In scena con Michela Martini nella parte di Desdemona
“Otello” è una delle Opere più tormentate di Carmelo Bene. Un’ eccellenza creata dal suo vulcanico estro. Il testo Shakespeariano portato in scena dallo stesso C.B. nel 1979, venne replicato nel 1985 ed adattato in versione televisiva nel 2002 sotto la direzione dello stesso Carmelo Bene. Il grande Maestro si era occupato anche delle luci, della scena e della minuziosa scelta fonica coadiuvato da Luigi Zito. La rappresentazione venne proiettata al teatro Argentina nel marzo 2002. Il dramma divenne spettacolo televisivo grazie al montaggio di Marilena Fogliatti proprio pochi giorni prima della scomparsa del grande ed eccentrico artista. Questa produzione è considerata il suo ultimo testamento artistico. La nuova partizione drammaturgica ci porta ad un Shakespeare sfuggente stravolto e creativamente ricostruito. Il dramma nella versione “Beniana” viene cronologicamente modificato, spezzettato e rinnovato. Carmelo Bene parte dall’epilogo per poi immergersi in un cupo volgersi a ritroso dove l’evoluzione del tragico si fa sempre più crudele ed opprimente nel suo continuo replicare la morte di Desdemona. In ogni battuta, una tragedia nella tragedia aleggia con maestria e cura. L’angoscia sovrasta palpitante nella mimica, nel chiaro scuro delle luci e nell’espressione fonica. Visioni funeste, realiste, claustrofobiche entrano nel cuore di una vicenda non più lontana ma assolutamente attuale. Immagini crude in spazi aperti si muovono lente, perfette nel compito di far vivere il teatro sullo schermo e viceversa. Il nuovo “Otello” magnifica l’attoriale valore assoluto dei protagonisti. Troneggia Carmelo Bene nella parte di Otello, Michela Martini, una perfetta Desdemona, Cosimo Cinieri ottimo nella parte del perfido Iago, Splendido Cesare Dell’Aguzzo nella doppia parte di Cassio e Braganzio e Lodovico. Senza dimenticare Rosella Bolmida in Emilia e Beatrice Giorgi nelle vesti di Roderigo. “Otello” di Carmelo Bene è un capolavoro molto sofferto, un’eredità culturale per potersi confrontare, un’opera straordinaria, un perenne ricordo da lasciare ai posteri.
Giuliano Angeletti