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“UN GRIDO CONTRO LA PAURA”: A TU PER TU CON MATTEO GRECO 

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Oggi intervisto il cantautore anconetano Matteo Greco che mi racconta del suo nuovo singolo “Un grido contro la paura” (in rotazione radiofonica dal 11 dicembre 2020), una canzone manifesto, un’invocazione alla fortuna, rassegnazione ma allo stesso tempo voglia di andare avanti, che descrive le città deserte e il caos sociale e mediatico dovuto al lockdown. Scritta di getto in una sola notte, alla vigilia del secondo lockdown, mantiene un arrangiamento pop in cui emergono le chitarre acustiche stoppate che insieme ai violini creano un’atmosfera unica. Amante degli animali e soprattutto dei cani per i quali oltre aver scritto “Dammi del tu” una canzone dialogo uomo-cane all’interno di un canile , organizza volontariamente una volta all’anno un grande evento in piazza durante il quale presenta i cani dei canili che cercano adozione. Tra le sue ultime canzoni “Mi chiamo George”, che ripercorre l’ultimo giorno di vita di Floyd in Minnesota. Da sempre attento alle problematiche sociali e non solo, Matteo è compositore polistrumentista, i suoi strumenti preferiti sono chitarra acustica e pianoforte, con cui compone tutti i suoi brani. Accompagna la sua professione di cantante con quella di fonico live in giro per l’Italia su un grande camion palco mobile. Il suo terzo album che conterrà gli ultimi singoli usciti negli ultimi tre anni più qualche inedito.

Ciao Matteo, bentrovato al Corriere dello Spettacolo, parliamo subito del tuo nuovo singolo “Un grido contro la paura”, che come hai dichiarato hai scritto dopo l’ultima serata di un tuo live, prima del lockdown. Innanzitutto è una bellissima canzone e possiamo considerarla un invito a non avere paura, ma PARLAMI DI QUESTO BRANO DA UN PUNTO DI VISTA TEMATICO, COME È NATO?

La tematica di un “Un grido contro la paura” nasce da una conversazione avuta con una signora del locale prima del lockdown a ottobre, che mi ha detto: “Perché non fai una canzone che parla di quello che sta succedendo?” Subito dopo mi sono messo a scrivere, così di getto, di impulso. È una canzone che, tra creazione, arrangiamento e video, è nata in una settimana. Addirittura il video l’ho registrato il 30 ottobre, poi è stato fatto dai commercianti, negozianti, baristi un secondo video, dove ci sono tutti loro che cantano.

Mi permetto di dire che questa partecipazione da parte dei negozianti, baristi e commercianti, senza dimenticare la signora che ti ha invitato a scrivere questo pezzo, è veramente bella, suona come un sentimento di unità, fattore importante e fondamentale. Tutti si ha bisogno di tutti e non c’è nessuno che può andare da solo. Insieme si può costruire e creare. In un momento storico come questo credo ciò vada sottolineato. Complimenti di vero cuore. Ho detto prima che sei una persona attenta alle tematiche sociali, hai fatto delle esperienze attraverso le tue canzoni e musica, volte a dare un supporto. MI DICI QUALCOSA SULLE TUE ESPERIENZE E ATTENZIONI VERSO QUESTE TEMATICHE?

Come impegno sociale, posso allacciarmi al discorso sui cani. Da tanti anni mi occupo di canili e organizzo – ormai da cinque anni – un evento di portata nazionale che raduna tutti i cani dei canili per un giorno in piazza e si presentano sul palco. C’è anche una trasmissione radiofonica che conduco, in cui presento e parlo di questi cani, che cercano adozione. Poi in rapporto all’attenzione cerco attraverso le canzoni di dire la mia, soprattutto di dare degli imput per pensare su cose che accadono.

HAI FATTO UN ALBUM, COME SI CHIAMA?

Si chiama “Vivere è solo il nostro tempo per ridere un po’”.

In questo momento storico siamo tutti giustamente preoccupati per il presente e sento che ovviamente, anche nel settore della musica, c’è preoccupazione da parte degli artisti. CHE MESSAGGIO SENTI DI DARE IN QUESTO MOMENTO A TUTTI?

Dico che non bisogna assolutamente farsi prendere dalla paura, dal panico. E soprattutto di non farsi prendere dall’ansia ascoltando i mass media. “Un grido contro alla paura” è proprio questo: un grido di speranza, di aiutarci l’uno con l’altro.

Grazie Matteo, ti faccio tanti auguri.

Grazie a te, e tantissimi auguri a te e al pubblico.

Giuseppe Sanfilippo

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