“Il discorso del re”: Luca Barbareschi è maestro nel rappresentare l’esuberante logopedista al servizio del futuro re Giorgio VI. Un erede al trono timido ed insicuro che cerca di ritrovare sé stesso e la sua regalità. L’incontro tra il futuro sovrano e Lionel è preludio di una sincera e continua amicizia. Un’ amicizia che va oltre i ranghi e le diversità. La drammaturgia scritta, interpretata e diretta da Luca Barbareschi introduce il pubblico nel contesto storico che si avvicina al secondo conflitto mondiale. Ad ora la trama: dopo la scomparsa di suo padre Giorgio V, il timidissimo Albert non ambirebbe al trono, perché la dignità regale di diritto spetta a suo fratello maggiore. Il primogenito Edoardo accetta la corona ma abdica per amore di Wallis Simpson. Quindi dopo il suo rifiuto il pregio e gli oneri spettano ad Albert Frederick Arthur George Windsor che regnerà con il nome di Giorgio VI. Un re che si porta dietro molti complessi infantili e frustrazioni esistenziali. Una insicurezza che si manifesta con una balbuzie invalidante impossibile da gestire nei continui ricevimenti di corte e in un momento così difficoltoso per la storia dell’umanità ormai sull’ orlo di un grande conflitto. Il futuro sovrano per regnare deve risolvere i suoi problemi e per questo viene chiamato al suo cospetto un ex attore e logopedista australiano Lionel Logue. Lionel con i suoi metodi da laboratorio teatrale fa ritrovare al principe Albert l’autostima che gli permette di guidare il suo popolo attraverso quei momenti storici drammatici. Luca Barbareschi rilegge la storia creando una commedia umana ricca di sarcasmo ma con un filo di malinconia. Ed è in questo ambito che appropriati video intervallano la recitazione di eccellenti attori. Luca Barbareschi è Lionel, un logopedista, artista ormai lontano dai palcoscenici. Filippo Dini è il futuro re pieno di complessi e tormentato dalla balbuzie. I due mattatori con ritmo frenetico incalzano la scena fino a superarsi per abbattere le barriere interpersonali affascinando lo spettatore che attratto dalla coinvolgente recitazione rimane estasiato.
Giuliano Angeletti