sicuramente Sanremo ritorna ad essere un po’ un approdo importante per i cantautori e per chi fa musica in modo indipendente.

L’ULTIMA DOMANDA PRIMA DI SALUTARCI: FARAI UN CD?

Assolutamente sì! Sono al lavoro al disco, sto approfittando di questo tempo in cui non posso suonare in giro, per lavorarci… sarà il mio primo disco.

Allora, speriamo che questo arrivi presto, ti auguro un buon lavoro e grazie del tuo tempo.

Giuseppe Sanfilippo

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